Epilogo.

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Pov's Hel
Strano a pensarsi. Ho sempre detto e creduto che sarei finita all'inferno, e invece davanti a me vedevo solo un bianco accecante, una luce.

Gli Dèi mi hanno graziata?

Spero di si, non voglio ritrovarmi la gente che ho ucciso da viva anche da morta. Ma poi, sono davvero morta? L'ultimo ricordo che ho sono le braccia di Ades e poi il buio.

Il bianco è ancora tutto attorno a me, ma man mano che ci penso e parlo da sola come una pazza, mi ricorda molto il bianco che vedo la mattina prima di svegliarmi a casa Graison. Ok, forse sono davvero pazza.

Mi sento quasi come quando sono lì. Il materasso morbido, le lenzuola accoglienti, il cuscino che profuma di Ades.

Ades.....

Quasi riesco a percepirlo, forse è solo la mancanza, o forse sono ancora tra le sue braccia, morta.

Un po' sorrido.
No aspetta.
Ho sorriso? E sento le mie labbra che lo fanno?

Possibile che sia viva? Beh forse si.

Muovo un dito.
Quindi posso aprire gli occhi?
E se fosse tutto un trucco? E se fossi davvero morta?
Non voglio scoprirlo.

Sento un forte calore avvolgermi la mano. Riconosco questo calore, riconosco la sua durezza, il suo conforto.

Occhi demoniaci...

Mi sforzo ad aprire gli occhi, più e più volte.

Voglio vederlo.

Stringo gli occhi e velocemente li apro, sbattendoli più volte per la luce. È davvero la luce delle finestre di casa Graison.

E lui finalmente è qui, al mio fianco, ed è davvero la sua mano che stringe la mia. Bello come lo ricordavo, come il sole di primavera, mi è bastato un secondo per guardarlo e riscaldarmi.

Sorrido vedendo i suoi ricci raccolti in una mezza e minuscola coda, ancora più luccicanti alla luce del sole, e le sue mani che stringono la mia che ha vicino alle labbra sorridenti. Il sorriso che mi devasta.

<buongiorno, mio piccolo inferno> sorrido ancora, stringendo la mano in una delle sue.

Mi mancavano i suoi occhi...

<ciao occhi demoniaci. Mi aspettavi?> mi bacia le nocche guardandomi negli occhi e non staccando questo contatto, ormai eterno.
<si, decisamente. Da una settimana e tre giorni>

una settimana e tre giorno? Sono stata assente per tutto questo tempo?

<hai aspettato tanto eh?> Ades lascia momentaneamente la mia mano per avvicinarsi con la sedia al letto, è solo ora mi accorgo della flebo al mio braccio sinistro collegato a....si, quel dannato coso che si vede ripetutamente nei film.

<ne è valsa la pena per rivedere il tuo viso d'angelo sorridere> passa una mano tra le ciocche sparse sul cuscino e poi al mio volto che accarezza fievolmente con le dita.

Sorride, come se fossi una visione, come se non ci credesse ancora. E nemmeno io.
<hai promesso...e hai mantenuto> ho promesso che non sarei morta...
<grazie> sussurra, e avrei tanto voluto alzarmi e baciarlo.

Il corpo è ancora indolenzito e di provare ad alzarsi non gli va proprio. Sono ancora troppo scossa.

<non potevo di certo morire così, anche se sarebbe stato in grande stile> Ades avvicina il viso al mio.
<te l'ho detto, tu non morirai fin quando ci sarò io> con un po' di sforzi riesco ad alzare un braccio e toccare i ricci giocandoci un po' e poi passare il pollice a contornare il lato del suo viso. Non un filo di barba, non un livido, non il residuo di una cicatrice.
<ora mi sento come un gatto da otto vite> ridacchio leggermente e quando vedo farlo anche a lui mi rilasso completamente.

<io direi più da sei, calcolando le altre due volte che ti ho salvato la vita> lo spintono leggermente dal petto allontanandolo scherzosamente.
Ades afferra la mia mano osservandola un attimo, c'è ancora il suo anello.

<sai, finalmente tutto sembra più tranquillo, da quando Odino ed Elia non ci sono più. Miami è più tranquilla> guarda un attimo fuori dalla finestra, affacciatasi all'oceano. 
<quindi è fatta? Sono morti?> un tono di speranza, nonostante sappia che è così, li ho uccisi io.
<si, grazie a te> mi stringe le dita, sorride tranquillo sta volta, uno di quelli rilassati.

<saranno tutti felici di sapere che ti sei svegliata. I Covelays e Hodus venivano quasi tutti i giorni a trovarti> incosciamente gli occhi si inumidiscono. Davvero venivano a trovarmi? Si preoccupavano così tanto per me? Ci tengono a me?
<sul serio?> sussurro piano, quasi con la paura che se lo stia inventando.
<certo. Secondo te chi poteva portarti tutti questi fiori se non Alexander?> guardo davanti a me, a qualche metro distante dal letto. La scrivania di Ades è piena di fiori, margherite per l'esattezza.
<gli ho detto che adori le margherite e di lì non ha smesso di portarne> soffoca una risata molto divertita.

Adoro Alexander Covelays

<ah e Hodus ti ha lasciato un pacchetto, mi ha detto di fartelo aprire quando ti saresti svegliata> si alza e raggiunge una mensola sopra i centinai di fiori e torna al suo posto, ma sta volta, si siede sul letto.
<ero riluttante nel farlo entrare la prima volta a casa, ma si ostinava continuamente a tal punto da restare ore fuori dalla porta, dopo un po' ho ceduto> mi passa una scatolina, abbastanza piccola e l'oggetto di dentro tintinna leggermente.

La apro piano e sorrido, quasi sul punto di piangere ancora quando vedo il braccialetto che mi aveva regalato al compleanno. Il braccialetto di sua madre.
Ades mi osserva attentamente senza dire nulla, ma poi prende il bracciale e me lo sistema al polso destro.
<potrà anche essere un coglione ma ti ha aiutata nel momento del bisogno di recedere> sospira, per poi continuare.<perciò posso accettarlo> gli sorrido e ora come ora sento di potermi alzare finalmente, mi sento molto più in forze.

Spingo sulle braccia tremanti e mi appoggio con la schiena alla spagliera del letto. Ades mi osserva in tutto.
<questo è il massimo che ti lascerò fare per oggi, non ti alzerai dal letto, te lo proibisco> sospiro rincuorata dalla sua preoccupazione.

Lo guardo mentre giocherello senza accorgermene con il suo anello, e lui, lo nota subito, infatti lo guarda. Grande e luccicante, forse un po' troppo grande ma va bene così, a me importa solo avere qualcosa di suo.
<ci penso da quando siamo tornati a casa> parla dal nulla, e se già non ero brava a ricavare informazioni dagli indovinelli e gli enigmi che mi lanciava Odino, ora non li capisco il doppio.

<a cosa?> intreccia le dita alle mie e alza un po' la mano indicandomi l'anello.
<ti ho promesso una cosa quando te l'ho dato, ricordi?> il cuore inizia a battere più forte e il respiro accelera appena ci penso, se è quello che intende lui.
Apro la bocca provando a parlare ma non ci riesco, lo stupore e l'ansia mi bloccano.
<io...> riesco a dire solo quello.

Ades sorride al mio blocco.
<come tu mantieni le tue promesse anch'io manterrò le mie, e non aspettavo altro per farlo> mi mordo le labbra sentendo un calore diffondersi dal cuore, al cervello e in tutto il corpo in un solo colpo.
<Ades...>
<qual è il posto dei tuoi sogni, bimba?> un sussurro che mi sfiora il viso, e tutto diventa più confuso. Il posto dei miei sogni?

Sicuramente lui era il posto dei miei sogni, ma un vero luogo?

<emh...> deglutisco più volte pensandoci <L'Andalusia penso, le sue spiagge. Ma che c'entra con->
<perché appena ti riprenderai del tutto ti porto lì, nel posto dei tuoi sogni e ti sposo Hel Lancaster> resto a bocca aperta, ancora. Ades era l'unico che poteva lasciarmi cosi scioccata e un po' la cosa mi piaceva.

Rido, forse così tanto da non sentirmi più gli organi interni, ma non quella risata a presa in giro, ma il tipo di risata che ti commuove, quella accompagnata dalle lacrime, dall'amore.

<mi farai diventare la Signora Graison?> mi sorride, ancora ancora e ancora, e io non posso fare altro che innamorarmi di lui ancora ancora e ancora.
Sorride nel modo in cui si sorride a un bambino, nel modo il cui lo faresti con la persona che ami, come se la vita fosse un sogno, come se tutto andasse per il meglio, e così era per Ades, tutto andava secondo un sogno specifico e si stava rendendo conto che tutto era reale.

Sfiora le sue labbra con le mie, pronte a toccarsi, e a non staccarsi più.
<si, sarai ufficialmente la Signora Graison. La mia donna> lo ero già, dal primo giorno.

Mr. & Ms. of deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora