Capitolo 9-Eres

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Narra Ruggero

Sono davanti a Candelaria, immobile. So di dover dire qualcosa, di doverle dare delle spiegazioni ma resto lì, in silenzio e ciò peggiora solo la situazione.

Mi guarda infuriata, con gli occhi pieni di odio e le braccia incrociate. Batte il tacco sul pavimento di legno Larice. Passano una decina di minuti quando dalla sua bocca esce una frase che mi lascia perplesso:

"Se non tieni a me, dillo e vado via."

Io tengo a lei, ma non la amo. Magari la amo, o no, Karolcita mi confonde tantissimo: non so bene cos'è quello che provo per lei, so solo che quando la vedo mi sento al settimo cielo, i suoi occhi verdi, il suo sorriso, la sua risata sono cose di cui non posso fare a meno.

Mi rendo poi conto che non le ho ancora risposto.

A quel punto prende la borsa e si dirige verso la porta.

Io, non l'avessi mai fatto, le afferro il polso.

Lei si gira, io le do la mano. Candelaria mi guarda negli occhi, ricordandomi una gattina, si avvicina, mi sussurra un:

"Sapevo che mi amavi ancora"

Non ho il tempo di replicare, quando mi bacia.

Proprio in quel momento sento la voce di Karol e il rumore dei passi avvicinarsi. Quando riesco a staccarmi la vedo lì, davanti a me, con gli occhi quasi lucidi e un'espressione sconvolta dipinta in volto. I suoi occhi, il suo viso cupo mi distrugge. Scappa via e io le corro dietro. Faccio le scale quando non la vedo più.

Sento invece delle note musicali che aprono una canzone.

A quel punto sento una voce angelica cantare:

"Eres un confidente de todas mis emociones

La causa, la razón de mis canciones

Los sueños, la verdad y mucho más

Y mucho más"

Mi scordo di tutto, intorno a me c'è solo la musica, le note ricoprono tutto e una sensazione strana prende il controllo del mio corpo.

Guidato dalla musica, mi avvicino ad una stanza, mi appoggio al muro e chiudo gli occhi. Passano pochi minuti quando la canzone finisce e qualcuno esce dalla stanza, guardo meglio: è Karolcita.

Mi avvicino a lei, che sta andando verso le scale e la chiamo. Lei si gira con un sorriso in volto, che si spegne appena mi vede: non è triste, direi colpita e anche un po' confusa.

"Senti..." le dico, ma lei mi interrompe prima che possa continuare la frase.

"Se è per quello che è successo poco fa, non ti preoccupare: è tutto ok" E mi sorride, ma il suo sorriso non è sincero.

"Sicura?" Le chiedo.

"Credo di sì... cioè sì".

"Ayy Karolcita" Mi avvicino e la abbraccio.

I suoi capelli profumano di buono, non so cosa sia, ma resterei così per ore. Sento che sorride, ed è tranquilla. Si è rifugiata tra le mie braccia e mi sembra felice.

Mi allontano di qualche centimetro e le stringo le mani.

"Candelaria..." Ma mi interrompe di nuovo.

"Ruggerito ti prego no, non ti preoccupare. Sul serio"

"Invece sì, ti dico la verità"

"Se proprio vuoi..." Dice lei.

"La voglio lasciare." Pensarlo e una cosa, dirlo ad alta voce fa uno strano effetto.

"Cosa?!" Un sorriso le si dipinge sul volto ma, forse per nascondere i suoi sentimenti, cambia subito espressione.

"E perché?" Mi chiede.

Perché perché... dirle la verità o mentire? Non so cosa dire.

Aspetta con ansia la mia risposta allora, non avendo altra possibilità le dice una mezza verità.

"Perché mi sono reso conto di non amarla più." Mi fa un po' di tristezza pronunciare questa parole, infondo è pur sempre stata una parte importante della mia vita...

Lei, forse notando la tristezza e la nostalgia nei miei occhi, diventa a sua volta triste.

"Mi dispiace tanto" È sinceramente dispiaciuta: ecco cos'altro mi piace di lei, è sincera, genuina e poi cerca sempre di capire quello che succede agli altri con un solo unico scopo, ovvero quello di aiutarli.

Spalanca le braccia e, con la sua espressione dolcissima e i suoi occhioni verdi mi chiede:

"Abbraccio?"

Ridendo, mi avvicino: quando sto con lei mi sento bene e sono felice, davvero felice.




"Eres un confidente de todas mis emociones

La causa, la razón de mis canciones

Los sueños, la verdad y mucho más

Y mucho más"

-Michael Ronda🤍



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