Una nuvola di fumo si alzò nell'aria e fu costretto a tossire sonoramente.
Omar Moloch odiava i posti polverosi che non venivano aperti da mesi se non anni. Anche se era passato del tempo da quando era divenuto il nuovo padrone della villa, che vantava dimensioni simili a metà palazzo reale lì in Palestina, non vi si era mai soffermato troppo ad ammirare o approfondire ciò che un tempo era stato degli Atlassi. Fino a quella tarda sera, dove Morfeo non voleva accoglierlo tra le sue braccia ed era inquieto. Da un momento all'altro suo padre sarebbe entrato da quella porta, rivelandogli quale stramba idea aveva avuto per ingraziarsi il sovrano inglese.
Un tonfo a terra lo fece distrarre dai suoi pensieri. Omar volse lo sguardo a ciò che era appena caduto dal soffitto, la quale polvere continuava ad alzarsi.
Un forziere di piccole dimensioni.
Il giovane conte si chinò e con una passata di mano lo ripulì da ulteriore polvere che vi era sopra. Doveva essere stato sopra il tetto della villa per anni ma non ne riusciva a capire la ragione. Tuttavia, non se ne preoccupò e pensò di aprire per vedere cosa contenesse. Ciò che vide lo lasciò non poco deluso. Al suo interno vi era del tessuto di raso rosso scuro e una lettera aperta ma ben conservata. Quando Omar la prese per leggerne il contenuto vide che le parole erano consumate ma alcune ancora leggibili.
Mio caro amico Samir,
voglio congratularmi con te per la nascita della tua primogenita. La morte di tua moglie mi rattrista profondamente e non posso che farti le mie condoglianze. Vorrei essere lì in modo da placare almeno in parte il tuo dolore. Magdalena era una donna dall'animo buono e il cuore nobile ma sono sicuro che questo lo sai già. Del resto, amico mio, tutto ciò era stato scritto anni fa. Dio ci ha affidato una missione da portare a termine e noi, da suoi bravi servitori, ubbidiamo.
Ora Samir, sarebbe meglio che parlassimo di quella cosa che rimandiamo sempre. Tua figlia è ancora una bambina ma non puoi negare neanche tu ciò che ella è in realtà. Tua moglie portava in grembo un segreto ben più grande di lei e lo sai bene. Ormai ho la chiesa con il fiato sul collo, specie il cardinale Federico al quale devo dare una risposta prima della prossima Estate. Anche tu devi pensarci, Samir.
So che verrai qui in Provenza per un affare importante, riguardo il commercio delle stoffe. Ti prego quindi di passare da me, sarebbe un piacere averti come ospite fino a quando non tornerai a Gerusalemme da tua sorella e tua figlia. Saluta entrambe da parte mia.
A voi vanno i miei migliori auguri e le mie condoglianze.
Devotamente vostro,
Frate Qasim.
Gli occhi di Omar vagarono per alcuni istanti su quelle parole ingiallite e cancellate dal tempo. Un senso di curiosità prese a farsi largo dentro di lui. Quale segreto nascondeva Samir? Aveva capito che centrava Maddalena, eppure...
"Omar, sei lì?" Una voce in lontananza lo chiamò.
Suo padre stava per entrare. Non voleva fargli vedere cosa aveva scoperto, preferì tenerla per sé. Non si trattava di sfiducia ma solo di prudenza. Rapidamente rimise la lettera nel piccolo forziere e lo nascose in un baule di legno, coprendo la polvere a terra con un telo.
"Sì, padre." Rispose, andando verso la porta. Quando l'aprì vide Blaser comparire sulla soglia alcuni minuti dopo. Sul volto aveva un sorriso che non gli piaceva affatto.
"Oh, sei qui. Preparati figliolo, domani mattina partiamo per la Francia e abbiamo anche un gran motivo per festeggiare!"
"Come mai? E cosa, di grazia?"
"Riguarda la mia futura sposa. Una donna d'alto e antico rango, tanto quanto il nostro."
Omar ebbe quasi paura di sapere il nome della sfortunata che sarebbe divenuta la nuova contessa Moloch. Non tollerava il modo con la quale suo padre adescava poveri sventurati affinché si meritasse la sua fiducia e quindi spennarli come un tacchino prima di essere cucinato.
"Bene. Allora mi preparo." Senza ulteriori auguri, il giovane Moloch fece per tornare nella stanza e preparare i bagagli alla partenza. Sembrava che il fato gli andasse a favore. Aveva una posizione a corte, una moglie, presto anche un erede visto che era incinta da poco. Ed ora anche suo padre si apprestava a togliere le tende dalla sua vita.
Poco male.
Ora aveva un modo per raggiungere la Francia senza destrare sospetti in suo padre e scoprire qualcosa di più riguardo a quel frate e al segreto che condivideva con Samir. Ma Omar si fermò sulla soglia, voltandosi verso il padre, anche lui diretto verso la sua stanza. "Un'ultima cosa, padre."
"Dimmi." L'anziano conte si fermò e si voltò ad osservare nuovamente il figlio, il quale pallore del viso era simile a quello di un fantasma ma preferì non fare testo al riguardo. Era sicuro che quando sarebbero andati in Francia, entrambi avrebbero ripreso un po' di colore in viso.
"E come si chiama la tua nuova contessa?" Volle sapere lui. Del resto, Omar era un tipo che sulla base di un nome disegnava un volto e un carattere. Talvolta si sbagliava ma la maggior parte delle volte ci azzeccava.
Blaser, dal canto suo, sorrise e socchiuse appena gli occhi. "Lucrezia Sinclair."
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Anima Rubrum
Historical FictionGerusalemme, anno 1171 d.C. Maddalena Atlassi è l'unica figlia del commerciante di stoffe Samir, uomo devoto al suo re ma anche ambizioso. Talmente tanto che decide di dare in sposa la giovane al figlio di un signorotto locale, Omar Moloch. Senza sa...