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La mia testa veniva spinta più in basso nel tessuto mentre i miei polmoni bruciavano per la tosse e la mancanza d'aria.

Non mi importava.

Una mano afferrò rudemente la mia coda di cavallo, strattonandomi su.

Stordita, mi sembrò di notare la faccia di Maverick che mi fissava.

I miei occhi si spalancarono dallo stupore alla realizzazione e, sbattendo le palpebre per accertarmi che fosse reale, vidi Maverick torreggiare sopra di me. I suoi occhi erano vitrei mentre la sua presa si rafforzava. Le mie gambe smisero di scalciare e dimenarsi, ritraendosi sotto il mio corpo, in una posizione semi-raccolta. 

"Fa male?" Chiese psicotico. Perché stava parlando con me? "Mi sono sempre chiesto come ci si sente ad essere strangolati." "Sei... uno psicopatico." Strinsi i pugni.

"Davvero? Perché se ricordo bene tra i due sei tu l'assassina." La sua presa si allentò pur rimanendo ancora salda. Ciuffi dei suoi capelli rossi simili ai miei spuntavano dal cappuccio.

"Ti manco?" Come faceva ad essere qui? Perché era qui?

Ah. La mia memoria. Trasalii alla mia inermità.

"Ho provato a parlarti prima sai, mentre eri nella capitale. Con loro che hanno incasinato i ricordi si sono sbarazzati di me." Mise su un piccolo broncio. "Ma ora che ti ricordi, ah..." Si rallegrò improvvisamente. "Adesso possiamo parlare tutto il tempo!" Ghignò. 

Scossi la testa.

Non è reale, non è reale.

All'improvviso il mio braccio sembrò andare a fuoco e la cicatrice sul mio corpo a si infiammò sotto la sua presa.

"Ahh ricordi, sono una cosa divertente vero? La mente è un posto matto." Sì, doveva esserlo davvero, pensai guardando i suoi occhi scintillanti di follia.

Non é reale, non è reale. Tornai a ripetermi. 

"Una volta ho provato a soffocarti, e tu mi hai dato un pugno! La mia mascella si spacca ancora per questo! E ora vuoi essere soffocata! Vuoi morire?"

Volevo morire? Non volevo morire. Eppure perché ero qui ad immaginarmi di farlo?

Non è reale, non è reale.

"Beh, immagino che quando morirai mi dirai finalmente come ci si sente ad essere strangolati." Il suo volto si contrasse dalla furia e si arrossò dallo sforzo mentre stringeva la presa sul mio collo.

Annaspai mentre la mia testa veniva spinta nuovamente nel tessuto ruvido.

La mano che mi spingeva contro le stoffe sembrò dissolversi improvvisamente fino a che il suo peso non scomparve del tutto. Adesso potevo sollevare liberamente la testa, eppure non mi sentii pronta per farlo.

Una mano più gentile mi sollevò la testa. Spingendomi al suo fianco con un tocco dolce.

"Va tutto bene ragazza mia" Sussurrò Lilac accarezzandomi il volto, le sue dita si intrecciarono fra i miei capelli. "Blossom è morta" I miei occhi si inumidirono in fretta. "Lo so." "Roland è morto." La mia voce singhiozzò. "Lo so." "Mi mancano" "Lo so." "Li ho uccisi." Esplosi finalmente in un pianto, il senso di colpa si mischiava con la solitudine.

"No, non l'hai fatto, Snow li ha uccisi. Ogni singola tua uccisione è stata causata da Snow tesoro, non sei colpevole, soltanto una delle tante vittime. E Roland e Blossom... non sono "uccisioni", non ricordarli soltanto per questo." Baciò la parte superiore della mia testa. Fissai il vuoto, incapace di formulare un pensiero di senso compiuto.

Brute // Finnick Odair (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora