Capitolo 64-Il prezzo da pagare

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Karol

"Equivocada" è stata una specie di terapia.

Avevo da tempo in mente di fare una cover di una canzone di Thalía, cantante messicana che ammiro tantissimo e che da sempre è la mia maggiore ispirazione.

La seguo fin da piccolissima, quando ascoltavo i Timbiriche stesa sul letto della mia cameretta e pensando quanto fosse bella e brava quella ragazza dai lunghi capelli castani.

Mi ricordo di una volta, al primo giorno delle elementari, quando la maestra mi chiese cosa volessi fare da grande ed io risposi:

"Voglio fare Thalía!"

E questa fase non si concluse per niente con la fine delle elementari, anzi, non fece che cresce e crescere, ancora e ancora, fino a quando non arrivai a partecipare ai miei primi casting, quelle delle pubblicità, perché è così che Thalía cominciò la sua carriera.

Gli anni sono passati, io sono cresciuta e la mia carriera con me e, nonostante ora mi possa definire "famosa", non ho mai abbandonato quel profondo rispetto e ammirazione per la cantante che mi ha spinta a fare sempre di più, fino ad arrivare proprio qui dove sono adesso... credo di poterlo dire, che senza Thalía probabilmente ora non sarei chi sono.

Quello che mi mancava, era proprio trovare un modo per omaggiarla e ringraziarla di tutto... e quale idea migliore di fare una cover di una sua canzone?

Solo che, non sapendo quale scegliere, lasciai quell'idea nascosta in un angolino della mia testa, essendo consapevole che, al momento giusto, sarebbe saltata di nuovo fuori.

E così è stato.

I giorni dopo quella sera erano strani, divisi tra lavoro con Ruggero Pasquarelli e vita reale sola.

Ruggerito non esisteva davvero più, mi ero imposta di cancellarlo dalla mia vita, di dimenticarlo e così stavo facendo.

Tutto era relativamente perfetto: passavo le notti a piangere, nuotando nei ricordi ma riuscivo anche ad essere tanto produttiva e perfetta come non lo ero mai stata nel lavoro.

A tutta quella bella situazione, mancava la ciliegina sulla torta: una canzone.

E fu proprio in quel momento che, come previsto, rispuntò nella mia testa l'idea di fare una cover di Thalía.

La scelta del titolo, della canzone, che prima era tanto confusa, si fece chiarissima: Equivocada.

Descriveva perfettamente il mio stato d'animo, i miei pensieri, la mia situazione con Ruggero, tutto.

Era una domenica mattina di fine luglio, ero a Navarro con mia madre a fare un gita e, camminando per un parco le dissi:

"Aspetta!"

"Cosa?" Mi chiese, confusa.

"E qui!"

Presi la telecamera, la diedi a mia madre e la accesi dicendole:

"Comincia a registrare."

Sistemai tutto l'occorrente per girare la prima scena e partii cantando e ballando per tutta la cittadina.

Una volta finito, rividi il video e mi accorsi che mancava qualcosa.

Poi mi si accese la lampadina: avevo bisogno di dare sfogo a tutto il mio dolore, cosa che non avevo fatto in quei cinque minuti.

Così corsi a comprare un vestito a fiori ed un cappello in un negozio non lontano.

Quando tornai indietro, mia madre mi guardò stranita e mi chiuse:

Tra sogno e realtà - Ruggarol historyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora