Capitolo XXXV

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Poche erano state le giornate che aveva passato in tranquillità e quella era tra queste. Faceva addirittura troppo caldo per restare fuori nel cortile, all'ombra, sotto uno dei tanti teli che popolavano la piazzola esteriore della fortezza. Il sole illuminava l'erba davanti a sé, rendendola ancora più chiara di quanto non fosse. Alcuni petali di dente di leone si espandevano nell'aria e il canto dei piccoli volatili faceva sembrare quel posto un paradiso. Sotto quel monte, il mare si scagliava violento contro le rocce che incontrava, andando a dormire nel letto d'acqua.

Con un accenno di sorriso a dipingerle il volto, Maddalena osservava come il piccolo Edward si esercitava con il latino, nella scrittura e nella lettura di alcuni manoscritti di Socrate che aveva trovato in biblioteca. Da quando si era presa la responsabilità di prenderlo sotto la sua ala protettiva, doveva fare di tutto per insegnarli qualcosa, nelle poche ore della giornata che le venivano concesse. Come il piccolo, anche lei era circondata da lezioni su lezioni. Bathsheva sembrava sfogare tutta la sua collera celata su di lei, rimproverandola ad ogni rara occasione. Nelle settimane che erano venute, però, l'aveva tollerata con facilità, prestando attenzione a tutto ciò che le diceva.

Con Muhammad, bene o male, andava bene. Ogni tanto discutevano sulle cose più disparate, litigavano, arrivavano anche a sfidarsi a suon di spade, ma riducevano ogni cosa nelle lenzuola. Quasi ogni notte gli faceva visita, si lasciava coccolare, aspettava che l'appagasse con la speranza che un giorno o l'altro lui le avrebbe ridato la libertà. Ma più passava il tempo e più si rendeva conto che quelle stesse speranze andavano via via a sgretolarsi. Pregare non serviva a niente, neanche Dio voleva ascoltarla più. E ormai non sapeva neanche se i suoi confratelli erano ancora in vita o meno. Rinchiusa tra le mura di quella fortezza e le tre discese del villaggio, la sua mente era stata privata di ogni informazione che riguardasse l'Ordine e la marcia di Saladino verso Gerusalemme.

Un sospiro si levò nell'aria, fuoriuscito dalle sue labbra, mentre con una mano –il quale gomito era poggiato sul ginocchio- si sorreggeva il capo con fare pensieroso, fin troppo. Tutti quei pensieri, prima o poi, avrebbero finito per ucciderla.

"Perché sospirate, mia cara?" Sebbene arrivato all'improvviso, il tono gentile e un poco preoccupato dell'anziano Hasan non la spaventò. Alzò lo sguardo verso di lui, sbattendo le palpebre un paio di volte. Lo stare ferma le aveva provocato della leggera sonnolenza.

"Noia forse, mio buon amico." Ma la sua voce era chiaramente velata da qualcosa di più profondo che della semplice noia ed era sicura che un uomo saggio e di mondo come Hasan l'avrebbe capito.

"Avrei scommesso metà della mia fortuna che fosse malinconia." Maddalena non rispose, la verità faceva male persino a sé stessa. Sentirsela dire poi, aumentava maggiormente il suo dolore, attanagliandole lo stomaco in una profonda voglia di vomitare. Hasan spostò lo sguardo da lei ad Edward, il quale aveva interrotto la lettura quando l'aveva visto arrivare ed ora l'osservava impaurito e curioso allo stesso tempo. L'anziano capo gli rivolse un sorriso rassicurante, avvicinandosi a lui e scompigliandogli la chioma riccioluta. "Per oggi basta studiare. Vai pure a vedere i cavalli nelle stalle giù al villaggio."

Edward strabuzzò gli occhietti vispi dal colore azzurro cielo. Le guance paffute si gonfiarono quando curvò le labbra all'insù per un sorriso. Lo si vedeva dall'espressione che era contento di lasciare quel cortile, almeno per un po'. Si alzò, lasciando i manoscritti sul tavolino basso. Mettendosi di fronte ad Hasan fece un lieve inchino con il busto.

"Grazie, Signore." E rivolgendo a Maddalena un sorriso, che venne ricambiato subito, si avviò verso il grande portone che conduceva all'atrio della fortezza.

La dama l'osservò allontanarsi fino a quando la sua figura non sparì tra le mura del maestoso e impotente dimora, sentendo chiaramente lo sguardo di Hasan su di sé. Sul suo campo visivo si manifestò la sua mano che le porgeva per aiutarla a rialzarsi. L'accettò volentieri, volgendogli uno sguardo.

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