Cumino.
Fu la prima cosa che riuscì a pensare quando riprese il controllo del suo corpo. I muscoli erano indolenziti e si sentiva ancora parecchio frastornata. Era come se avesse dormito un intero anno, senza mai risvegliarsi. Un letargo perenne. Pacifico da un certo punto di vista.
Per una volta, dopo anni, Maddalena si era ritrovata in pace con sé stessa nel suo sonno. Le era sembrato di avvertire il calore, quello stesso calore che aveva quando viveva ancora spensierata nella sua villa, con suo padre, sua zia e sua cugina. Per una volta non sentiva caldo per via del sole. Ovunque si trovasse, stava molto comoda. Sembrava il giaciglio della sua stanza da letto, a Magdala. Comodo, confortevole, rilassante e protetto da ogni ingiustizia e infamia del mondo e della gente.
Era una cucciola di leonessa cresciuta troppo presto, tra insidie ed intrighi che l'avevano temprata nel carattere, fortificata con cannoni potenti ed indistruttibili. Avvelenata con la crudeltà, ma benedetta con la gentilezza e la grazia di una Dea. Del resto, non tutte le divinità femminili erano gentili, buone e con il sorriso sempre stampato in volto. Alcune erano sensuali, vendicative, determinate.
Ce ne sono molte ma una tra tante era Diana. Dea della caccia ma anche della guerra. Lei aveva delle regole rigide riguardo alla gente. Basta pensare che un cretese, di nome Siproite, solo per averla vista nuda, lo aveva trasformato in un cervo. Lei era una donna che oltre ad essere venerata per la sua divinità, lo era anche per la sua astuzia. Secondo un'altra leggenda uccise Adone, uno dei favoriti di Afrodite, perché quest'ultima ne aveva ucciso uno a Diana. Non c'era da stupirsi quindi che fosse una Dea con gli attributi, la Signora della caccia.
Maddalena però era una comune mortale e sapeva che la sua vita aveva avuto un inizio e, prima o poi, avrebbe avuto una fine, morente o dolente. Era il ciclo della vita. Eppure, era ancora tremendamente convinta che da un momento all'altro sua zia sarebbe piombata in camera per svegliarla, per dirle quanto fosse una dormigliona, rimproverandola come al suo solito. Si sarebbe alzata e avrebbe salutato Gerusalemme affacciandosi fuori dalla finestra semplicemente con il sorriso. Poi sarebbe andata da suo padre e l'avrebbe abbracciato con un bacio sulla guancia, si sarebbe dedicata al lavoro della bottega e avrebbe richiamato nuovamente Hassan per rimproverarlo quando il suo sguardo volava oltre le sue gonne.
Uno starnuto ruppe la magia e l'illusione attorno a lei.
Realizzò che il calore era sparito quando si era svegliata. Ora sentiva nuovamente freddo, come se fosse in un mare infinito, come se fosse morta.
Lo sono davvero?
Se era davvero morta doveva trovarsi in paradiso. Magari avrebbe rivisto suo padre.
Quando aprì le palpebre ci volle un po' prima che potesse mettere a fuoco ciò che la circondava. Le girava la testa e questo le impediva di alzarsi anche solo con il busto. Rimase quindi sdraiata sul giaciglio, provando nuovamente ad aprire gli occhi.
Paradiso o meno, ciò che c'era intorno a lei ne aveva le sembianze. Si trovava in una stanza completamente gremita di tappeti sul pavimento, la maggior parte erano persiani. Tutto intorno a lei sprizzava lusso e ricchezza. Le poche mensole presenti erano di marmo bianco e sopra vi erano dei libri, alcuni rovinati, altri come nuovi. Le pareti rocciose erano coperte da dei veli ocra e bianchi.
Davanti a lei c'era un'arcata che faceva sì che le mostrasse il panorama di dove si trovava. Sotto di essa vi era un giardino che sembrava uscito dalle favole. Diviso in tre piazzole, la prima era sicuramente la più ampia, rispetto alla seconda e alla terza. Nella prima vi era al centro un tavolo con quattro cuscini intorno, una fontana e dei fiori belli, colorati e freschi.
Rivolse lo sguardo al soffitto, perfettamente in armonia per quanto riguardava il colore. Bianco. Sembrava che oltre al lusso sprizzasse la purezza, in qualunque cosa portasse quel colore, una qualità che lei non aveva più.
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Anima Rubrum
Historical FictionGerusalemme, anno 1171 d.C. Maddalena Atlassi è l'unica figlia del commerciante di stoffe Samir, uomo devoto al suo re ma anche ambizioso. Talmente tanto che decide di dare in sposa la giovane al figlio di un signorotto locale, Omar Moloch. Senza sa...