10

574 33 0
                                    

Cominciai a rallentare, l'aria fredda mi pungeva i polmoni. Leo se n'era davvero andato?

Rallentai fino a fermarmi del tutto. Dov'era andato?

Udii uno spostamento d'aria dietro di me. Mi voltai appena in tempo per vedere Leo stare per calare la sua ascia contro di me, mi scansai dalla traiettoria velocemente. "Cypress!" Urlò non troppo forte. Lasciò cadere l'ascia e mi abbracciò.

"Pensavo fossi morto" gli sussurrai. "Pensavi fossi morto." Rise di rimando anche se potevo dire che avesse le lacrime agli occhi. 

"Sentivo che qualcuno mi stava seguendo dal fruscio del giaccone. Se avessi saputo che eri tu mi sarei fermato." Mi chinai per posargli le mani sulle spalle. "Leo, sono contenta che tu abbia continuato a correre. Non puoi capire quanto sia felice di averti trovato." Lo strinsi in un altro abbraccio.

Le nostre giacche si sfregarono l'una contro l'altra producendo un forte rumore che ci fece sobbalzare all'indietro. "Odio queste giacche" Gemette Leo. "A chi lo dici."

Guardai il giubbotto.

"Ricorda solo che puoi invertire l'esito dei giochi"

"Invertire" borbottai. "Che cosa?" Guardai Leo e mi tolsi la giacca. L'aria fredda mi assalì immediatamente facendomi accapponare la pelle. "Cypress ma cosa stai facendo?" Tirai in fuori le maniche del giubbotto invertendo l'interno e l'esterno. 

Feci cadere il giaccone nella neve per eliminare la parte insanguinata. Mi strofinai le mani sul terreno innevato più forte che potei finché non divennero insensibili. Una volta che la maggior parte del sangue fu sparita rimase solo una lieve sfumatura di rosso. Mi rimisi il giubbotto al rovescio. 

Mi stropicciai le braccia, nessun rumore. Guardai Leo. "Wow" "Dai, togliti la giacca." Facemmo altrettanto con la sua. Non aveva sangue, il che era una cosa buona.

"E' abbastanza caldo" Disse mentre procedevo a chiudere la cerniera della giacca. Era un'angolazione decisamente scomoda poiché ora la zip era all'interno ma almeno sarebbe stato più difficile riconoscere la nostra presenza. Le nostre giacche erano ancora bianche per cui rimaneva facile mimetizzarsi con la neve.

"Cypress le tue spalle?" Guardai per vederne il sangue fuoriuscire. "Non è così profondo. Lo prometto." Il che era vero ma, dal momento che un coltello ne pendeva fuori pochi istanti prima che trovassi Leo, era ancora terribilmente doloroso. Per non dire altro.

"Cosa c'è nella borsa?" Cambiò subito argomento. "Non lo so, non l'ho ancora aperta." Mi sedetti sulle radici di un albero vicino.

Aprii velocemente la borsa sperando di non provocare troppo rumore.

"C'è, un coltello, un panno, una bottiglia d'acqua con... niente acqua, e una corda." Fissai il panno. "Vieni qui." Si avvicinò anche se ero seduta ero solo leggermente più bassa di lui. Gli tirai giù il cappuccio e gli legai il panno come una bandana. "Ora hai il viso coperto, sei più caldo?" "Il mio naso non sembra più cadere dal gelo" Sorrisi.

"E tu?" "Oh sto bene." "Okay, come pensi che troveremo dell'acqua? Probabilmente è tutto ghiacciato" "Leo. C'è acqua tutt'intorno a noi in questo momento." Indicai la neve. "Osserva."

Camminai dove non vi erano impronte portando con me la bottiglietta d'acqua in cui avevo ficcato della neve. "Prendimi dei ramoscelli secchi se riesci a trovarne. Dobbiamo farla bollire.  Ah, anche due sassi." Lui annuì e se ne andò non troppo lontano, riuscivo ancora a vederlo per fortuna. 

Il sole iniziò a tramontare più rapidamente del normale. Leo tornò esattamente quando soffiò una grossa folata di vento. Feci un respiro affannoso e mi coprii il viso.

"Qui." Scavai nella neve finché non colpii il terreno. Tirai fuori un po' di erba e poi vi misi i ramoscelli, non erano proprio secchi ma sarebbero dovuti andare bene ugualmente. Una volta che ottenni una scintilla iniziai a soffiarci sopra, accesi un piccolo fuoco che non bruciava troppo, l'ideale per non essere individuati. 

Afferrai la bottiglietta e la misi sopra. Posizionai anche il coltello che era nella borsa sopra il fuoco, per riscaldarlo. Un forte baccano si levò dall'arena.

Tributi caduti.

Non volevo osservare ma sapevo di dover mostrare rispetto. Sarebbe stato da codardi non affrontare le conseguenze delle proprie azioni. 

Rimirai il coltello, sembrava scaldarsi velocemente da quando l'avevo messo proprio sulla fiamma.

Distretto due: Louise

Accanto alla sua faccia c'era un video di me che la uccidevo. Feci una smorfia al ricordo. Questa dei filmati era una novità.

Distretto tre: Lacy

Venne riprodotto un video di Zayne che la colpiva in testa con il manico della spada.

Distretto sei: Atlantis 

Distretto sei: Paisleigh

Mi costrinsi a guardare un albero mentre i video venivano riprodotti. Sentii gli occhi di Leo bruciare su un lato della mia faccia e mentre il rumore dei video si propagava nell'arena entrava anche nel mio cuore. La vergogna era bruciante e umiliante, non solo perché dovevo rivivere le uccisioni ma anche tutti quelli che ci osservavano l'avrebbero fatto.

Spostai la giacca per afferrarne una manica, la misi in bocca per poterla mordere. Alzando lo sguardo sugli schermi misi il coltello arroventato sulla pelle.

Distretto otto: Edmund

Perché avevo ucciso così tante persone? Ero un mostro? Cercai di distrarmi dal dolore e dall'odore di carne bruciata.

Dopo qualche secondo staccai il coltello. Mi tolsi il giaccone dalla bocca per notarne i segni incisi dei morsi. Presi un cumulo di neve e lo applicai sulla spalla per alleviarne un po' il dolore.

Distretto nove: Tabby

Malik le aveva lanciato un'ascia che le aveva aperto il cranio. Potevi vedermi scappare in sottofondo. 

"Leo, dobbiamo andare." Gettai il coltello a terra, il vapore si diffuse nell'aria raffreddato dal contrasto con la neve. 

"Che cosa?" "E' facile capire la traiettoria della mia fuga dal video, chiunque dopo averlo visto può localizzarci." Coprii il fuoco gettandovi sopra della neve e calpestandolo. "Calpesta le mie impronte, solo quelle, affinché non si capisca che sei con me". Afferrai il coltello che nel frattempo si era raffreddato. 

Percorremmo circa dieci metri prima di appurare che sarebbe stata una follia continuare. "Sai arrampicarti sugli alberi?" Sussurrai. "Sì" "Ok, allora voglio che ti arrampichi più in alto che puoi." Lo sollevai leggermente affinché si potesse aggrappare al primo ramo. Respinsi la sensazione di lancinante bruciore alla spalla. Mentre si arrampicava passai le mani sulla superficie innevata cercando di eliminare le tracce del nostro passaggio.

Iniziai a seguire Leo. Era riuscito ad arrivare sorprendentemente lontano, non sarebbero stati in grado di notarlo a meno che non si fossero soffermati attentamente.

Si sedette su un ramo ed io feci altrettanto. "Leo prendi questo." Gli consegnai parte della fune. La porse sul lato opposto dell'albero dopo essersela avvolta sulla vita.

Ero sollevata che la corda fosse abbastanza lunga. La legai il più stretto possibile anche sulla mia vita. "Stai bene?" "Sì, sono solo... nervoso" "Andrà tutto bene, ti proteggerò io. Lo prometto." La sua mano penzolava sul lato del tronco, l'afferrai delicatamente. "Ci siamo dentro insieme." 

Non parlammo per il resto della notte. Sentii i suoi sospiri sommesi fino a quando non cadde in preda al sonno e si interruppero bruscamente. Supposi si fosse addormentato.

Le mie spalle e l'intero corpo erano massacrati e giacere su un ramo non aiutava decisamente, l'aria era gelida ma nonostante tutto ciò non potei fare a meno di assopirmi.

E fu così che si concluse il mio primo giorno nell'arena.

Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora