Capitolo LVIII

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Tra meno di un'ora, Maddalena sarebbe entrata nella grande sala dei ricevimenti della villa. Il vociare delle persone eleganti già presenti al suo interno, i servi che facevano avanti e indietro per poggiare le pietanze ad un tavolo ancora vuoto.

Il cuore della dama iniziò a batterle in modo forte e inarrestabile. Le sembrava di essere prigioniera di qualcuno, ancora una volta. Tuttavia, lo sarebbe stata sempre, se non avesse messo la parola fine ad una storia durata per anni, che aveva plasmato il suo futuro.

Dietro di lei, Iris si assicurò che fosse pronta per quella sera. Aveva scelto lei l'abito che la dama avrebbe indossato, perché quest'ultima non aveva la testa per pensarci. Fosse stato per lei, con tutti i pensieri che le stavano ballando in testa, sarebbe andata a quel ricevimento con l'armatura e la spada sguainata, prima di trafiggere con quella il petto dei conti Moloch.

Le sembrava strano che, dopo tutto quel tempo, finalmente aveva la possibilità di vendicarsi. Non voleva cantare già vittoria, ma, rispetto a qualche anno prima, poteva dire di essere in netto vantaggio. Blaser non aveva ancora sposato la baronessa e, grazie a lei, non l'avrebbe mai fatto.

"Troppe gonne." Commentò lei, mirandosi allo specchio e osservando come ricadeva sul suo corpo quell'abito.

Iris storse le labbra, visibilmente in disappunto. "Ti sta benissimo. E poi sei stata tu a chiedere che fosse largo." Le fece intendere, alzando il sopracciglio come a sottolineare qualcosa di nascosto tra le parole dette.

Maddalena capì. "Va bene, va bene. Finisci presto." Le disse, un poco brusca. Ma non per lei, ma per la situazione in generale.

Un bussare alla porta interruppe per un attimo il flusso dei pensieri nella testa della dama, divenuto fin troppo chiassoso.

"Sì?"

"Maddalena, sono Hasan."

"Padre, entrate pure." Rispose lei, continuando a tenere gli occhi sulla sua immagine riflessa sullo specchio.

L'anziano Nizarita entrò nella stanza, vestito con la sua lunga tonaca bianca con il leone ismaelita rosso inciso sopra. "Scusami se ti disturbo. Ma c'è una visita per te."

Maddalena alzò un sopracciglio. "Chi?"

Da dietro la figura di Hasan, la dama vide che un uomo attendeva sulla soglia. Aveva un mantello marrone sporco di terra, parecchio usurato, e gli stivali sporchi di fango. Dall'aria che aveva, doveva aver cavalcato molto per giungere fino a lì. Si voltò verso di loro, ansiosa di sapere chi fosse e perché la stava cercando.

L'uomo, che a giudicare dall'aspetto appariva leggermente più vecchio di lei, le fece una riverenza. Fatta fin troppo bene per chi non era avvezzo agli usi di corte. Particolare che le suggerì di mettersi in allarme.

"Signora, il mio nome è Islay Murray, del clan Douglas in Scozia. Mi manda sua zia, la badessa Nasira, per proteggerla durante il banchetto di questa sera. Nel caso la situazione, sì, insomma... degenerasse." Spiegò brevemente l'uomo, che unì le mani davanti a sé, guardando la donna negli occhi.

Maddalena lo guardò perplessa, chiedendosi perché sua zia non le avesse mandato una missiva per informarla. Tuttavia, quell'uomo aveva un'aria benevola, e gli occhi buoni, seppur piccoli e scuri che risaltavano sulla pelle non proprio scura. Non sembrava un tipico aspetto da uomo delle Lowlands scozzesi. Aveva i capelli scuri, di una tonalità di castano molto simile al nero, che ricadevano su entrambi i lati e lasciavano la fronte chiara scoperta. Un naso dalle dimensioni importanti che però non stonava con il resto del viso. Esile di corporatura che Maddalena avrebbe faticato a credere che sapesse brandire una spada senza perdere l'equilibrio. Sul suo abbigliamento aveva dei strani ricami disegnati, probabilmente appartenenti al suo clan.

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