Il suo primo ordine come Dama Templare, all'alba del nuovo giorno, fu quello di chiamare quanti più architetti c'erano nel Regno di Gerusalemme e che l'aiutassero a rimettere in piedi la città di Magdala. Negli anni aveva subito diverse decadenze, tra le quali la mancanza di acqua e gli abitanti si lamentavano per non poter irrigare i campi. Di quel passo l'agricoltura sarebbe andata persa. Così aveva chiesto al Gran Maestro Oddone di poter assentarsi da Gerusalemme per qualche giorno, il tempo necessario per verificare con i suoi occhi a che punto era la situazione e dovette ammettere che era abbastanza critica, forse di più di come gliela avevano descritta.
Ordinò ad un contadino di chiamare quanti più uomini conoscesse e di iniziare a scavare vicino ai pozzi. L'acqua aveva una specie di canale per arrivare al pozzo principale e quindi c'era la possibilità di trovare quel bene prezioso prima di quanto immaginasse. Mai cosa fu più vera. Un'ora dopo di scavi, venne chiamata da un contadino, il quale la ringraziò. L'acqua era tornata a Magdala ed ora avrebbero potuto continuare ad irrigare i campi per far crescere i loro frutti della terra e venderli al mercato.
Con suo rammarico, Maddalena costatò che l'acqua non era l'unica cosa che mancava nella cittadina. Il bestiame stava attraversando un periodo di crisi, tanto che si diceva in giro che ci fosse una specie di epidemia e come se non bastasse non c'erano neanche le erboristerie. Ma la giovane Dama sapeva a chi rivolgersi. Chiese alla sua fedele amica Iris se poteva mandare una missiva nella città di Cesarea, dove era stata curata, chiedendo alla anziana guaritrice del posto se aveva qualche abile ragazza da mandarle. Ci vollero ben quattro giorni prima di ricevere una risposta, fu felice di vedere che non era scritta a mano ma era lì in carne ed ossa. Cinque giovani aiutanti, che avevano già avuto modo di conoscere Iris, si presentarono di fronte agli occhi della senatrice. Jaylene, Pearl, Kòra, Kamélia e Alexandra. Non avevano un legame tra loro, ma erano legate da qualcosa più importante del sangue, l'amicizia e la complicità. Cose che Maddalena apprezzava. Dimostrarono in poco tempo di avere abbastanza spina dorsale e voglia di aiutare. Venne così costruita la prima erboristeria della città di Magdala.
Era ormai notte quando fuori la terrazza del palazzo padronale, Maddalena osservava il cielo stellato sopra la propria testa e quella della sua amica guaritrice, che aveva nominato medico ufficiale della città. Per lo più verificava che le nuove ragazze facessero il loro lavoro. Il marmo del pavimento e delle due colonne dove al centro c'era la ringhiera bianca, sembravano risplendere nell'oscurità notturna. Delle torce appese alle pareti erano accese e illuminavano il passaggio. Al centro, di fronte ai due divani con decori tipici del posto, c'era un tavolino dove sopra vi era una ciotola di terracotta con dei canditi e un candelabro d'oro acceso, che illuminasse i loro volti rapiti dalla notte.
"Le nuove guaritrici sono in gamba, molto competenti." Iniziò Iris, rompendo in parte il ghiaccio invisibile che si era creato attorno a loro.
Maddalena inclinò le labbra in un flebile sorriso. Anche se dalla sua espressione non sembrava, era molto soddisfatta di ciò che aveva fatto. In pochi giorni aveva risolto la maggior parte dei problemi della città, ora doveva trovare un modo per risolvere il problema dei pescatori che non pescavano un pesce da almeno due mesi. La Dama tenne le braccia posate sulla testata d'argento del comodo divano.
"E' un bene per la città." Appoggiò la schiena, coperta da un corpetto rosso dai lacci neri, allo schienale, facendola aderire alla perfezione e rilassando i muscoli del corpo. Fisicamente era presente a quella gradevole conversazione serale con la sua unica e più cara amica, ma in realtà con la mente era distante chilometri. Ripensava all'incontro-scontro avuto con Omar Moloch, il suo più acerrimo nemico, dopo suo padre. Lui non l'aveva riconosciuta.
E come avrebbe potuto? Maddalena fece una smorfia ironica. Negli anni il suo aspetto era mutato, tranne per i suoi occhi e i suoi capelli castani dai riflessi dorati, rimasti sempre gli stessi. Era stato come un tuffo al cuore tornare proprio in quel cortile dove la sua prima vita si era spezzata. Si chiese se Arn fosse ancora lì e se fosse stato presente alla sua nomina di Dama Templare. Lui l'avrebbe riconosciuta anche tra mille travestimenti. Ma poi si disse che era sbagliato pensare ancora a lui, quando proprio egli l'aveva dimenticata dalla mente e dal cuore, altrimenti non avrebbe sposato quella donna. Il ricordo di aver spiato il matrimonio dall'alto delle arcate della cappella ad Acrì era ancora perfettamente vivo e ogni qual volta passava di lì non poteva impedirsi di ricordare tutte le lacrime che in silenzio e nel buio aveva versato, velate soprattutto dalla fastidiosa gelosia che gli montava dentro. Il pensiero costantemente fisso sul fatto che sarebbe stata un'altra donna a baciarlo, a giacere con lui, a dargli un figlio e a passare con lui ogni istante della sua vita. Chiunque fosse era stata fortunata, non conosceva il suo nome ma sapeva che proveniva da un ricca e nobile famiglia del Nord della Francia.
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Anima Rubrum
Historical FictionGerusalemme, anno 1171 d.C. Maddalena Atlassi è l'unica figlia del commerciante di stoffe Samir, uomo devoto al suo re ma anche ambizioso. Talmente tanto che decide di dare in sposa la giovane al figlio di un signorotto locale, Omar Moloch. Senza sa...