18. il desiderio

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Penso di non essermi mai svegliata così presto, sono le 7.00 am. precise quando una domestica viene a svegliarmi, ma nessuno sa che sono sveglia già dalle 5.00 am. Forse per ansia, forse per troppa energia o semplicemente non mi andava di dormire, il che è stano.

Mi faccio una doccia è poi mi trucco, scendo al piano di sotto con il mio completo interamente bianco, non mi convince molto, questo colore con la mia pelle e i capelli biondi non ci va molto. Ma è una divisa da professionista e questo gli darà qualche aspettativa. E sia chiaro, non intendo solo per lui ma per tutti.

Odino e Hodus mi aspettano per la colazione in piscina.
<buongiorno, cara> Odino sorseggia il caffè mentre Hodus legge il giornale, vecchio.
Nostro padre gli dà un pizzicotto al braccio per risvegliarlo dal trans mattutino, anzi no, è sempre maleducato.

<ah si, ciao> mi saluta con un cenno del capo e torna al suo giornale mentre Odino sbuffa.
<vieni Hel, serviti pure> mi prendo una tazza di caffè e poi un pezzo di torta al cioccolato, Cassie si è davvero superata questa volta.
<allora, sei carica per questa giornata?>
<si, molto>
<voglio ricordarti della tua missione, miraccomando> quanto sei ripetitivo, dio mio.
<la ricordo, sta tranquillo>
<bene, allora vado a prepararmi e poi partiamo. Approposito, state davvero bene con gli abiti abbinati> e se ne va.

Solo ora noto Hodus con la sua polo bianca e i pantaloncini dal ginocchio verde salvia, abbinata a dei tratti della mia felpa.
Lui si che sta bene in bianco, sembra proprio l'angelo che non è.
<quale missione?> ma cosa vuole ora?
<una piccola e innocente missione, fratellone. Nulla che possa interessarti> accavallo le gambe voltandomi di poco verso di lui.

<e invece si, sorellina. Sono il socio di papà e quindi devo esserne a conoscenza> lascia finalmente il giornale per guardarmi.
I capelli neri gli ricadono sugli occhi, sono decisamente pieni di gel e gli occhi scuri e lucenti mi distraggono.

<se non te lo ha detto ci sarà un motivo>
<oh andiamo, non fare la figlia perfetta>
<non lo faccio, lo sono>
<disse colei che ha lasciato a morire sua madre in un incendio> alzo le spalle.
<che posso dire, era lei quella bastarda> alza gli occhi al cielo, adoro far innervosire la gente, sono così ridicoli.

<me lo vuoi dire o no?> gli mostro un sorriso strafottente mentre bevo il caffè.
<posso dirti solo un nome, ed è Ades Graison> si inrigirisce, ha paura di lui, beccato.
<sta attenta a lui>
<mhh, in verità dovrei stare attenta più a te che a lui, devo ricordarti di due sere fa?>
<l'ho fatto per proteggerti> cazzate.
<oh certo, anche Ades l'ha fatto> non parla più, continua a bere caffè senza guardarmi una singola volta, l'ho steso.
Non sapendo più che fare vado via.

Siamo in macchina e ci stiamo dirigendo a Browsville, una piccola città di periferia, lì c'è una delle tante ville dei Lancaster, a quanto pare lì abbiamo dei campi da tennis.

Non pensavo che dopo aver visto "casa mia" sarei rimasta ancora una volta meravigliata, mi sbagliavo.

Ci troviamo in una villa nei boschi e immersa nei prati, molti anni ottanta, sembra la classica villa dei nonni italiani. L'ereda invade tutta la facciata principale, come i cespugli di rose che la accerchiano tutta.
Ci sono dei tavolini di legno dipinti di bianco, ma la cosa che attira la mia attenzione è un albero maestoso pieno di luci con appesa un altalena, passerei il resto dei miei giorni qui.

Non è ancora arrivato nessuno e sono le dieci, ma quanto devo aspettare?
Intanto mi metto a leggere, un libro che mi sono portata a presso, su l'altalena di prima.

Non ci vuole molto che finalmente, arriva qualcuno, neppure il tempo di pensare chi sia che lo vedo, oh eccome se lo vedo.

Altro che Hodus, Ades ha letteralmente la reputazione di angelo sceso all'inferno.
Non ha un completo definito ma nel complesso è pur sempre una divinità. Il contrasto di bianco e nero gli dona a tal punto da farmi sentire insignificante con ciò che ho in dosso, odioso. Eppure lo stomaco non smette di contorcersi su se stesso e i capogiri accelerano man mano.

Mr. & Ms. of deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora