Narra Ruggero
Dopo presumo una lunga dormita e ancora con la musica che mi suona nelle orecchie, apro pian piano i miei occhi. Guardo l'orario sull'orologio che mi ha regalato per il mio quattordicesimo compleanno, e, visto che capita di settembre, anche per l'inizio del liceo. Ripesando a com'è tirchio papà, mi scappa una risatina. Sono le quattro del pomeriggio ma fuori è buio pesto, voliamo sopra le nuvole da circa otto ore, nove quasi.
Volgo lo sguardo su Karol, che dorme poggiata sulla mia spalla, anche lei con una cuffia nell'orecchio. Sarà l'atmosfera ma io non riesco a smettere di guardarla: anche se russa -perché sì, Karol Sevilla russa- è così talmente perfetta. Credo di non aver visto un essere umano tanto meraviglioso con lei.
Sono pur sempre fidanzato però... perché non le parlo? Perché non chiariamo una volta per tutte? Perché Candelaria riesce sempre a controllarmi? Se n'è andata prima di noi e ora sicuramente mi aspetterà nell'aeroporto pronta per abbracciarmi e fare la solita scena in cui urla più di Janice di "F·R·I·E·N·D·S". Ora basta però stasera, a cena le devo parlare. O è meglio dirlo davanti agli altri, così nel caso mi uccida almeno ho testimoni?
Mentre mi perdo nei miei pensieri sento che Karol si muove: eccola sveglia... oddio sveglia, diciamo che ha gli occhi sono aperti ma lei dorme ancora.
"Buongiorno principessa!" Dico citando uno dei più grandi capolavori mai realizzati.
"Buongiorno!" Risponde lei, sbadigliando.
"Hai dormito bene?" Le chiedo.
Lei annuisce con un sorriso.
"Che ore sono?"
Controllo l'orologio: "Le 16:23."
"Ah va bene."
Toglie le cuffie, il cuscino che aveva attorno al collo, il suo libro e li mette nel suo zaino rosa e giallo, con delle spille con gli unicorni.
"Bello zaino!" Dico, ridendo.
"Lo so, è stupendo." Mi risponde tutta fiera e con un sorrisone.
La amo anche per questo, è così genuina e sincera... eccoci nuovamente a ripetere questa frase: la amo.
"Ruggerito! Guarda!" Dice tra l'entusiasta e la nostalgica.
Mi volto verso il finestrino e, sotto di noi, Buenos Aires. È grande, luminosa e poi così bella, proprio come me la ricordavo. Sembra essere passato pochissimo da quando sono partito per andare in Messico, a Cancún.
Pensare che fino a poco più di un mese fa non conoscevo ancora nessuno, poco più di un mese fa non avevo questa grande nuova famiglia adottiva.
Conoscere Agus, Vale, Mike, Caro, Lio, Katju, Jorge, Chiara, Ana, Male, Gaston è stato uno dei regali più belli che la vita mi avesse mai potuto fare.
E poi aver conosciuto Karolcita... l'errore più grande ma anche il più bello che avrei mai potuto commettere nella mia vita. E se mi chiedessero di innamorarmi di lei, rispondere tranquillamente che sì, senza dubbio lo farei di nuovo, una, due, cento volte se necessario.
La guardo con occhio felici: sono a casa!
In realtà casa casa, casa quella vera è indubbiamente l'Italia ma l'Argentina, l'Argentina mi ha accolto come una madre con suo figlio che ritorna da un lungo viaggio. Ho trovato casa a Buenos Aires mi sono sentito subito bene. Certo, ovviamente l'Italia mi mancava, e mi manca ancora, ma con delle persone che ti vogliono bene, in un paese che ti ha fin da subito accolto, questa mancanza si è sentita un po' meno: l'Argentina non mi ha MAI fatto sentire l'immigrato di turno, anzi, sono stato accolto come un parente. Ecco l'Argentina mi ricorda un po' l'Italia, questo è il perché mi sembra di stare a casa.
Comunque sia, anche se con qualche minuto di ritardo l'aereo decolla. Sono le 16:30, quando arriviamo a terra.
Dopo aver preso gli zaini, scendiamo gli scalini dell'aereo tutti insieme.
Prendo la mano di Karolcita, la guardo e le dico con un sorriso:
"Benvenuta a Buenos Aires!""Sai che si nasce soli e si muore solisti
Ma per fortuna esisti, sei tutta la mia band"
-Pinguini Tattici Nucleari🤍
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Tra sogno e realtà - Ruggarol history
FanfictionLa storia di due giovani attori, Karol Sevilla e Ruggero Pasquarelli, che si innamorano dietro le telecamere della serie Disney Channel "Soy Luna". Un racconto pieno di difficoltà che i due protagonisti cercheranno di superare con tanto coraggio. T...