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Punto di vista di Finnick

"La Coin può aspettare!" Strepitai a Heavensbee. "Anche se non riesce a ricordarsi di te, Cypress può comunque ricordare tutti gli altri di cui abbiamo bisogno in prima linea." Ribatté convinto. "L'ipnosi ha solo bisogno di più tempo!" Insistetti supplicante, l'ipnosi era l'unica soluzione al problema di Cypress e la terapia l'avrebbe fatta tornare quella di prima. Non potevano interromperla!  "Che è tempo che NON abbiamo." 

"Per favore, Heavensbee. Ancora una notte. Funziona, lo so!" Roteò gli occhi, non credendo ad una singola parola. "Bene, una notte. Questo è tutto." Mi concesse stremato. "Grazie!"

Heavensbee se ne andò a passo pesante, sbuffando contrariato. Non mi interessava cosa voleva la Coin, stavo facendo ciò che era meglio per Cypress. Lei avrebbe fatto lo stesso per me, pensai tristemente.

Adocchiai la grande finestra che mi divideva dalla stanza in cui giaceva Cypress addormentata con le cuffie.

Per favore, lascia che funzioni. Mi ritrovai a pregare, fissandola intensamente.

Voglio che funzioni.

No,no... Bisogno. Ho bisogno che funzioni. 

"Ehi, Finnick. Perché non la lasci per un po'?" Mi suggerì Roland. Sobbalzai, preso dalla concentrazione non l'avevo neanche sentito avvicinarsi. 

"No, sto bene." Declinai la sua offerta. "Finnick, nel modo più gentile possibile... ma puzzi. Veramente tanto." Ammise storcendo il naso. Mi portai la camicia al naso. Aveva ragione. I miei vestiti sprigionavano un odore... distinto, in mancanza di altre parole. Strinsi le labbra.

"La guarderò io. Vai a farti una doccia." Mi incoraggiò. "Ma se..." "Se qualcosa cambia vengo a prenderti." Mi diede una pacca sulla schiena mentre mi spingeva fuori. "Bene." Sospirai con rassegnazione.


Rimasi a fissare l'acqua della doccia scorrere lungo il mio corpo nella vasca per poi creare un piccolo tornado nello scarico.

Mi strofinai bruscamente le mani sul viso per tornare al presente. "Va bene Finnick. Starà bene." Sbottai pratico. Un déjà vu mi investì.

Ricordai di essermi detto la stessa identica cosa solo pochi anni fa. Era stato proprio quando Atom era diventato un cliente abituale di Cypress. Stavo sveglio fino alle prime ore del mattino aspettando che tornasse nel suo appartamento. Con l'ansia che le fosse successo qualcosa.

Mi diceva che non dovevo farlo, ma ogni notte finiva allo stesso modo. Sapevo che era la sua vita, e di doverle lasciare il suo spazio. Ma quando si rannicchiava al mio fianco con la mano intorno alla collana e le guance rigate di lacrime... Non potevo lasciarla sola.

Nessuno avrebbe meritato di affrontare tutto ciò da solo.

Scossi la testa prima che i miei ricordi mi assalissero. 

Non volevo vederli.

Cypress era convinta che Atom fosse buono, il che significava che non ricordava il dolore. Roland mi aveva raccontato che durante i primi test urlava e urlava di non ricordare. Aveva insistito che forse era il caso di smetterla, ma mi ero opposto. 

Ero troppo coinvolto nel rivolere indietro la mia Cypress, la mia Cypress stessa avrebbe voluto che ciò accadesse! Mi mancava disperatamente ogni giorno.

Eppure una vocina continuava ad insinuarmi il dubbio che forse non lo avrebbe voluto. Che forse ero solo un egoista, a lasciarle rivivere tutti i suoi traumi. Lasciarla recuperare la memoria... forse sarebbe stata più serena senza ricordarsi niente.

Tutto ciò che desideravo era riaverla sana e salva.

Volevo fare solo la cosa più giusta per lei. 

Chiusi l'acqua e mi asciugai velocemente, indossando vestiti nuovi.

Avevo deciso. Dovevano smettere.

Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora