56. di nuovo

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Pov's Hel

Ore, forse giorni che sono a letto, non riuscendo a far nulla, non riuscendo a ragionare lucidamente. Fisso per tutto il tempo il braccialetto che mi ha regalato Hodus, ripensando continuamente alle sue parole: "ciò che succede a chi tradisce la famiglia Lancaster " e solo successivamente, alla festa, mi resi conto di essere ancora più terrorizzata da Odino Lancaster, non volevo esserlo ma una parte profonda di me lo teme così tanto.

Una festa di merda, lasciatemelo dire, discorsi "commoventi" di Odino -molti discorsi- imbarazzo momentaneo, gente che non conoscevo che mi faceva gli auguri e l'unica cosa bella il cibo, almeno quello era buono.

Non c'era nessuno che io conoscessi, apparte i Covelays, non sono venuti neppure il resto della famiglia Lancaster e soprattutto, non è venuto Ades. Mi manda dei fiori e poi non viene alla festa, tutto normale per lui.

Forse è per questo che non mi muovo dal letto da così tanto tempo, con la scusa di star male, e non è il male fisico. Ades Graison mi ha fatto così male da sentire il cuore incupirsi più di prima, la mente non fa altro che riportarmi a lui ed è così fastidioso.

Vorrei rivederlo, anche se è sbagliato, anche se mi procura così tanto dolore, anche se dovrei odiarlo. Mi risulta tutto difficile quando rivedo i suoi occhi demoniaci, è impossibile stargli alla larga per più di una settimana, infatti sono passati solo pochissimi giorni e mi sembrano molto di più.

Ma non gli perdonerò mai ciò che mi ha fatto e cio che ha fatto a Kai. Potrei anche essermi innamorata di lui ma ho un cervello, che ancora funziona, e mi dice che stargli alla larga e odiarlo con ogni centimetro di me è la cosa più giusta.

Senza bussare, entra Hodus, ancora.
Si ferma all'entrata, appoggiandosi alla porta.
<sono due giorni che sei a letto, dovresti uscire di qui> due giorni...
Resto a guardare il braccialetto che mi ha regalato, pensando a tutto tranne a chi me l'ha regalato.

Lo sento avvicinarsi per poi sedersi al bordo del letto.
<con me la scusa che non stai bene non funziona> io non sto davvero bene.
Continuo a non guardarlo, continuo a non parlare.
<a cosa pensi?> Ad Ades, a Kai, alle tue parole.
<a nulla, tra poco scendo> resta a guardarmi per qualche secondo fino a quando si decide ad andarsene, sbuffo sonoramente per poi alzarmi e prepararmi.

Scesa giù mi ritrovo Hodus, Odino e Kevin in sala. Che ci fa qui Kevin Covelays?

<buongiorno> si voltano tutti a guardarmi.
<ciao Hel> Kevin mi rivolge un enorme sorriso.
<ciao, cosa ti porta qui?> mi siedo di fianco a lui, ignorando il più possibile Odino.
<sono venuto per te, hai un momento?> ciò stava a significare solo una cosa: dobbiamo parlare, senza i due diavoli reincarnati.

<andiamo fuori> annuisce e mi segue.
<vuoi un caffè?>
<oh no grazie, sono apposto> ci sediamo al solito tavolino, con il sole che batte forte sul ombrellone che riescalda ulteriormente il punto in cui siamo.

<di cosa hai bisogno?>
<stasera, molto sicuramente Elia andrà al Gran Paris, il ristorante sulla scogliera, tu dovrai farti trovare lì>
<e cenare con lui> sorride alla mia escoressione mezza disgustata.
<intento sarebbe quello. Lui molto sicuramente ti inviterà a mangiare con lui, e tu potrai scoprire qualcos'altro> come fin dove arriva la sua immensa eleganza e galanteria, quel ragazzo è un cazzo di gentiluomo, tralasciando che è il mafioso più pericoloso in circolazione qui a Miami.

<va bene, mi farò trovare lì>
<ha prenotato per le nove, tu fatti trovare lì almeno venti minuti prima> annuisco guardando i suoi occhi gialli, è la prima volta che non lo vedo con un completo elegante o all'incirca. Ha una semplice maglia bianca infilata in un pantalone nero elegante, quella maglia non gli è neppure tanto attillata ma i pettorali gonfi come i bicipiti saltano all'occhio, e quella sua pelle scura la risalta più del dovuto.

Mr. & Ms. of deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora