Capitolo XII

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Il 15 luglio, il figlio del defunto re Almarico, tale Baldovino, venne incoronato sovrano di Gerusalemme.

Secondo il Gran Maestro Oddone, la reggenza era stata affidata dapprima a Milione di Plancy per poi passare al cugino del padre, Raimondo III di Tripoli. L'intera città Santa risentiva della mancanza del precedente sovrano e il popolo si chiedeva come avrebbe fatto un re così giovane e inesperto a governare sull'intera Gerusalemme.

Le voci erano arrivate fino ad Acrì, dove Maddalena aveva completato il suo addestramento con il cavaliere Robert de Sablé, affinché contribuisse anch'ella in battaglia. Durante i mesi che seguirono all'incoronazione di Baldovino, il fratello di Guido di Lusignano, Almarico, la teneva informata su ciò che succedeva a corte, come erano d'accordo. Era riuscita a sapere parecchie cose su Moloch, ad esempio che si erano trasferiti nella sua villa, che avevano venduto i suoi gioielli, le stoffe e anche l'intera bottega. Il duro lavoro di suo padre era andato perduto così, la ricchezza tanto guadagnata e sudata era volata via in un soffio di vento. Almarico dovette informarla di un'altra brutta notizia. Sua zia Nasira era stata rinchiusa in un convento, per ordine dei Moloch, dove si apprestava a prendere i voti da lì a poche settimane per la clausura, mentre sua cugina Maria era stata data in sposa ad un ricco mercante di tessuti a Damasco, e l'alta sua cugina, Lucinda, aveva sposato Omar.

Maddalena sognava notte e giorno di vendicarsi e di riottenere l'onore perduto, non pensava ad altro. Ed era sicura che un giorno ci sarebbe riuscita. Ma quel giorno non era ancora arrivato, ora come ora poteva solo sperare che l'indomani fosse migliore della giornata vissuta. Completato l'addestramento, il Gran Maestro, le aveva fatto forgiare una lama da uno dei fabbri più esperti della Terra Santa. Una spada elegante e che lasciava una scia di giustizia ogni qual volta tagliasse l'aria e il vento nel brandirla.

Le truppe di Saladino avanzavano lente, dirette verso Gerusalemme. Il Gran Maestro rassicurava i suoi sottoposti che non c'era alcun tipo di pericolo ma Maddalena sapeva che non era così. Persino in città si mormorava di quanto era abile il neo Sultano nelle strategie di battaglia. Non mancava di citare il suo nome nelle preghiere dei cavalieri del tempio. Alcuni di loro, in quei giorni, sotto ordine del "grande capo", avevano lasciato Acrì per partire verso Nablus, Gerico e Jerash, per promuovere azioni militari che sarebbero state utili, in caso di necessità. Maddalena, invece, non era partita. Lei sarebbe dovuta rimanere lì con Robert e altri cavalieri come Jarabe, Umar e Gérard. Quel giorno avrebbero dovuto ispezionare il porto di Acrì, giusto per vedere se c'erano disordini in giro.

Ormai quasi tutti i cavalieri Templari avevano fatto l'abitudine ad avere una donna tra loro. Due se si contava anche Iris che, quella mattina, era andata con la sua "Signora" –come la chiamava lei- al porto. Iris ci andava solamente per comperare delle nuove erbe, delle stoffe e delle nuove lenzuola. Il Gran Maestro, inoltre, aveva acconsentito a dare alla giovane Maddalena una cappa bianca con la croce rossa, l'avrebbe protetta da possibili malviventi o ubriaconi che si aggiravano per il porto.

San Giovanni d'Acrì sembrava una città dove il sole non sorgeva mai, per quanto le nuvole erano calate sopra la città. La peste era ancora viva per le strade e la puzza di morto era palpabile persino nei quartieri adagiati. I corpi giacevano lì, accanto alle case che cadevano a pezzi, con misere coperte rotte che coprivano solo il volto e il petto delle persone. Le gambe erano scoperte e le mosche sembravano danzare sopra quei corpi senza vita. Neanche loro, come i Saraceni, avevano rispetto per i morti. Ma bastava poco per ignorare il destino. Davvero poco. Bastava girarsi verso il mare, verso il cielo e si ricordava veloce delle cose semplici e belle della vita e che la morte faceva parte di esse. Una preghiera su quelle vittime sarebbe stata presente anche per Maddalena, che camminava appena dietro i suoi fratelli Templari, affianco ad Iris che sembrava più rilassata di lei. Per quest'ultima era facile, era una guaritrice apprendista e abitava in una città dove c'era movimento.

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