Quando mi svegliai non mi trovavo più in una stanza bianca, ma in una camera da letto. La stanza era minimalista, l'unica particolarità era una finestra gigante che, chiusa ermeticamente, lasciava entrare stralci di sole.
La porta si aprì e mi aspettai una schiera di caschi blu, stupendomi quando trovai solo Peeta.
"Cypress." Espirò come se non si aspettasse di vedermi. "Ti ho cercato in ogni stanza." Mi gettò le braccia intorno, ricambiai rapidamente l'abbraccio.
Mentre ci abbracciavamo mi accorsi di qualcosa.
Gli afferrai debolmente la nuca e l'abbassai per vedere meglio. Piccoli fori da ago erano tracciati lungo il collo.
"E ci stanno iniettando qualcosa... veleno di Jabberjay?" Tirai ad indovinare, mentre tracciavo con la punta del polpastrello i puntini neri e viola. "Abbiamo già impronte di veleno di Jabberjay, non corrispondono." Mi fece notare. "Inoltre non dovrebbe causare allucinazioni? Io non ne ho avuto problemi."
Mi districai dalle lenzuola, sedendomi sul letto. Provai a fare il punto della situazione: ci trovavamo a Capitol. Metà di me credeva fosse un buon posto dove stare, mentre l'altra metà pensava che fosse il posto peggiore dove trovarsi. Ottimo.
E oltretutto la capitale stava facendo qualcosa, ne ero sicura. "Hai ragione..." Ammisi dubbiosa. "Hai fame?" Indagai. "No, non proprio, perché?" "Hai mangiato qualcosa dopo le partite?" "No?" La risposta di Peeta suonò più come una domanda.
Ripensai alle informazioni di cui ero venuta a conoscenza nei miei anni a Capitol.
"Vedi... durante la prima ribellione iniettavano alla gente questa... cosa, non so come si chiamasse, ne avevo solo sentito parlare. Ma spegneva lentamente il corpo. Non ti veniva fame, non avevi il controllo del tuo corpo e dei tuoi movimenti... Peeta, ci stanno rendendo i loro bastardi." Conclusi, rendendomi improvvisamente conto della veridicità delle mie parole.
Prima che potesse rispondere, Emerald e un Pacificatore entrarono. "Cypress, dobbiamo prepararti. Snow vuole vederti." Emerald disse laconica.
"Va bene." Guardai Peeta che si strinse nelle spalle. Non avevamo altre opzioni.
Non andammo in uno spogliatoio come pensavo, invece entrammo diretti nell'ufficio di Snow.
"Ahh, Cypress, per favore entra. Siediti, mettiti comoda." Guardai spaesata Emerald, che sedeva impassibile.
"Adoro rivederti nella capitale. So che manchi ad alcuni dei tuoi clienti. Atom soprattutto." Mi trattenni dal roteare gli occhi disgustata.
"Ne sono sicura." "Ma sai a chi sei mancata di più?" "No?" Aggrottai la fronte preoccupata. "Si accomodi!" Mi voltai verso la porta e mi alzai di scatto quando entrò nell'ufficio.
Blossom entrò, scortata da Pacificatori su entrambi i lati. Aveva un pezzo di stoffa stretto attorno alla bocca che era talmente serrato da farla quasi soffocare.
"Blossom." Sussultai. "Cosa le stai facendo!" Mi rivolsi improvvisamente furiosa a Snow. "Io? Niente. Tu invece." Insinuò Snow confondendomi.
"Ora, Signorina Cypress, deve compiere una scelta. O Emerald o Blossom." Proclamò malvagio. I miei occhi passarono ad Emerald, sulla sua sedia con la testa china, mentre le lacrime le rigavano le guance.
"Non puoi costringermi!" Esclamai sconvolta anche se sapevo che non era così. "Ah? Davvero?" Premette un pulsante sul televisore e che riprodusse un video.
Udii prima le urla stridule di panico. Poi telecamera mise a fuoco una casetta fatiscente... la mia vecchia casa, in fiamme.
Scossi convulsamente la testa. "Fermi il video! Lo fermi!" Urlai sofferente. "Ho il controllo?" Chiese con voce monotona. "Sì! Sì, lo ha! Ha il pieno controllo!" Gridai isterica mentre le lacrime mi inondavano il volto rosso.
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Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)
Fanfictionbrutale /bru- tà-le/ 1. Una persona o un animale selvaggiamente violento. "Era una bruta a sangue freddo" NON POSSIEDO ALCUN PERSONAGGIO HUNGER GAMES POSSIEDO SOLO I MIEI OC E LA LORO STORIA!!! NON POSSIEDO NESSUNA GIF IN QUESTA STORIA, TUTTO È ST...