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Ci calammo in uno dei tunnel tramite una scaletta in ferro, coperti dal rumoroso passaggio di un treno.

"Mio fratello conosce molto bene questi tunnel." Affermò Castor mentre scendeva. "Ha lavorato a lungo qua sotto" Si strofinò le mani una volta giunto a terra. 

"Allora sarà meglio che ci mostri lui la strada, io so solo come arrivare a casa di Blossom." Roland scherzò, forzando una risata. Il dolore trasparì nella sua voce.

Gli diedi una pacca sulla spalla, mi avvolse un braccio intorno alle spalle. "Sto bene." Assicurò, interrotto da un singulto. Abbassò lo sguardo, serrando le labbra.

"Subito dopo che l'hanno trasformato in un Avox." Concluse Castor, abbassando la voce. Pollux avanzò nel cunicolo, gli occhi fissi di fronte a se, tremante. 

" Ehi, ehi" Suo fratello sussurrò avvicinandolo. "Pensi che puoi farcela? Guardami. Guardami." I loro occhi si incontrarono.

" Ce la faremo. Usciremo vivi da qui. Te lo prometto." Pollux trasse un sospiro tremante, inoltrandosi in avanti. 

Castor rimase fermo lì dov'era. Immobile. Mi avvicinai a lui.

"Cinque anni per comprare la sua uscita dalle fogne. Non vide il sole neanche una volta." Mi guardò negli occhi.

Roland emise un profondo sospiro. "Ce la possiamo fare" Bisbigliai  mentre  Roland mi stringeva le spalle.

Camminammo compatti, vicino a Katniss che teneva fra le mani l'ologramma attivo. Con Pollux in testa, Roland e io seguivamo Peeta, Finnick davanti a lui mentre Gale continuava a scrutarci  virilmente indugiando più del dovuto su Peeta.

Mentre camminavamo, il rumore di un treno in avvicinamento ci allertò. Scattammo per ripararci dietro al muro di un bivio prima che il treno si presentasse.

Era in argenteo metallo lucido. Pieno, all'interno delle carrozze, di quelle che immaginai fossero persone e camion, trasportati in piattaforme aperte.

Quando, veloce com'era arrivato, sfrecciò via buttammo fuori un respiro di sollievo. Katniss fece capolino nel tunnel in cui era appena passato il treno, puntando la torcia nella penombra. "Siamo esposti qui." Affermò.  "Troppo"

Pollux annuì e, senza aspettare un'attimo, corse nel tunnel attraversandolo fino a giungere ad una porta in metallo sulla parete di questo. Gli corremmo tutti dietro.

 "Stiamo riponendo molta fiducia in questo ragazzo" Constatai ansimante. Piegandomi in avanti, poggiai i palmi delle mani sulle ginocchia. 

Finnick annuì, le braccia incrociate. "Non preoccuparti. Ti terrò al sicuro." Strizzò l'occhio mentre Pollux apriva la porticina. 

"Questo è comodo" Scherzai mentre spingevo la schiena di Peeta per passare. Sorrisi internamente, com'era che Finnick migliorava ogni cosa?

Scendemmo lungo un'altra rampa di scale. "Il Campidoglio è pieno di segreti." Disse Roland.

 Katniss tirò fuori l'ologramma, analizzandolo per qualche secondo. "Sembra chiaro." 

Il silenzio era teso e denso. Nessuno di noi sapeva che cosa sarebbe potuto accadere. Roland rimase dietro di me mentre avanzavo, avvicinandomi a Finnick e Peeta.

Imboccammo un corridoio poco illuminato, col pavimento ricoperto di putrida acqua stagnante e l' aria densa nauseante. All'improvviso, preannunciate da un sibilo deciso, le tubature scoppiarono diffondendo nubi di vapore tutt'intorno a noi. Scattammo a terra, coprendoci le orecchie. Il braccio di Peeta avvolse la mia schiena.

Non parlavamo da quello che mi aveva detto ieri, anche se, ad ogni occhiata, uno sguardo di scuse montava sul suo viso. 

Lo guardai sapendo che i rumori forti potevano innescare qualche fastidio. Annuì silenziosamente alla domanda implicita .

"Tutti bene?" Jackson urlò da dietro. "Sì!" Katniss gridò di rimando.

Nel tunnel successivo ci trovammo immersi nell'acqua salmastra fino alle spalle, costretti a guadare il tunnel con lentezza disarmante. Tenni sott'occhio Peeta che, con le mani ammanettate tenute sollevate sopra la superficie dell'acqua, si trovava esattamente alle spalle di Katniss. 

Confidavo nella sua lucidità mentale ma sarebbe stato da sciocchi non avere alcuna precauzione.  Specialmente in un posto facile come quello per uccidere Katniss. Con le manette, avrebbe potuto strangolarla in meno di un secondo. 

Alla fine uscimmo dal corridoio. Rabbrividii di disgusto al pensiero di aver appena guadato fra le acque luride dei gabinetti di Capitol. Giurai fra me e me di fare un bagno nella candeggina nella prima occasione buona. 

I miei capelli erano crespi e i vestiti bagnati e pregni di un tanfo pestilenziale.

Eravamo ancora nelle fogne, fortunatamente in questo cunicolo l'acqua arrivava soltanto alle ginocchia, consentendoci di avanzare con maggior rapidità. 

"Va bene a tutti. Ci fermeremo qui per un po' e ci riposeremo. D'accordo? Farò io il primo turno di guardia," Dichiarò Jackson. Ci arrampicammo su una scaletta, giungendo ad un soppalco che si sollevava sul terreno del tunnel. Aiutai Peeta che aveva le mani impedite.

"Ehi, Peeta. Mettiti lì." Indicò Finnick, dietro di lui. Lo seguii sedendomi accanto a lui. Peeta si guardò attorno scettico.

"Ok mettetevi comodi" La voce di Jackson rimbombò nell'ambiente. Pollux sorrise soddisfatto al fratello.

"Sei al sicuro." Sussurrai. "Prometti?" "Dalla nostra ultima conversazione vuoi davvero che ti prometta?" Abbassò lo sguardo imbarazzato.  "Giusto." Asserì. Sorrisi impacciata.

"Mi dispiace." Trattenni il respiro. Non sapevo cosa dire. Era colpa sua, ma al contempo non pienamente, tuttavia temevo che rassicurandolo eccessivamente perdesse di vista il significato delle proprie azioni. 

"Dovresti esserlo." Finnick si sedette accanto a me. Appoggiai la testa sulla sua spalla muscolosa. Strofinai la mano lungo il suo braccio teso. "Ti perdono Peeta." Sussurrai infine. "Grazie."

Finnick mi scostò i capelli e mi baciò lentamente la tempia. "Buona notte angelo." "Buonanotte Finn." Mi appisolai, rassicurata dalla presenza suo corpo caldo contro il mio e dalla consapevolezza che con Finnick ero al sicuro.

Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora