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Il punteggio non venne rilasciato, il che fu fastidioso, sembrava decisamente che intendessero tenerci all'oscuro di tutto.

Emerald mi fece sedere per procedere a truccarmi. "Scommetto che sei stata meravigliosa nel segnare." Disse mentre il pennello scivolava sulle mie palpebre. Non mi aveva ancora rivelato i colori ma da quello che avevo sbirciato sulla palette doveva essere sui toni del nero.

"Non ne sono del tutto sicura, Capitol non è fan delle persone che rispondono". "Beh, non l'hai fatto alla tua prima partita? Alla fine hai comunque ottenuto un punteggio alto." "Verissimo Emm." Le concessi ancora un po' dubbiosa.

"Va bene, non guardarti allo specchio! Fila ad indossare il vestito." "Così prepotente." Alzai sarcasticamente gli occhi dirigendomi verso il separé.

Feci scorrere la zip del borsone svelando l'abito, il respiro si mozzò, era... surreale. Non era uno dei soliti vestiti a cui ero abituata, pudici e candidi, era completamente nero con maniche lunghe che nascondevano gli sfregi sulle braccia. Il colletto era alto e non lasciava spazio alla cicatrice sulla mia schiena.

In qualche modo tutto in quel tessuto mi fece venir voglia di scoppiare in lacrime, non c'erano schizzi di sangue finto, non c'era alcuno spazio per far interessare le persone alle mie cicatrici. Era... vuoto.

E lo amavo.

E lo amavo

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"Emerald." "È brutto, non ti piace?" Iniziò ad impanicarsi parlando a raffica "Sapevo che era troppo banale, troppo tetro!"

"È magnifico." La abbracciai procedendo a rassicurarla. "Oh mia piccola tela sembri... sembri una feroce guerriera." Disse con occhi leggermente lucidi.

Mi rimirai allo specchio per vedere uno Smokey eye scuro con un eye liner affilato e le labbra di un nero opaco. Sorrisi alla mia immagine. Non ero così attratta da me stessa da tempo.

"È ora di andare... Wow." Lilac entrò con baldanza nella stanza trascinandosi dietro un Roland inerte. Anche lui indossava un completo nero. "Wow, Cypress, quando sei diventata così matura?" disse Roland riferendosi alla mia immagine.

"Probabilmente quando la mia infanzia mi è stata strappata via." Tutti mi guardarono con gli occhi spalancati. "Potete ridere." Sospirai acida, l'unico che lo fece fu Roland.

Lilac tossì richiamando la nostra attenzione. "Dobbiamo andare." Fece un lieve cenno verso la porta.

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Roland si sedette su uno dei divanetti della sala d'attesa mentre camminavo avanti e indietro per la sala, seguita da Emerald che mi aveva impedito di sedermi.

Caesar salì sul palco e si udì la folla animarsi all'entusiasmo del presentatore, il mio cuore iniziò a battere forte quando parlò.

"Alla vigilia dei 75esimi Hunger Games!"

Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora