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Ebbi difficoltà a guardare il rosso del vestito. Ogni volta mi ritrovavo a fissarlo senza volerlo e la mia mente si riempiva di incubi.

L'abito era molto elegante, la sua parte posteriore era scoperta essendo tenuta insieme da solo qualche nastro. La mia cicatrice era perfettamente in vista. Le maniche erano larghe e semitrasparenti sulle spalle, quindi, prestando un po' di attenzione erano visibili anche le deboli cicatrici.

Mi sedetti mentre Blossom iniziò a lavorare con i capelli e a truccarmi.

Ben presto mi ritrovai a camminare scortata da pacificatori lungo un corridoio sconosciuto. Sentii il suono degli applausi avvicinarsi, e alzando lo sguardo notai un televisore mostrare il volto del presidente Snow.

"Per favore, date un caloroso benvenuto alla vincitrice! Cypress Bennett!"

Le porte si spalancarono all'improvviso e le luci lampeggiarono accecandomi, mi dimenai tra le braccia della scorta. Entrai titubante mentre Snow mi condusse platealmente sul palco.

Mi sforzai di trovare tra la folla un volto familiare... Roland. I nostri occhi si incrociarono e mi fece un piccolo sorriso triste.

Dopo alcuni momenti di insopportabile silenzio il presidente Snow decise di incoronarmi.

"Sei stata meravigliosa nei giochi." Mi sussurrò nell'avvicinarsi con la corona tra le mani. La sua voce era come veleno. "Hai messo su un grande spettacolo." "Contenta che le sia piaciuto." sussurrai impassibile di rimando.

"Sei stata bravissima lassù." Roland si avvicinò mentre tornavo dietro le quinte. "Roland, sono stanca, vorrei solo dormire." gemetti. "Senza offesa per Blossom, ma non riesco nemmeno a guardare il vestito." Sentii il bruciore delle lacrime insinuarsi nei miei occhi. La mia gola si serrò lentamente mentre la mia voce si alzava di tono.

"Cypress, calmati, tutto ciò che ti resta è l'intervista con Caesar e la festa della vittoria, in cui saranno presenti solo alcuni sponsor e i vincitori degli anni passati. Gente che capisce cosa stai passando."

Annuii raddrizzando la schiena. "Sembro più sveglia?" "Sì." "Allora va bene." I pacificatori entrarono e mi scortarono lungo l'ormai familiare corridoio.

Sembrava ieri che io e i miei colleghi tributi stavamo aspettando la nostra chiamata, pensai amaramente.

Venni sovrastata da applausi e urla.

"CYPRESS! CYPRESS AIUTAMI!" Le sue urla erano profonde e rauche, quasi le stesse di quando urlò per sua madre e suo padre il giorno della mietitura.

"Ciao Cypress, o dovrei dire, vincitrice dei 70esimi Hunger Games." La folla rise, la cosa mi disgustò.

Dei bambini erano morti. E ridevano.

Cercai di liberarmi del disgusto che avevo dipinto in faccia.

"Grazie Caesar, ma sono sempre la stessa Cypress." Cinguettai falsa, la folla era in visibilio.

"Beh, non assomigli molto alla Cypress che ho conosciuto. Sembri molto più matura."

Perché mi hai strappato l'innocenza dall' infanzia.

"Hahaha, non capisco perché ma grazie Caesar. Anche tu sembri molto diverso, hai detto di esserti tinto i capelli?" "Oh, l'hai notato, sono commosso."

I suoi capelli erano di un'orribile sfumatura verde lime.

"Certo che l'ho notato, sei solo il mio intervistatore preferito." "Sono il tuo unico intervistatore Cypress." Risi con la folla.

"Adoro l'atmosfera che abbiamo stasera!" Tutti applaudirono d'accordo. "Ma devo parlare dei giochi." Trattenni istintivamente il respiro. Immaginai di non essermi preparata abbastanza per quello.

Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora