Capitolo 10-Fidati di me

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Narra Karol

Quella sera tornai all'appartamento tardi, stanca e con la testa piena di pensieri: è stata una lunga giornata, piena di momenti che non so se definire "speciali" o "strani".

Appena aperta la porta, mi tolsi il cappotto nero e lo buttai sulla sedia. Mi diressi verso la camera da letto, dove presi, dalla grande valigia rosa ancora fatta, il mio pigiama. Feci una doccia veloce, per poi, ancora con i capelli mezzo-bagnati buttarmi sul letto. Sono stanca e vorrei subito andare a dormire, ma non posso rinunciare né alla cena, che mi farò portare in camera, né alla chiamata con mamma, che lei so bene che aspetta sempre con agitazione.

Allora chiamo mamma sul numero di casa:

"Pronto?" dice tutta seria.

"Mamma!" esclamo io ridendo.

Cambia subito tono di voce:

"Amoree! Come va la vita della mia attrice preferita?"

Rido.

"Tutto bene qui, anche se voi mi mancate un sacco." Dico con un filo di nostalgia, ripensando ai vecchi tempi.

"Anche tu ci manchi Karol."

Vedo che la nostalgia sta cominciando a prendere il sopravvento allora decido di cambiare argomento:

"E tu invece, come va la vita della mamma migliore del mondo?"

"Sempre tutto uguale: stamattina sono andata a fare spese, poi ho pranzato con papà e ora stiamo aspettando che tuo fratello torni dal negozio per cenare. A proposito: tu hai mangiato?"

"A momenti mi dovrebbe arrivare la cena."

"E dopo che fate? Uscite?"

"Sì, dovrebbero andare a fare una passeggiata in riva al mare."

"Come dovrebbero? Ti stai trovando bene con il resto degli attori, vero? Se c'è qualcosa che non va dillo a mamma."

"Sì sì, con loro tutto bene. Solo che sono stanca, è stata una giornata lunga."

"Amore mio due cosa: numero uno, non voglio sentirti mai più dire che sei stanca, sei giovane, tu! Non sei mica vecchiarella come me! Numero due, è successo qualcosa?"

Alla "numero uno" rispondo con una risata, alla "numero due" non posso che rispondere con la verità, o almeno con una piccola parte della verità:

"Ho conosciuto un ragazzo."

"Ahh eccooo! Voglio sapere T-U-T-T-O."

Da quando la nonna è morta, io e mamma abbiamo legato ancora più di prima, tanto da diventare quasi migliori amiche. Certo, poi una migliore amica "vera", dico della mia stessa età ce l'ho: si chiama Clara, ha anche lei quindici anni e ci siamo conosciute all'asilo.

"Bene bene... si chiama Ruggero, ha vent'anni ed è il coprotagonista di Soy Luna."

"Vent'anni..." ripete confusa, so già cosa pensa.

Rimane qualche secondo in silenzio, quando esclama:

"Vent'anni! Karol vent'anni! Avete sei anni di differenza tesoro!"

"Mamma dai non fare così. Fammi almeno spiegare..."

Mi interrompe:

"Spiegare?! Spiegare a me?!"

Si sta arrabbiando, ma per fortuna fa un grosso respiro e mi concede la parola:

"E va bene, va bene. Dimmi tutto."

"Grazie. Allora..."

Proprio in quest'attimo, bussano alla porta: è sicuramente la cena.

Vado incontro alla porta e apro velocemente mentre continuo a raccontare a mia madre.

"Grazie mille dia a me... ti stavo dicendo: è stato così carino, capisci?"

Dico con gli occhi bassi e il braccio steso, rivolgendomi al cameriere.

"E va bene."

Sento una mano afferrare la mia. Allora alzo lo sguardo: è Ruggerito.

"Ma cosa fai?"

Dico ridendo.

"Cosa?"

"Mamma aspetta un attimo, ok?"

Guardo Ruggero.

"Noi due andiamo a fare un giro, e non accetto no"

"Mamma ci sentiamo domani. Mi chiamano per uscire."

Poi sussurro:

"È Ruggero."

"Ahh va bene, a domani amore e divertiti!"

"Buonanotte, mamma!"

Ora mi rivolgo a lui:

"Devo uscire così?" Dico guardandomi il pigiama.

"E va bene, vatti a cambiare. Ma fai presto."

Si siede sul letto mentre io scelgo il vestito. Non avendo trovato niente, mi giro verso di lui con alcune magliette in mano e gli chiedo:

"Dobbiamo uscire per forza? Non posso rimanere qui in camera? Ho sonno."

"Sì, sei giovane e ti devi divertire."

Si alza, mi prende un vestito blu e dice:

"Metti questo e andiamo"

Stranamente, ci metto solo pochi minuti a prepararmi e, per le otto e mezzo, stiamo camminando per i corridoi dell'hotel, in cerca dell'uscita.

"E la cena?" Dico io, ricordandomi di quella ordinata.

"Te la offro io! Cosa preferisci: pizza, sushi o panino?"

"Umm... panino?"

Lui ride.

"Non ridere! Guarda che ho fame!"

"Non rido per il panino, rido per i tuoi occhi."

"I-i miei occhi?"

Siamo vicinissimi, il cuore mi batte a mille e l'aria quasi mi manca. Sono emozionata e non poco.

Sta succedendo, di nuovo.



" Soñé un verano que se hiciera eterno
Desde el momento en que vi tu mirada
Me derretiste con esa mirada "

-Morat🤍


Tra sogno e realtà - Ruggarol historyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora