Capitolo 16- Se è un sogno non svegliatemi

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Narra Karol

Primo giorno a Buenos Aires. Ieri non mi sono potuta godere questa grande e luminosa città, piena di natura ma anche di edifici, con persone tanto gentili che ti fanno sentire a casa.

Infatti, scesa dall'aero, abbiamo preso il taxi che ci ha portati in pochi minuti ai rispettivi appartamenti. Quello che ho preso io, si trova nello quartiere di quello di Ruggero, quindi siamo stati gli ultimi a scendere ed io ero troppo stanca per fare conversazione. Rimaniamo invece a guardarci, ok io con gli occhi semichiusi ma cosa ci posso fare se mi stavo addormentando, per svariati minuti fino a quando l'auto si ferma, trovato il mio palazzo. Devo scendere ma non me ne accorgo. Allora interviene Ruggerito che, ridendo, mi dice:

"Forse forse devi scendere!"

Io scuoto la testa, mi strofino gli occhi e confusa gli rispondo:

"Si."

E ritorno a dormire.

Lui scuote la mano davanti al mio viso:

"Ehii devi scenderee!"

Ora capisco.

"Ah."

Mi avvicino per salutarlo con l'intenzione di dargli due baci sulle guance, ma lui mi sta per dare il bacio prima sulla guancia sinistra ed io sulla sua destra, ovviamente. Solo che nell'intento di toccare anche l'altra, ci ritroviamo a pochissimi centimetri di distanza e le nostre labbra si sfiorano per sbaglio...

Divento un pomodoro, lui si allontana e mi fa un imbarazzato:

"A domani, Karol."

E l'autista a ridere, ma io non lo so.

Salgo in casa, "casa" strano già chiamarla così, non mi cambio nemmeno quando mi butto, come morta sul letto e mi addormento in manco cinque secondi... come amo dormire, è la cosa che mi piace più al mondo e anche quella in cui sono più brava: una gara a chi dorme di più: vinco indubbiamente io. Però mi piace anche vivere, sono una persona attiva, energica, che vuole fare qualunque cosa, un tipo che farebbe bungee jumping senza alcun problema o paura.

Sono Karol, vorrei dormire tutto il giorno ma allo stesso tempo farmi di corsa tutta la Tour Eiffel per dieci volte consecutive.

Comunque sia, stamattina per fortuna mi sono svegliata presto e oserei dire facilmente. Mi sono dimenticata di mettere la sveglia quindi, per la paura di fare tardi, mi vesto e lavo velocemente ma, quando scendo, mi accorgo di essere in grande anticipo. Allora decido di andare ad un bar per fare una bella e meritata -non mi capita quasi mai di arrivare in anticipo- colazione.

Mi fermo al primo locale che incontro andando verso il punto di incontro con il van, che ci porterà ai locali: mi sento una star di Hollywood quando dico queste cose.

Avvicinandomi di più capisco che è una pasticceria: tutta dipinta con un rosa molto chiaro, piccola e graziosa, con alcuni tavolini molto eleganti di un bianco avorio si presenta molto accogliente.

Noto l'insegna, scritta a mano con una pittura dello stesso rosa delle pareti, forse un po' più scuro, su un'asta di legno, molto chiaro. La pasticceria si chiama "Dulce Buenos Aires".

Entro e sento subito un buon profumino: ok che è ben allestita, ma la cosa più importante è se qua si mangia bene.

Ordino, prendo un cornetto col cappuccino, e mi siedo su un tavolino. Mentre mangio il mio, che devo dire molto buono, cornetto e noto che tutto è curato nei minimi dettagli.

Vedo venire verso di me qualcuno... essendo ancora mezza addormentata, non lo riconosco subito ma appena mi saluta capisco chi è: Ruggerito.

Si siede accanto a me, dopo avermelo chiesto ovvio, e cominciamo a parlare... se sono questi i "buongiorno" che mi aspettano d'ora in poi, allora questa è la vita che voglio vivere per sempre.




"Tengo un corazón que late por ti

¿Qué sé yo?, ¿quién sabe por qué tanto?

¿Será que tenía que pasar?"

-Carolina Kopelioff🤍


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