7. La dea della morte

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Il sole ancora deve sorgere, e troppo presto. Mi sono addormentata sulla spalla di Kai e il collo mi fa un male cane.

Prendo il telefono e vedo l'ora, 4.20 mp, già è presto.

Mi sistemo meglio sul divano e mi guardo intorno e finisco a guardare Kai che dorme beatamente.

Ha la testa appoggiata allo schienale e rivolta verso di me, i capelli arruffati sugli occhi e l'aria da angioletto gli donano. Resto a guardarlo per qualunque minuto, senza accorgermene.

<so che sono bellissimo anche mentre dormo ma sembri una psicopatica così> sicuramente non più di occhi demoniaci, in tutto ciò aveva ancora gli occhi chiusi e diamine mi ha beccata.

<in realtà stavo guardando quel pacco di biscotti> si gira a guardarli e sorride <saranno anche buoni, ma non quanto me>
<io questo non lo so, dovrebbero darti conferma le tue fan> mi alzo e vado a prendere i biscotti e mi appoggio al tavolo.

<oh piccola Hel, perché andare dalle altre quando ho la perfezione d'avanti a me?> mi segue bloccandomi tra se e il tavolo. Sono molti i momenti come questo, e per mia enorme fortuna non finiscono mai come si immaginerebbe.
<la perfezione?> continua a guardarmi le labbra, famelico.
<mh mh>
<beh, non posso darti torto> io scherzo e provocò di natura, ma non credo che questa volta sia stata la scelta giusta, eppure vederlo così vicino a me, con le labbra socchiuse, mi fa desiderare di provarle.

Ma la mia mente al posto di Kai mi fa immaginare Ades Graison. Incubo peggiore ad occhi aperti non potevo concedermelo.

Si avvicina sempre di più fino a far sfiorare i nostri nasi ma bussano alla porta.

Kai mi si allontana bruscamente ed io posso prendere fiato, poi guardiamo la porta un pò spaventati. Che sia lui?

Bussano ancora <Ryder. Lo so che sei dentro!> oh no, me ne sono dimenticata cazzo!!
<è Marcus, il proprietario> gli sussurro e Kai resta in silenzio avvicinandosi alla porta con me. La tensione sale.

Quando sto per guardare dallo spioncino la porta si spalanca e io cado all'indietro.
Marcus è enorme, alto un metro e novanta,massiccio e con una faccia orrenda, aggiungerei dire che è anche sensa capelli e che la luce che la fa luccicare mi fa ridere, ma forse è meglio non farlo.

<dove sono i miei soldi piccola bastarda!?> ok ma perché mi chiamano tutti piccola? Certo sono più bassa di qualunque ragazzo a Miami ma diamoci una calmata.

Mi rialzo metre Kai rimane in disparte pronto a colpire se c'è ne fosse bisogno.
<senti, ho I soldi ma devo portarteli domani perché non li ho qui>
<non mi interessa che non li hai qui, tu mi devi quei soldi e sai come va a finire se mi prendi in giro!> mi si avvicina periodicamente, Kai lo prende per le spalle e lo fa sbattere contro la parete.

<calmo amico, non ti permette a minacciarla> è stranamente calmo e questo non farà altro che provocare ulteriormente Marcus.
<ohh lui è quello che ti scopi, allora dovrà pagarmi anche lui l'affitto> ecco lo sapevo, adesso lo Stregatto uscirà gli artigli.
Iniziano a picchiarsi ed è in vantaggio l'omaccione, Kai le prende di santa ragione e il cuore mi duole, non posso restare a guardare.

Sto per fare qualcosa che il mio lato oscuro desiderava da tempo fare, e anche se la parte coerente mi dice di non farlo, non sovrasta quella pazza e psicopatica.
Avevo detto che, chi abita nel South Side alla fine non sono brutte persone, ma io non faccio parte di quelle persone. La mia mente e malata, pericolosa e ha voglia di versare sangue peccatorio.

Corro verso camera mia per prendere il coltellino che ho sotto il cuscino ma Marcus mi ha rincorso, faccio in tempo a prenderlo cercando di colpirlo ma nulla, mi spinge contro il pavimento stangolandomi, il coltellino e sotto di me cazzo. Cerco di prenderlo ma l'aria mi manca e sento che sto per svenire, quando riesco a prenderlo gli è lo ficco nell'occhio destro.

Urla dal dolore ma non si sposta e il suo sangue mi scivola sul viso, lo estraggo e lo conficco dritto nel petto, non fa alcuna mossa, è immobile su di me e per fortuna mi ha lasciato il collo facendomi riprendere aria.

Adesso anche il mio petto è pieno di sangue, come il suo.

Continua a guardarmi, ha un espressione sconvolta, come se non se lo sarebbe mai aspettato da una ragazzina.

Mi avvicino al suo orecchio <non avresti dovuto metterti contro di me>
<t-tu...non sei...> lo incoraggio a parlare con lo sguardo divertito <...umana> rido, tanto che le lacrime minacciano di scendere.
<ohh tesoro, non per questo mi hanno chiamata come la dea della morte> gli accarezzo la guancia con il dito e poi estraggo il coltello, lui crolla su di me e mi rilasso.

Resto lì per due minuti godendomi quel silenzio tombale, ma ovviamente Kai doveva rovinare tutto. Inizia ad urlare il mio nome e poi lo vedo entrare nella mia stanza, a quel punto mi torglo Marcus di dosso.

<non si usa più bussare?> mi alzo e sentendo il sapore del sangue sulle labbra mi lecco il pollice e lo faccio passare al lato della bocca, dove lo sentivo già

Non saprei descrivere l'espressione di Kai, forse impaurita, scioccata o la cosa che mi consolerebbe di più, sorpreso.

Ma non era nessuno dei tre, lascia stare il corpo e corre da me circondandomi il viso con le mani e controllando che non fossi ferita, in tanto lo guardo. Gli escono delle piccole quantità di sangue dal naso e dalla bocca e il suo ziggomo destro è gonfio e viola.

<ti ha strangolata...> ha un tono glaciale, pieno di rabbia. Mi tocco il collo e mi fa male, in verità non riesco nemmeno ad ingoiare la saliva.

<apparte il brutto segno al collo stai bene?> mi accarezza i capelli con una mano metre con l'altra cerca di scrostarmi il sangue.
<si, sto ben-> tossisco e mi piego in due per il dolore e il bruciore orrendo alla gola.
<non parlare, riposati> mi porta sul divano, poi va in cucina lasciandomi da sola ma torna subito dopo con uno straccio bagnato e mentre mi pulisce gli e lo prendo e faccio da sola.

<Hel è stata legittima difesa, lo sai> pensa davvero che sia sconvolta e terrorizzata da ciò che ho fatto? A quanto pare non mi conosce.
<certo che lo so per chi mi hai preso, un imbecille?> tossisco ancora.

Lui mi resta affianco senza parlare fino a quando non si alza e va in camera mia e trascina il corpo verso la porta d'uscita, quando mi alzo e cerco di parlare mi ferma.

<tu resti qui e ti riposi, io vado ad occuparmi di questo> forse ha ragione, ma non voglio lasciargli fare tutto il lavoro da solo, e se lo vedesse qualcuno? O peggio la polizia?
<ma...> mi blocca riportandomi sul divano facendomi stendere e poi coprirmi con la coperta. Si abbassa e mi lascia un bacio sui capelli.

<sta tranquilla, quando ti sveglierai mi troverai qui affianco a te> non insisto. Si allontana e lo sento uscire dall'appartamento chiudendo la porta.

Senza nemmeno accorgermene mi addormento di nuovo, ma questa volta più comoda.

Mr. & Ms. of deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora