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Una volta giunti a Capitol Roland rimase leggermente senza fiato. "E' cambiata" sospirò osservando la città in fermento dal finestrino. "Beh è per il Quarter Quell. Organizzeranno di tutto! Dal momento che i vincitori sono i tributi, vogliono che sia memorabile." Lilac mi mise una mano sulla schiena guidandomi verso la camera.

Mi era proibito tornare al mio appartamento in città, volevano che tutti i tributi fossero in un unico posto.

Entrando notai che sembrava esattamente la suite in cui mi trovavo per i miei primi Hunger Games.

Mi ritirai nella mia stanza restandovi fino a notte fonda, preparandomi mentalmente per la settimana a venire. La mattina dopo Lilac venne a bussare alla porta.

"Cypress! Emerald è qui." Emerald entrò con passi leggeri nella stanza, con in mano una valigetta di prodotti per capelli e una borsa che presunsi contenesse il mio vestito. 

"Ciao mia piccola tela." Sorrise. "Ciao, lo sai che sono più grande di te vero?" Mi baciò entrambe le guance e mi fece accomodare sullo sgabello.

"Sì, ma solo per un mese." "Tecnicamente tra due settimane avremo la stessa età. Mi dispiace se non ci potrò essere." Allusi a cosa stava per accadere.

"Non preoccuparti tela mia. Ora... durante l'intervista dei tuoi primi giochi eri vestita di bianco. Ma adesso quel bianco è macchiato di sangue." Ragionò ad alta voce affinché la seguissi. Annuii.

"Ecco... voglio dimostrarlo! " Mi passò un vestito. "Perdonami ma sono abbastanza eccitata, l'ho realizzato io stessa." Stava imparando a creare i vestiti da un po' di tempo ormai, e tentativo dopo tentativo stava decisamente migliorando, ero contenta che ce l'avesse fatta.

Indossai il vestito, il respiro mi si mozzò in gola. Il vestito era stupendo, non fraintendetemi, solo... ero stanca di venir associata alla morte.

Ero molto più di un mostro assassino. Ma immagino fosse parte della mia reputazione.

Tornai incerta da Emerald. "Sembri..."

Terribile?

Orribile?

Brutta?

"Bellissima!" Concluse la frase raggiante. Esattamente, un vestito ricoperto di sangue, si spera falso, era bellissimo. Fortunatamente non provavo l'impulso di vomitare dall'ansia ma sentivo il petto stranamente pesante.

"Grazie." Sorrisi ugualmente grata per l'impegno, era difficile quando sapevi di aver devastato famiglie. "Tempo dei capelli!" Applaudì entusiasta.

Mi intrecciò i capelli rossi in una crocchia elaborata. Mi osservai la parte posteriore dell'acconciatura allo specchio, la mia cicatrice era ben visibile. La pettinatura lasciava abbastanza immaginazione per chiedersi fino a dove arrivasse.

Infilò la mano nella sua borsa per prendere i suoi pennelli per il trucco. 

Il pennello mi solleticò delicatamente gli occhi facendomi ridere. Mise del rosa sulle mie guance rendendomi sempre più confusa del perché, ma lo ignorai. Una linea fredda mi attraversò la palpebra facendomi sussultare. Sentii Blossom sbuffare. 

"Mi dispiace." "Va tutto bene, è la prima volta che indossi del trucco?" Mi arrestai nella mia posizione e ci pensai per un momento, "Credo di sì, a meno che non valga prendere in prestito il lucidalabbra delle madri?" "Wow, quanti anni hai di nuovo?" "Ho compiuto diciotto anni la scorsa settimana." "La settimana scorsa!" "Si!" Sorrisi. 

Ora avevo ventitré anni, e partecipavo nuovamente agli Hunger Games, solamente cinque anni dopo. Truccarmi era diventato normale, non sussultavo più al solletico del pennello. Non mi sentivo più... bella dopo. Come una volta.

Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora