Con un po' si fortuna, l'alba arrivò anche sulla dimora di Damasco, quella appartenente a Malik, il fratello di Saladino.
Il giovane fratello del Sultano non sapeva davvero come si sarebbe sdebitato stavolta. Un cristiano, coloro che suo fratello maggiore aveva sempre ritenuto la minaccia di loro mussulmani, gli aveva salvato la vita.
La sera precedente, dei Nizariti, avevano attaccato l'accampamento di suo fratello e avevano liberato i Templari che erano tenuti prigionieri. Ciò non gli sarebbe piaciuto affatto ma quello che era importante era che aveva avuto salva la vita. E un mussulmano non dimenticava facilmente. Se non fosse per quel cristiano non si sarebbe trovato quel giorno alla sua dimora e sua figlia sarebbe rimasta orfana, esattamente come sua sorella avrebbe pianto un membro della sua famiglia.
Il bussare della porta lo distolse dai suoi pensieri e con cenno di sorriso ad increspargli le labbra, diede il consenso di entrare. Sapeva già di chi si trattava.
"Avanti."
Infatti, la figura di Arn Lundberg entrò poco dopo. I lunghi capelli dorati tagliati, il volto più segnato dalla precedente battaglia. Aveva riportato due o tre segni sul viso, da come gli aveva raccontato, si era imbattuto in un incappucciato mentre aveva sentito un urlo di donna provenire dalla cella dov'era rinchiuso Oddone di Saint-Amand.
Quando la campana d'allarme aveva suonato, Malik aveva immaginato chi fossero gli intrusi e così, senza aspettare un consenso da parte di Saladino, partito ancor prima dell'alba per Masyaf, aveva ordinato a due guardie di decapitarlo. Quell'infame cristiano se lo meritava, non tutti erano uguali. Inoltre, continuava a temporeggiare su dove fosse suo figlio e la sua pazienza era giunta al limite.
Il cavaliere indossava abiti puliti, più della sua religione. Fece cenno di avvicinarsi e lui ubbidì.
"Mi avete fatto chiamare, principe?"
Malik riempì due calici di vino, passandole uno al suo ospite, che si mise comodo e seduto su una poltrona, non troppo distante dal padrone di casa. "Principe? Cos'è tutta questa formalità? Chiamami Malik, come hai sempre fatto."
"D'accordo, Malik." Rispose lui, in forma confidenziale, sorseggiando dal suo calice.
"Dovremo discutere della tua ricompensa. Grazie a te ho salva la vita. Per la seconda volta." Il principe allargò le braccia, in tono felice, inclinando di poco la testa. "Chiedimi ciò che vuoi."
"Quando sono venuto qui, vi avevo chiesto un aiuto per ritrovare mio figlio." L'unico desiderio del cavaliere era ritrovare il piccolo Edward, non poteva essere più felice. Voleva abbracciarlo e stringerlo tra le sue braccia, promettendogli che non l'avrebbe più lasciato solo.
Malik ridusse le labbra ad una linea retta, tornando serio.
Lui era principe, suo fratello Sultano. Ma neanche Allah poteva fare miracoli, figurarsi loro che erano solo nobili e suoi servitori mortali. Anche se, alcune volte, gli eventi prendevano delle pieghe totalmente inaspettate. Gonfiò il petto, alzandosi dalla poltrona che occupava. Mise le mani dietro la schiena, rivolgendo uno sguardo al suo ospite.
"Seguimi, Arn."
Mentre si allontanava verso la porta, sentì dietro di sé il cavaliere poggiare il calice su un tavolino e i suoi passi dietro di lui. Continuò a camminare, senza voltarsi indietro, sentendo chiaramente che lo stava seguendo come gli aveva ordinato.
Quando giunsero al luogo, Malik sorrise, voltandosi verso Arn che lo guardava con qualche sospetto. "Non abbiate timore, aprite la porta." E, detto ciò, indicò all'uomo la porta di legno che si sarebbe aperta facilmente anche con una folata di vento, ma l'aria era immobile.
Arn avanzò appena, mentre con una mano spingeva la porta affinché si aprisse. Un verde prato inglese si aprì ai suoi occhi, centrato da una fontana bianca, la quale acqua zampillava come impazzita. Sul bordo vide la figura di Rabia, perfettamente vestita con un abito cremisi, i capelli neri sciolti sulle spalle. Era oltremodo stupenda. Quando ella si accorse della presenza del cristiano e di suo fratello si alzò, facendo un breve inchino e un largo sorriso sulle labbra rosee. Poco dopo, il suo sguardo, si abbassò leggermente su una figura molto più bassa.
Quando anche la seconda figura si era voltata verso di lui, stavolta, fu Arn a non poté trattenere un sorriso. Per la prima volta credeva nel suo Dio, credeva nelle preghiere e in tutto ciò che le circondava.
Per giorni aveva atteso quel momento, tanto che credeva ancora di sognare, ma dovette ricredersi quando il piccolo Edward gli saltò in braccio, abbracciandolo e tra le lacrime sussurrando un nome che credeva di non sentire mai più dalle sue labbra.
"Papà."
Per la seconda volta, Arn Lundberg non poté fare a meno di contenere le sue lacrime.

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Anima Rubrum
Ficción históricaGerusalemme, anno 1171 d.C. Maddalena Atlassi è l'unica figlia del commerciante di stoffe Samir, uomo devoto al suo re ma anche ambizioso. Talmente tanto che decide di dare in sposa la giovane al figlio di un signorotto locale, Omar Moloch. Senza sa...