Capitolo XXI

27 4 0
                                    

È così giunse alla vetta.

Il primo posto. Del resto, gli ambiziosi, non si accontentano del secondo. Un sacco di occhi puntati contro, ecco cosa sentì Maddalena Atlassi, conosciuta meglio come Griet di Imara. Al suo passaggio, sono molti gli occhi dei curiosi sulla sua figura. Alla fine, aveva fatto ritorno lì dove aveva promesso di tornare, per vendicarsi. Inevitabilmente, si chiese se tra quei mille sguardi c'erano anche quello delle persone che l'avevano vista nascere, crescere. Sì, si chiese se c'erano anche gli sguardi dei suoi nemici.

Le informazioni di Amalrico di Lusignano, fratello di Guido, erano state molto limitate riguardo all'ascesa al potere dei Moloch dopo la morte del padre e la sua presunta dipartita. La cosa sicura era che si erano arricchiti parecchio grazie al patrimonio degli Atlassi. Avrebbe voluto passare di fronte la sua Villa, per vedere almeno se riusciva a scorgere qualche figura e a sapere se apparteneva ancora ai Conti Moloch o se l'avevano venduta a loro volta a qualche ricco compratore.

Ma quei pensieri facevano un gran baccano con il dove si trovava adesso. Il cortile era lo stesso di molti anni fa.

Maddalena avanzò nella piazzola, che si apprestava a raggiungere Re Baldovino e la principessa Sibilla. Fasciata da quell'abito verde smeraldo che le lasciava una leggera scollatura al collo e infondo al seno, ma che era stata rimpiazzata da una collana di rubini rossi

Ad ogni passo, le sembrava di risentire lo schiocco della frusta che le guardie usavano solitamente, oltre al rumore dei sassi che ricadevano sul suo corpo nudo e fragile. La sua pelle chiara martoriata. Ogni volta che faceva il bagno rivedeva quei segni, ormai divenute cicatrici del passato. Il problema era che facevano ancora male, ripensandoci. Era divenuta una donna forte, però, più coraggiosa di quella di un tempo. Aveva perso l'amore, il suo Arn, il quale ogni notte rivolgeva un pensiero o una preghiera ma era servito anche un piccolo sacrificio, per continuare a vivere.

A distanza di anni nessuno lì l'avrebbe riconosciuta, specialmente con il falso nome con la quale si era presentata al Re. Per Griet di Imara sorgeva una nuova era per lei. Colei che un tempo era la figlia di un ricco mercante di stoffe, divenuta una donna temuta dalla popolazione cristiana di Gerusalemme, dell'intero regno.

Quando Oddone era tornato agli alloggi dei Templari nel palazzo, aveva subito preteso di parlare con lei. In fretta aveva avvolto i capelli con una tunica vecchia e ormai ridotta uno straccio e l'aveva incontrato. Egli gli aveva detto ciò che il Re aveva intenzione di fare per ringraziarla del prezioso aiuto dato in battaglia. Voleva farla divenire una Dama Templare. Non sapeva neanche che fosse un titolo, magari era stato inventato. In qualunque modo sarebbe stata la prima donna a portare un titolo simile e ad avere le chiavi della città di Magdala.

Magdala.

Un nome che richiamava alla mente ricordi della sua fanciullezza. Piccole gemme luminose di ricordi infranti, che ogni sera richiamavano qualche nome. Samir, Nasira, Omar, Blaser, Arn... si chiedeva spesso come stesse. Non lo vedeva dal giorno del suo matrimonio con la francese Gautier. Al pensiero gli faceva ancora male, ma lo capiva. Con la sua presunta morte non poteva neanche pretendere che lui continuasse ad aspettare. Gli augurava il meglio e ogni bene possibile con la sua nuova famiglia.

Maddalena raggiunse il centro della piazzola del cortile, dove la cerimonia si sarebbe tenuta. C'era una strana atmosfera d'attesa intorno a sé e di leggera tensione. Sembrava che tutti stessero aspettando un suo passo falso, i suoi nemici forse. Passò a fianco ad una schierata di cavalieri Templari, seri e tenebrosi al solo guardarli. Tutti tranne uno. Robert osservava la sua allieva con fierezza, quasi con amore fraterno, lo stesso sentimento che la bruna nutriva per lui. Li superò a testa alta, continuando a camminare verso il sovrano e la sua famiglia.

Quando raggiunse il Re, la prima cosa che fece fu un inchino ben fatto. Senza essere troppo goffa o risultare troppo impacciata. Alcune ciocche mosse ricaddero di fronte gli occhi, ma non ci diede peso. I suoi occhi catturarono la mano di Baldovino, che la incitava a tirarsi su col busto. Ubbidì, rivolgendo lo sguardo alla folla che si era riunita per festeggiare quella sua nomina improvvisa.

"Questa notte festeggiamo un'amica del popolo. Che ha saputo guidare con coraggio e sangue freddo le truppe reali fino alla vittoria della battaglia con l'armata di Saladino. Armata decisamente più numerosa della nostra. Ma grazie al suo aiuto, alla sua abilità strategica e alla sua bravura in fattore militare, Gerusalemme è ancora in piedi. Il merito va ad ognuno dei miei soldati ma soprattutto a questa donna. Senza di lei, oggi, non saremo di certo qui a raccontarlo. È solo una battaglia vinta, non la guerra. Saladino tornerà. Ma vi giuro che io, in qualità di vostro Re, ho il diritto e il dovere di proteggervi ed è ciò che intendo fare, fin quando Dio me ne darà la possibilità."

Il boato di applausi che seguì riecheggiò leggermente per la piazzola completamente ingombrante di ogni nobile e popolano curioso. Ognuno di loro urlava "viva il Re! Viva Re Baldovino! Lunga vita al Re!" Maddalena non aveva mai visto tanta stima di una persona verso il proprio sovrano. Al di là della malattia, vide con i propri occhi quanto il popolo amasse il proprio sire, forse anche più del precedente.

Ma Baldovino dovette mettere fine a tutti quegli schiamazzi, altrimenti continuare sarebbe stato impossibile. Alzò una mano, intimando il popolo a tacere. In seguito, fece cenno a due servitori di avvicinarsi. Portavano in due un grande peso, una teca d'oro, il quale contenuto era coperto da un telo di seta rosso. Il sovrano si voltò verso Maddalena e decise di continuare: "Non sarà mai tanto per potermi sdebitare con voi, Griet, ma spero almeno che sia un inizio." Fece scoccare due dita e i servitori levarono il telo per mostrare il contenuto della teca. Una corona dorata con rubini rossi, al centro grandi e ai due angoli più piccoli. Colori e bagliori che andavano in contrasto con la cappa nera dove ci era poggiata sopra la corona.

Baldovino prese la corona con due mani e senza bisogno di parlare, Maddalena si era già chinata con la testa in avanti. Quando sentì qualcosa sul proprio capo, realizzò davvero ciò che stava succedendo. Era stata incoronata Dama Templare. Subito dopo, alle sue spalle, due servitori allargarono il mantello, una cappa nera, e Maddalena notò la croce rossa che spiccava sul tetro colore che ricordava la morte. Era molto simile alla cappa Templare, cambiava solo lo sfondo. Le venne legata al collo e lei pensò a riavviarla quando fu certa che non poteva più cadere.

"Io ti nomino ufficialmente Dama dell'Ordine Templare, sotto il comando del Gran Maestro Oddone di Saint-Amand, e prima senatrice della città di Magdala. Che Dio sia con te, Griet di Imara."

Ci furono altri applausi e boati ma stavolta erano per lei, per la prima Dama Templare della storia. Ufficialmente, ora, lo era. Quando volse lo sguardo al popolo sorrise soddisfatta, alzando il mento in modo fiero ma non troppo. Di fronte a lei, anche i cavalieri Templari si persero in un applauso d'aggregazione a quello della folla, ben contenti per la loro consorella.

Ringraziò con un sorriso ed un inchino sia il Re che la principessa Sibilla, accanto al suo affascinante consorte e con un leggero rigonfiamento in grembo.

Maddalena prese a raggiungere gli altri cavalieri e il Gran Maestro, ansiosa di sentire i loro primi commenti con quelle nuove vesti ma qualcosa non glielo permise. La gente iniziava ad accalcarsi per uscire dalla piazzola, mentre i nobili per entrare e desinare del pasto serale del banchetto. Andò a scontrarsi contro qualcuno di ignoto, solo quando alzò lo sguardo vide di chi si trattava e il sangue prese a ribollirle nelle vene. Inclinò leggermente la testa di lato, osservando con sorpresa Omar Moloch. Non avrebbe mai pensato di incontrarlo lì. Non era cambiato minimamente dall'ultima volta che l'aveva visto ed erano passati alcuni anni. In giro non c'era traccia del padre, probabilmente sperso tra la folla come tutti.

Omar sembrò non riconoscerla perché fece un flebile sorriso e un inchino con la testa.

"Congratulazioni, Dama Griet."

La cosa che la lasciò ancora più inorridita era il fatto che le aveva fatto anche un baciamano, prima di osservarlo sparire tra il resto della folla, molto probabilmente alla ricerca del genitore.

Con il cuore che le martellava nel petto, come impazzito, osservò la chioma bionda sparire, lasciandosi con sé solo una profonda confusione e sorpresa. Ma forse avrebbe dovuto aspettarselo. Il gesto fatto da lui le aveva confermato che non l'aveva riconosciuta, altrimenti non avrebbe esitato a chiamare le guardie e a smascherarla di fronte al Re. Ma avrebbe dovuto stare attenta. Non poteva permettersi di abbassare troppo la guardia.

Anima RubrumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora