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Venni sbattuta a terra da Nathaniel, la scorsa notte aveva piovuto e successivamente la pioggia si era trasformata in nevischio quindi il terreno era ghiacciato. Sembrava duro come una roccia.

"Aww guardala. Pensava di poterci scappare." Adelynn si accovacciò accanto a me. Prima che lo potessero notare feci scivolare il coltello nella giacca, ora rimaneva solo la mia spada, purtroppo nelle mani di Nathaniel.

"Lasciami andare Adelynn." Dissi mentre i denti battevano tra loro. 

"E non vederti soffrire?" Il suo ginocchio si schiantò contro il mio stomaco. Mi sfuggì un forte grugnito. "Ora come dovrei ucciderti? Dovrebbe durare a lungo e dolorosamente? O breve e sanguinante?"

"Adelynn, sbrigati, ho freddo." "Smettila di piagnucolare Nath, non vedi che sono occupata!" Prese un pugnale dalla tasca. Il ginocchio che teneva premuto sulla pancia era scivolato al mio fianco, così che adesso era cavalcioni sopra di me. 

Sfiorò la lama del pugnale lungo la mia fronte, facendola scivolare lungo al lato della faccia sino alla mascella. Mi afferrò il mento rudemente assicurandosi che la stessi guardando.

"Così carina. Eppure così, brutta." mi schernì Adelynn. "Sbrigati ad ammazzarla. Ho fame e voglio tornare al campo." Nathaniel si lamentò. "Non vuoi trovare Leo?" Adelynn scattò di rimando. "Lei è il nostro modo per trovarlo." Sul suo viso apparve un sorrisetto disgustoso che sarebbe rimasto impresso nella mia memoria per sempre.

"Vedo che voi due non andate d'accordo, sai, se ti allei con me ti prometto che sarà un'esperienza migliore. Ti darò... ti darò tutti i regali che abbiamo ricevuto dagli sponsor." le sussurrai.

Non doveva sapere che non ne avevamo.

"Oohh mi piace quell'offerta." Sogghignò malefica, annuii incoraggiante. "Ma cosa succede se scopro che mi stai mentendo? Cosa hai ottenuto finora? Ammettendo che tu mi stia dicendo la verità."

Dannazione! Non ci avevo pensato.

"Abbiamo... zuppa, zuppa calda, è in un thermos. E... una coperta calda." "Solo?" "Finora, ma se proteggiamo Leo prometto che ne arriveranno altri." Mi fissò negli occhi. Il suo coltello iniziò a sollevarsi dalla mia pelle.

"Come posso crederti?" "Io come posso crederti?" Mi vendicai a mia volta. "Touché".  Una lunga pausa fece gemere Nathaniel. "Falla morire e basta."

"Sai una cosa, perché no! Che senso ha lamentarsi quando puoi fare la stessa cosa!" Scendendo da me Adelynn si scaraventò selvaggiamente su di lui. Mi misi a sedere.

Nathaniel ci dava le spalle. "Perché non ne ho voglia!" Si rivolse ad Adelynn proprio mentre lei gli scagliò la sua ascia nel petto. Dalla bocca di Nathaniel uscì sangue. Le sue labbra formarono parole inudibili ma tutto ciò che fece fu gracchiare quando le sue ginocchia toccarono terra.

Adelynn gli estrasse l'ascia dal petto mentre il cadavere cadeva con la faccia nella neve. "Comunque era inutile, probabilmente l'avrei ucciso prima di notte. Si lamentava di tutto." Si voltò di nuovo verso di me.

"Qui." Mi consegnò la mia spada. "Alzati, le tue mani sono rosse." Abbassai lo sguardo sulle mie mani e aveva sicuramente ragione, erano rosso vivo con macchie viola sulla punta delle dita.

"Andremo prima al mio accampamento, ho delle provviste lì. Poi passeremo al tuo." Annuii.

Come ne sarei uscita da tutta questa situazione?

La seguii lentamente assicurandomi di posare i piedi solo dove aveva camminato.

"È proprio qui." Ero abbastanza sicura che quella fosse una trappola, ma senza aprire bocca continuai a seguirla.

Non potevo certamente farle vedere il mio accampamento, non potevo permetterle di toccare Leo.

Si fermò e afferrò una borsa. "Ora dov'è il tuo accampamento?" La guardai. Il tono di voce si era alzato e le sue mani strette sul manico dell'ascia.

"Come posso davvero fidarmi di te?" Non so se fu stupido dirlo. Supposi l'avrei scoperto.

"No guarda, ho ucciso il mio compagno e ti ho appena mostrato il mio accampamento! Direi che puoi fidarti di me non trovi?" Iniziò a guardarmi predatoria.

Si aggiustò la giacca, il sole colpì la lama dell'ascia nella sua mano così un fascio di luce colpì i miei occhi.

Mi accecò per un secondo. Quando riacquistai la vista, mi aveva già colpito alla tempia con il piatto della lama. Sbattei violentemente la testa al suolo. La mia vista si offuscò e le orecchie iniziarono a fischiare.

Percepii una mano fredda e gelida strattonarmi il mento. "Dov'è Leo!" "Pensavo ci fidassimo l'una dell'altra?" Pronunciai intontita parole confuse. "Oh tesoro, non mi fido di te così velocemente come posso lanciarti un coltello in gola. Sei una grande manipolatrice, mi hai quasi preso in giro con i tuoi sponsor. Mai esitato. Mai esitare."

"Hai ragione. Mai esitare." Alzai il ginocchio e le detti una ginocchiata nello stomaco. Cadde e le afferrai l'ascia. Questa volta mi misi io a cavalcioni sul suo corpo.

"Hmmm ucciderti con l'ascia o con la spada?" Provocai. Si mosse sotto la mia presa facendomi rafforzare la stretta.

"Per favore Cypress, per favore, ti ho giudicato male!" "Sì, suppongo tu lo abbia fatto." Prima che potesse dire un'altra parola, feci oscillare l'ascia in alto nell'aria che scese colpendola e aprendole il cranio in due. La uccise all'istante.

Il mio corpo era intorpidito dall'aria fredda.

Non avevo sentito niente quando l'avevo uccisa.

Non sono la Cypress che ero.

Ero uno dei mostri di Capitol.

                                                                                                   Cinque.

Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora