Capitolo 21-L'ascensore sfortunato

30 3 2
                                    

Narra Ruggero

Torno a casa felice, sereno e innamorato, soprattutto innamorato. Dopo quel bacio con Karol, ho tutto chiaro: quello che ho sempre provato per Candelaria non è mai stato amore, ma amicizia. Tengo a lei, è ovvio e le voglio tanto bene ma non sono innamorato di lei. Però mi dispiace tanto per Cande, per tutto questo tempo non ho fatto altro che illuderla di essere sinceramente innamorato di lei. È stata, è tutta colpa mia, dei miei sentimenti confusi, del mio non sapere davvero cosa significa amare una persona con tutto il cuore.

Sono deciso a lasciarla definitivamente, ma ho anche paura di ferire i suoi sentimenti, o paura per lei, per quello che potrebbe fare danneggiando lei stessa.

Così diretto verso casa, penso se sto davvero facendo la cosa giusta, se tutto questo è solo un sogno e sta succedendo davvero.

La casa... la casa in cui viviamo ancora insieme perché io mi preoccupo troppo per lei e lei ne approfitta riuscendo sempre, in qualche modo, ad avere la meglio e ad avere in controllo di tutto; di tutto, anche di me.

Arrivo al palazzo, parcheggio- per fortuna c'è posto proprio davanti- e entro, con le chiavi che intanto ho rifatto.

Prendo l'ascensore, libero. Ci entro e salgo. Però viene chiamato da qualcun altro. Riscendo e mi vedo Candelaria entrare, che mi saluta tutta sorridente e con un bacio:

"Buongiorno amore mio!"

"Buongiorno." Le rispondo allontanandomi da lei e deciso a parlarle qui, ora e subito.

"Che hai?" Dice già arrabbiata.

"Ti devo parlare, e questa volta sul serio."

Mi fa segno di cominciare, infastidita.

Non voglio fare tanti giri di parole ma sono un attore, sono abituato a tanti fare giri di parole.

"Sei una ragazza magnifica, sai quanto tengo a te... ma non sono innamorato di te, sei la mia migliore amica, con te posso parlare di tutto, posso dirti tutto... ma non riesco ad amarti, non come meriteresti, non come vorresti. Mi dispiace tantissimo, se vorrai io sarò qui, ma solo come amico."

Non piange, nei suoi occhi nemmeno un po' di rossore. Ferma l'ascensore. È tutta seria, mentre sta cercando qualcosa nella tasca del suo giubbino.

Ora sorride, e dalla tasca caccia un coltellino da carta.

Me lo punta sul collo dicendomi, sorridendo:

"Accoltami bene Rushero Pasquarelli: tu sai chi sono io, vero?"

Terrorizzato, non riesco nemmeno a dire di sì, così annuisco.

"Bene, io sono Candelaria Molfese e posso tutto."

Toglie il coltellino e lo ripone nel giubbino, riavvia l'ascensore bloccato.

Mentre scende dall'ascensore si gira e mi dice sorridendo:

"Ricorda ciò che ti ho detto."

La seguo verso la casa che ho comprato io, con i miei risparmi. Prima che io posso entrare mi passa una valigia poi si avvicina e sussurra nel mio orecchio:

"Io sono Candelaria Molfese e posso tutto."

A quel punto, chiude la porta.

Resto lì, fermo davanti ad essa ed incredulo davanti a tutto ciò che è appena successo.

Decido di bussare alla porta più di una volta ma dietro sento solo la musica di "Caprichos", una canzone tratta da "Floricienta", una telenovela della quale Candelaria è molto fan.

Allora, senza poter fare altro che mi venga in mente in questo momento, decido si scendere e andare via. Appena fuori la porta ricevo un messaggio da Candelaria: è un video, un video in cui butta le mie chiavi nel water e scarica, poi si inquadra e sorride dicendo:

"Io sono Candelaria Molfese e posso tutto."

Sta succedendo tutto così velocemente che non riesco nemmeno a capire se è reale oppure no.

Mi manca Karolcita, tanto e ammetto che ho altrettanta paura, se non di più:

Quando ho conosciuto Candelaria non era così, era una ragazza così dolce e carina, che aveva sempre il sorriso disegnato sul viso. Migliorava la vita a chiunque la incontrasse con la sua risata, le sue battute. Era così dolce e goffa quando ci siamo messi insieme mi disse:

"Ma sei sicuro di voler stare con una come me? Cioè tu sei Ruggero Pasquarelli e io sono solo Candelaria... io, io non ti merito..."

Come può una ragazza così indifesa e ingenua diventare un pazza, psicopatica e pure adulatrice?

Cosa le è successo per farle scatenare quella gelosia così tanto possessiva? Per farla diventare così?

Giro lo sguardo e vedo le tende della mia- posso ancora definirla "mia" dopo questo? – finestra aperte: c'è lei ballando e cantando... aspetta... ma quello non sono delle forbici... il mio divano... da letteralmente tagliando il mio divano con delle forbici da cucina. Ora invece sta rompendo il mio televisore con le sedie che mi sono costate un occhio della testa...sta colorando sulle pareti... bruciando i miei libri nel camino... lanciando i cuscini dalla finestra... strappando le tende con le sue stesse mani...

Mi risuona nella testa la frase che mi ha ripetuto mille e mille volte in questa ultima ora:

"Io sono Candelaria Molfese e posso tutto."

Lei è Candelaria Molfese e, ahimè, può davvero tutto.



"De tus caprichos estoy cansada

Y de tu vida quiero nada"

- Isabel Macedo🤍


Tra sogno e realtà - Ruggarol historyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora