37. forse...

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Pov's Ades

Una parola spiega la mia attuale situazione: preoccupato, aparte essere incazzato -come sempre-

I suoi lividi mi tormentano come la possibilità che Odino continui a procurarglieli. Lasciarla nelle sue mani...l'immagine non mi piace.

Il suo viso d'angelo che mi guarda impaurita è un colpo al cuore, le sue mani che stringono le miei me lo fermano.

Mi ero ripromesso più e più volte che dovrei stargli alla larga, mai ho ascoltato quella vocina nella mia testa Ora invece so di non volerla ascoltare, ho bisogno di sapere che sta bene, ho bisogno che stia bene, ho bisogno di vederla.

Ho bisogno di lei.

Forse per la prima volta posso lasciarmi andare, forse per la prima volta posso far sovrastare le mie emozioni.
La cosa mi terrorizza, eppure so che entrambi sentiamo le stesse identiche cose, con il tempo me l'ha dimostrato.

Il desiderio ci assale ma la paura di provare qualcosa di molto più forte ci fa paura. Lo so, lo sento.

Tutto di me dice di lasciare da parte il passato: testa, cuore, corpo...ma c'è quella piccola parte -quella razionale- che pensa che rischiare è bello ma non quando si tratta di...non so neppure cosa sia.

Tiro un pugno ancora più forte al sacco, poi mi fermo. Non riesco a concentrarmi, cazzo.
Questa però è una delle cose che mi da tremendamente fastidio di lei, mi invade la testa costantemente.

Vado alla ricerca di Thomas, sto per chiedergli una cosa che mai avrei pensato sarebbe uscita dalla mia bocca.
Lo trovo nel suo ufficio a smanettare con il computer e dei fogli, sembra quasi disorientato.
<Thomas ho bisogno che tu faccia una cosa>
<solo un momento Ades...non si capisce un cazzo, diamine> impreca contro lo schermo.
<è urgente, e ho bisogno che tu lo faccia il prima possibile...>non mi guarda, se non lo fa entro due secondi lo prendo a ceffoni
<...perfavore> alza la testa di scatto impressionato.
<tu che mi chiedi di aiutarti e chiedi anche perfavore? Ti ascolto forte e chiaro> il solito teatralismo.
<aspetta di sentire cosa sto per incaricarti di fare e sarai ancora più scioccato> lui mi guarda, io lo guardo, continua così per tre minuti infiniti.
<Beh? Allora? Dillo>
<organizziamo una festa, qui> la sua faccia acquisisce un espressione più che impressionata o scioccata, è più incredula.
<tu vuoi organizzare una festa?>
<si, non qualcosa di eccessivo. Una di quelle feste organizzare da Odino per intenderci> Thomas sa che odio le feste, e più di tutto odio la gente.
<e dimmi Ades, perché vuoi fare questa festa?> si appoggia alla scrivania e il suo tono curioso è quasi malizioso mi fa intendere che sa già la risposta.
<lo sai..> non farmelo dire, ti prego.
<mhh in verità non ne ho idea> santa pazienza.
<invita molta gente, molta gente che Odino conosce. La facciamo stasera> ed esco, non lo dirò, non lo dirò.
<ne sei proprio innamorato eh? Anzi ossessionato> lo sento urlare.
Mi costa ammetterlo, ma forse ha ragione...

Mr. & Ms. of deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora