66. la nostra canzone

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Pov's Ades

Appena ho parcheggiato fuori casa lascio un sospiro, rilassando finalmente i muscoli sapendo che Hel è qui con me, e non gli è successo nulla, al contrario di me. Non pensavo l'avrei mai detto, ma quel Kai Blackwood ha davvero un bel destro, la faccia mi fa un male cane.

Senza volerlo davvero mi volto verso di lei, e non sta affatto bene, lo vedo. Quell'espressione triste e stanca sul suo volto mi fa provare un orrendo peso all'altezza del petto e l'ho vista così solo una volta, quando la vidi per la prima volta ricoperta di tagli e lividi per via di Odino.

<stai bene?> certo che no Ades. Che cazzo di domande fai? Ha appena dovuto scegliere tra e il suo ragazzo.

<si, ho solo bisogno di...staccare un pò da tutto> non mi guarda, neppure di sfuggita, e lo odio.
Mi abbasso alla sua altezza, appoggiandogli le mani sulle sue piccole spalle, e facendo scontrare finalmente i nostri occhi.

È così bella, oserei dire adorabile con quegli occhi tristi. Infondo lo è sempre, è sempre straordinariamente bellissima, un angelo dagli occhi scuri e l'anima da fottuto diavoletto. Una combinazione perfetta, che non fa altro che alimentare il mio desiderio e ardore di lei, che non mi fa smettere di pensare al suo corpicino stretto al mio e alle sue labbra incollate costantemente alle mie.

Anche ora, con i capelli in disordine, il mascara colato e con dei vestiti comunissimi, ha comunque tutta la mia attenzione su di sé.

<sicura, piccolo inferno?> provo a mantenere un tono basso e tranquillo, nella speranza che si tranquillizzi, che il tormento che sta provando si affievolisca. E infatti, fa un leggero, leggerissimo, sorriso.
<sicura> non ne sono molto convinto, ma lascio correre, prima che infastidisca.
<va bene, entriamo forza> con una mano sulla schiena la porto dentro.
All'entrata tolgo le scarpe e mi fiondo in cucina cercando del ghiaccio da mettere sull'occhio e lo ziggomo, mentre lei mi segue osservandomi, sento il suo sguardo preoccupato su di me e ho paura di ricambiarlo, non poteri resistere dal prenderla e baciarla fino allo svenimento.

<vuoi una mano?> con un solo occhio la vedo avvicinarsi cautamente.
<no tranquilla. Chiamami Thomas, tu va pure a riposarti> ci provo a tenerla lontana, sempre, ma non ci riesco. La vorrei sempre tra i piedi e non mi stancherei mai.
Ora è distrutta e io devo solo dargli tempo.
Perché ha scelto me?
Continuo a ripetermelo di continuo, convincendomi che lo ha fatto per istinto di sopravvivenza e non perché gli piaccio ancora.

<sono le quattro passate, starà dormendo. Ti aiuto io> è così decisa a farlo che sta per persuadermi per davvero. Dovrei? Non desidero altro da settimane, che mi tocchi, che mi guardi come fa ora.
<nel bagno in camera tua c'è il kit di pronto soccorso>
<vorresti dire camera tua> se gli ho concesso di stare in camera mia c'è solo una ragione, ed è quella di avere il suo profumo il quella stanza, ovunque, su ogni cosa ficcata lì. Da quando c'è lei lì ci vado poche volte, entro ed esco velocemente solo per prendere la chitarra, ma quei pochi secondi mi bastano per sentirla, per sentire il profumo della sua pelle ignettate ormai tra le pareti.

Si volta, percorrendo la trada verso le scale, poi si ferma.
<che fai non vieni?> oh no, in quel bagno con te non ci entro, farei di tutto, tranne che farmi medicare.

Riluttante la seguo, trovandomi ad osservarla da dietro, e non avrei dovuto assolutamente farlo. L'occhio buono va a finire su quel fantastico culo che si porta a presso, coperto da uno strato sottile di jeans neri. Ricordi di quella notte in macchina riaffiorano, il suo corpo nudo sotto il mio, i suoi gemiti, le sue unghie che mi graffiano la schiena...merda.

Mr. & Ms. of deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora