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Oggi era il giorno.

Emerald e io ci sedemmo su un hovercraft, non avevo ancora visto Roland, il che mi riempiva di ansia. Allungai il braccio affinché mi inserissero il localizzatore.

Il viaggio procedette quieto. Percepivo Emerald spostarsi a disagio sul suo sedile e capii che non sapeva cosa dirmi. Ma mi piaceva la tranquillità.

Dopo la conversazione con Finnick ieri sera avevo bisogno di schiarirmi le idee.

Rimasi in una stanza grigia a esaminare il mio vestito. Era diverso da qualsiasi abito avessi visto indossare ai precedenti tributi. 

Rimasi in una stanza grigia a esaminare il mio vestito. Era diverso da qualsiasi abito avessi visto indossare ai precedenti tributi. Non era termico. Era sottile.

"Tropicale o deserto." Emerald se ne uscì dopo avermi notato tirare il vestito. "È come una muta." Constatai "In una partita sono a temperature gelide, in quella dopo tutta sudata". Tentai di smorzare la tensione.

"30 SECONDI!!"

"Blossom, non voglio andare!" Le lacrime mi riempirono gli occhi. Mi afferrò delicatamente il viso come usava fare mia madre quando avevo gli incubi. 

"60 SECONDI AL LANCIO!!"

"Emerald, non voglio andare!" Sbottai con le lacrime agli occhi. Mi afferrò il viso come aveva fatto una volta Adelynn.

"Cypress, va tutto bene. So che sarà difficile ma... seriamente, puoi farcela. Io credo in te. Pensa solo a tutti quelli che ti aspettano a casa. Tua madre, Roland, Lilac, io. Tutti quelli che si prendono cura di te." Scossi la testa disperata. 

"Cypress, va tutto bene. So che è difficile ma ce la puoi fare! L'hai già fatto. Ricorda solo chi ti aspetterà a casa... io. Non c'è stilista senza tela... abbi cura di te Cypress." Annuii lacrimante.

"E so che può sembrare sbagliato ma... diventa insensibile. Non pensare a quello che stai facendo, non esitare. Farai cose lì dentro che non pensavi di poter fare perciò se ti vuoi salvare non riflettere tanto, l'esitazione può essere la tua rovina." Sapevo esattamente di cosa stesse parlando. 

"So che è brutto da dire, ma torna alla vecchia te. Sii tagliata fuori dal mondo. Non esitare. Farai di nuovo cose che non vorrai fare." Chiusi gli occhi tremante. Sapevo esattamente di cosa stava parlando.

"È tempo" La abbracciai un'ultima volta e mi diressi verso il tubo. Cercai di controllare il mio respiro e dimostrarmi fiduciosa mentre guardavo Blossom salutarmi.

"E ora di andare adesso." L'abbracciai un'ultima volta. Mi diressi verso il tubo. Il respiro era regolare e controllato. Un senso di normalità mi invase. Lo avevo già fatto, gli addii, l'ingresso, gli Hunger Games... Vidi Emerald salutare. 

Il tubo iniziò a salire. Inspirai una boccata d'aria fredda e gelida. 

Il tubo iniziò a salire. Strizzai gli occhi mentre il sole splendente mi accecava la vista.

Una volta che il tubo si fermò sul piano dell'arena mi accorsi di non riuscire a vedere nulla. Era tutto troppo luminoso per vedere. Il ghiaccio sembrava starsi appropriando del mio naso. Una volta che miei occhi si adattarono fui in grado di guardarmi intorno. La neve era ovunque. C'era una montagna gigante coperta di neve e gli alberi erano fitti di soffice polvere bianca.

Era complicato riuscire a scorgere qualcosa, il sole era troppo luminoso. L'odore dell'acqua salata mi riempì il naso. Gli alberi alti e affusolati. Non sarei stata in grado di arrampicarmi su quelli per dormire, ragionai, non erano abbastanza robusti nè particolarmente facili da scalare.

Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora