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Frettolosamente, tirai su Peeta da terra. Dovetti rassicurarlo che lo avrei tenuto al sicuro, quando non sapevo neanche cosa ci avrebbe riservato l'istante dopo.

Finnick ci corse davanti, superandoci in uno sprint, mentre camminavo claudicante a braccetto con Peeta.

Era buffo pensare che eravamo in questa posizione solo poco tempo fa, anche se non ricordavo precisamente quando. Sembrava che i giorni si fossero mescolati. Ma ero sicura che fosse successo, quella era la notte in cui avevo affidato completamente la mia vita a Peeta. 

Eravamo in questo casino insieme, lo eravamo sempre stati.

Raggiunsi Roland e Finnick, Katniss era invece in ginocchio, china sul corpo del nostro comandante ad ascoltarne le ultime parole. 

Boggs era disteso a terra morente, il respiro ansante e lo sguardo sbarrato, doveva essere saltato in aria nell'esplosione successiva agli spari. A quanto pare l'ologramma di cui avremmo dovuto fidarci ci aveva deluso, espirai. Una morsa gelida mi attanagliò le viscere. Adesso, senza Boggs, eravamo allo sbando. Praticamente morti.

Tutti concentrati su Boggs, oramai senza vita, ci dimenticammo dell'altra sorella Leeg che grugnì dal dolore. Sua sorella si affrettò al suo fianco calpestando una mattonella che, al suo peso, si abbassò con un click. 

Un'altra trappola. 

Uno sguardo d'orrore si dipinse sul volto di tutti alla realizzazione.

Le mura si chiusero meccanicamente con un tonfo sordo, adesso ogni via d'uscita era sparita. Il mio corpo si tese in allerta.

Del liquido nero, simile al catrame, si riversò impetuoso dalle pareti. Mi voltai di scatto verso Peeta che aveva la faccia impassibile, lo scossi brutalmente spronandolo a muoversi prima di finire investito da Dio solo sa quale, sostanza tossica. 

Ebbi l'impressione che non gliene sarebbe interessato poi così tanto se fosse morto e, questa osservazione mi allarmò.

Ma ero lì. E non avrei permesso che gli accadesse nulla. Che lo volesse o no.

"Via! Via! Via!" "Andiamo!" "Datevi una mossa!" Più persone strepitarono contemporaneamente, scattando in avanti alla ricerca di una via di fuga.

Smisi di sostenere Peeta e lui tolse il braccio dalla mia spalla, in modo che potessimo correre più facilmente. Ansimai pesantemente. Delle ciocche di capelli mi rimbalzavano sul viso durante la corsa, infastidendomi.

Mentre corremmo oltrepassammo il cadavere Boggs e, senza esitare, afferrai in corsa la pistola dalla sua fondina. A quanto pare i miei istinti da Hunger Games non erano morti, pensai con leggera vergogna. 

Peeta correva davanti a me, decisamente più veloce.

"No no no". Boccheggiai intuendo cosa stava per accadere, puntava dritto verso Katniss. Provai inutilmente a scattare in avanti  ma successe tutto così in fretta.

Peeta afferrò il retro dell'uniforme di Katniss e la tirò a terra. Mi bloccai sul posto, per poi guardare a terra il liquido nero raggiungermi a istanti. "Merda." Alzando lo sguardo scorsi Peeta che cercava di spaccare la testa di Katniss col calcio del fucile.

Un uomo di cui avevo dimenticato il nome placcò Peeta. Mi mossi verso i due, tentennando sul da fare.

Peeta si divincolò dalla sua presa riuscendo a spingere l'uomo nel liquido nero. Si udì un sibilo meccanico e dal nulla scattarono dei bracci metallici che lo alzarono dalla sostanza e lo immobilizzarono in aria. L'uomo gridò quando dei coltelli gli perforarono lo stomaco.

Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora