Capitolo 56-Ritorno alla realtà

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Narra Ruggero

Vedo il telone rosso abbassarsi davanti a noi, comprendo ogni singola persona dall'altro lato che per le ultime due ore ci hanno accompagnato con grande emozione cantando e ballando insieme a noi.

Sbirciando ai miei lati, vedo sui visi dei miei compagni la stessa espressione di felicità coperta dalle lacrime.

Poi, quasi senza accorgermene, afferro e stringo forte la mano di Karol.

Lei, appena vede le nostre mani intrecciate, le guarda sorridendo e poi rivolge lo stesso sorriso a me, al mio viso.

Glielo ricambio sussurrando:

"Ce l'abbiamo fatta, Karolcita!"

Lei annuisce ripetendo le mie stesse parole:

"Ce l'abbiamo fatta, Ruggerito."

Restiamo infinti attimi così, l'uno accanto all'altra, con le nostre mani intrecciate regalandoci il sorriso più bello... vorrei che questo momento non finisse mai.

A un certo punto, però, questo momento speciale tra Karolcita e me viene interrotto: sentiamo qualcuno che ci abbraccia da dietro facendoci saltare.

Giriamo nello stesso preciso momento il capo per controllore chi sia la persona tra di noi: Katju... infondo, escludendo Maxi, chi altro poteva essere se non la sua sorella segreta?

"Ho interrotto qualcosa?" Chiede con un sorriso malizioso.

"Assolutamente..." Risponde Karolcita, ma poi si interrompe.

Allora io mi accorgo di tenerle ancora la mano.

Mi allontano da lei e continuo quello che stava dicendo:

"...niente. Assolutamente niente."

"Niente." Ribadisce allora lei, mentre si allontana ancora di più da me.

Così, si avvicina a Katja e le chiede fingendosi il più entusiasta possibile:

"Andiamo a festeggiare con Vale e Caro?"

"Va bene?" Dice lei, guardando confusa prima me e poi lei.

Mentre va con Katju verso l'altra parte del parco, resto imbambolato a guardarla.

"Ahh l'amour, l'amour!"

Esclama una voce accanto a me.

Mi giro di scatto verso la figura al mio fianco.

"Agus!" Esclamo, come non riconoscere la sua voce.

Mi mette la sua mano sulla spalla chiedendomi:

"Cos'è successo ora?"

"Niente Agus, non succede mai niente con lei."

"Ma prima, sul palco, in scena non sembrava... mentre cantavate non mi sembravate molto Luna e Matteo."

"Quello è lavoro, stavamo recitando prima. Fingevamo di essere altre persone."

"A me non sembravate solo due attori che fanno il loro lavoro..."

"Invece ti assicuro che eravamo solo quello."

"E va bene, va bene. Comunque sia, si vede allora che non vi costa per niente fingere..."

Sospiro, per poi arrendermi a ciò che non si può nascondere:

"È che lì, sul palco è tutto così diverso..."

Tra sogno e realtà - Ruggarol historyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora