"Ahia! Mi sono tagliata."
Il lamento arrivò dal fondo della sartoria, qualche scaffale pieno più in là, proprio dove un gruppo di persone si era radunato per imparare l'ardua pratica del ricamo. Per chi era di nobile famiglia, ovviamente, era un qualcosa che insegnavano da fin dall'età della ragione, ma per chi il pane doveva sudarselo, no. C'era chi sbagliava, chi imprecava tra sé a bassa voce senza farsi sentire, in questo caso, a lamentarsi per un piccolo errore, era stata la figlia del titolare della bottega di stoffe e rammendo del paesino, Maddalena Atlassi. Accanto a lei, le sue cugine, non facevano che guardarla dal basso verso l'altro con tanto di sopracciglio alzato.
"Possibile che tu non sia capace di ricamare? Eppure, è una cosa così facile!"
"Lascia stare tua cugina, Lucinda." L'ammonì sua madre Nasira, prima di rivolgere un'occhiata di rimprovero alla nipote. "E tu, vatti a curare quella ferita e torna subito al bancone a servire i clienti. Muoviti!" Esclamò, un poco severa, prima di riprendere il ricamo dell'orlo di un vestito che doveva essere consegnato per quella sera stessa.
"Sì, zia." Si limitò a dire la giovane, prima di alzarsi e fare come gli era stato detto. Non prima, almeno, di fare una linguaccia a quell'antipatica di sua cugina.
Zitella. Pensò ironicamente, mentre attraversava la bottega di suo padre per andare nel retro, dove, in mezzo a pacchi non ancora aperti provenienti dalle regioni vicine, trovò una pezza vergine e dell'acqua pulita. Era stata così soprappensiero che non si era minimamente resa conto che, l'ago, aveva penetrato dentro la pelle un bel po' in profondità. Un colore primario si riversò sulla pezza sterile, di colore bianco sporco. Il colore rosso del suo sangue spiccava alla vista.
Non appena sentì la porta aprirsi, Maddalena andò al banco prima di ritrovare sua zia a rimproverarla nuovamente. Era Hassan, il nuovo collaboratore di suo padre e incaricato a portarle i pacchi dal porto. E con quella faccia da provolone, poi, non mancava occasione che la spiasse sotto le gonne.
"Questi sono provenienti da Damasco, mentre questi da Acrì." Le spiegò, mentre poggiava i pacchi sul bancone davanti ai suoi occhi. Dopodiché, con la coda dell'occhio, Maddalena vide la mano di Hassan rovistare all'interno della sua tunica, per consegnarle un pezzo di pergamena un poco bagnato. "Mentre questo è da parte di chi sapete voi." Concluse, un poco infastidito, mentre se ne andava nel retro bottega per cambiarsi e iniziare la sua giornata lavorativa.
Con il cuore a mille, Maddalena ignorò il tono di Hassan e aprì subito il pezzo di pergamena. Una breve frase, ma essenziale per mandarla in visibilio.
Tra un'ora al lago.
Si umidì il labbro inferiore con la punta delle labbra, mentre, con cura, lo ripiegò e lo nascose sotto una pila di stoffe che, sicuramente, quel giorno non venivano utilizzate. Si guardò un attimo in giro e poi si diresse verso l'uscita, alzando i lembi del suo vestito verde per non far rumore sulle assi di legno del pavimento.
"Dove vai?"
La voce di Lucinda le arrivò alle spalle, come il peggiore dei banditi pronto ad ucciderla, e con un sopracciglio alzato, attese una risposta per farle la predica.
"Mio padre mi ha mandato un messaggio. Devo raggiungerlo al porto, perché sta per tornare dal suo viaggio d'affari. Stai tu al bancone." Le disse, mentre apriva la porta e si affrettò ad uscire in strada prima che sua cugina potesse dire qualsiasi cosa.
Una volta in mezzo alla folla, per Lucinda fu impossibile recuperare quella scalmanata. Con un ghigno per niente celato, andò al bancone per prendere il posto della ragazza, certa che l'avrebbe riferito sia allo zio che alla madre per fargli avere una strigliata che se la sarebbe ricordata per anni.
Il lago era il loro posto speciale.
Un piccolo angolo di paradiso in terra dove ritrovarsi, dove si erano dati il loro primo bacio, dove si erano giurati di restare sempre insieme fin da quando erano piccoli. I tronchi di quegli alberi secolari li avevano visti crescere, fisicamente e anche mentalmente, ma avevano visto anche i loro sentimenti mutare.
"Quando sarò cavaliere ti sposerò. Te lo prometto, Maddalena."
Ma quando erano cresciuti, i sogni erano rimasti lì, a prendere la muffa e le ragnatele. A Maddalena non importava che lui non sarebbe diventato mai un cavaliere, per via delle sue umilissime origini da figlio di locandiere, perché c'era qualcosa che veniva prima dei sogni e delle promesse, ed era l'amore.
Come sempre, Maddalena fece finta di non sentirlo arrivare, anche quando si vide la vista diventare buia da un paio di mani che fungevano da benda provvisoria.
Con un sospiro sconsolato e un sorriso sulla bocca, la giovane lo lasciò giocare un po'.
"Indovina chi sono?" Le chiese, tentando di camuffare la voce in modo buffo, rendendola più profonda.
"Oh, non saprei, mio Signore! Un brigante di passaggio? Non ho soldi o gioielli di valore con me, mi spiace."
"Mi rincresce, mia bella Signora, allora credo che dovrà pagare penitenza." E prima ancora di potersi svincolare per correre via da lui, il giovane le tolse le mani dagli occhi per poterla prendere e attirare a lui per baciarla.
Maddalena sgranò appena gli occhi per la sorpresa, prima di farsi trascinare sull'erba vicino alla riva e godersi quelle innocenti carezze che al di là dei semplici baci non si erano mai spinte. Baci che scivolavano sotto il suo mento, sotto il suo collo, arrivando anche ai seni coperti dal corpetto del semplice abito che indossava.
"Arn." Sussurrò lei, buttando la testa all'indietro senza opporre resistenza.
"Sei una continua tentazione, Maddalena. E una tortura." Le fece notare lui, rialzando lo sguardo verso il suo viso per contemplarlo. Un volto di un angelo, incorniciato da una cascata di capelli bruni riccioluti. Aveva dei tratti femminili aggraziati, come una di quelle statue religiose che aveva visto nei suoi pochi viaggi.
La giovane, sorridendo, alzò una mano per accarezzargli il viso dove un cenno di barba minacciava di spuntare nuovamente. "Allora fermati."
Anche Arn Lundberg poteva essere bello e dispettoso come un Dio. La pelle caramellata, quasi bruciata dal sole, i capelli biondi e gli occhi chiari. Era una bellezza diversa da quella della sua terra, infatti le sue origini erano suggerite dal suo aspetto. Veniva una terra lontana, che le sembrava di aver capito essere la Svezia.
"Prima paghi pegno, completo." Le disse, fingendosi minaccioso, mentre faceva ricadere la bocca sopra i seni coperti della ragazza.
"Non credo proprio." Ribatté Maddalena, dandogli un calcio per farlo levare da sopra di lei, in modo che fosse libera di alzarsi e correre via dalle sue grinfie, dritta nel lago per un bel bagno dove, pochi istanti dopo, venne raggiunta da un vendicativo Arn che aveva lo scopo di acciuffarla e riempirla di baci per tutto il giorno.
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Anima Rubrum
Historical FictionGerusalemme, anno 1171 d.C. Maddalena Atlassi è l'unica figlia del commerciante di stoffe Samir, uomo devoto al suo re ma anche ambizioso. Talmente tanto che decide di dare in sposa la giovane al figlio di un signorotto locale, Omar Moloch. Senza sa...