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Ross se ne stava seduto a un lato dell'elegante divanetto, alternando occhiate a Lockhart e a Sir Cardew.

Sir Terence Cardew era un signorotto sulla sessantina ma ancora energico, con la mascella volitiva e paffute guance cascanti, non era di molte parole e quando erano entrati nel suo elegante appartamento di Falmouth li aveva fatti accomodare subito dopo aver salutato con particolare entusiasmo il capitano. MacLeod aveva scorto nei suoi grandi occhi grigi un brillio avido che non era passato inosservato nemmeno a James, il quale aveva evitato di sbottonarsi sin da subito, ma Terence Cardew non aveva troppa voglia di girarci attorno e dopo aver offerto loro del porto era andato dritto al punto.

«La mia ultima nave ha subito un'ispezione doganale tanto accurata che fra un po' mi sarebbero venuti a controllare pure dentro le scarpe, ah! Prego, avvicinatevi al fuoco, questo settembre pare più fresco dei precedenti. No? Allora, dicevo che la Nereide è stata sottoposta a un controllo meticoloso che mi ha fatto perdere quasi metà del carico, questi cani di gabellieri mi stanno rendendo la vita un inferno ma fortunatamente il carico più prezioso non era presente a bordo.»

Nella stanza c'era un caldo soffocante che opprimeva, e le finestre che davano a livello della strada erano ben chiuse. Ross allentò con discrezione il fazzoletto da collo, avvertendo gocce di sudore scivolargli sulla schiena, e si impedì di stropicciarsi gli occhi che sentiva pizzicargli per via del fumo del camino che aleggiava nel piccolo salotto interrato. Anche Lockhart pareva non gradire particolarmente quella cappa greve attorno a loro a giudicare dalla malcelata smorfia sofferente, e tossicchiando piano esordì: «Quindi avete in previsione a breve un nuovo carico in arrivo da Calais?»

«Mais oui» confermò Cardew soddisfatto. «Non ho però certo voglia che questi vini pregiati facciano la fine del mio merlot sulla Nereide, trattandosi poi di un carico di calvados pagato 20 ghinee al gallone.»

Entrambi gli ospiti sgranarono appena gli occhi e James commentò in tono asciutto: «Un valore più che discreto.»

«Potete giurarci, Lockhart, e farò di tutto per evitare che questo carico finisca nelle mani dei dragoni o dei doganieri altrimenti tutto il mio margine di guadagno andrà in fumo.» Terence Cardew stirò le sottili labbra in un ghigno mentre si protendeva in avanti, ritirando appena i piedi dalle deboli fiamme del caminetto, la rigida parrucca grigia che rischiava di scivolargli per terra. «Io e John Pascoe abbiamo avuto modo di fare una bella chiacchierata, di recente, e mi ha parlato del suo carico di brandy nonché della prolifica collaborazione con voi. Dato il successo ottenuto, mi chiedevo se fosse possibile trattare per far sì che il prossimo carico della Nereide abbia un solido punto di appoggio.»

«Pascoe vi avrà pure informato su quanto ha dovuto pagare per questa collaborazione» fu la tagliente risposta di Lockhart, tamburellando le dita sul bracciolo del divanetto.

«Certamente, capitano, ma per quel calvados sarei disposto ben volentieri a pagare un prezzo forfettario tanto alto. Forse persino di più.»

Ross lanciò un'occhiata fugace al capitano che era rimasto apparentemente impassibile a quell'ultima uscita mormorata da Sir Cardew, altrettanto serio, il quale dopo qualche secondo di silenzio studiato aggiunse: «Questo però solamente se la mia offerta venisse accettata al più tardi tra dieci giorni.»

«Il tempo per trovarsi un nuovo possibile approdo» commentò James ormai sulla strada del ritorno.

Avevano da poco superato Helston e a un paio di miglia a ovest riuscivano a scorgere la lunga spiaggia sabbiosa di Praa Sands che si allungava sul mare grigio che fremeva impaziente sotto il cielo pieno di densi nuvoloni lividi, gonfi come panna montata con un po' troppa foga. Ross stava in sella allo shire grigio, ribatezzato Dust sempre da Kenneth, e vedendo che il capitano aveva rallentato l'andatura di Dash tirò le redini e accostandoglisi gli chiese diretto: «Accetterete?»

Non si erano scambiati mezza parola da che erano usciti dall'asfissiante salotto di Sir Cardew e MacLeod aveva scorto Lockhart accigliarsi sempre di più nel suo silenzio meditabondo mentre lanciava il sauro sulla strada di ritorno a Tremorvoren.

James fece passare Dash dal trotto al passo e serrò le labbra, sistemandosi con l'uncino il tricorno nero osservando il mare davanti a sé. «Se mi fosse possibile, lo eviterei» esordì con una smorfia insofferente. «È però già passato quasi un mese da quando abbiamo recuperato il carico di Pascoe e la situazione economica non è delle migliori. Stavo pensando piuttosto di vendere il clydesdale preso per la carrozza, mia moglie ne farà a meno» concluse piano, carezzando il collo caldo di Dash con la mano, impensierito.

Ross fermò Dust per farlo riposare e annuì alla volta del capitano. «Credo che Blackie possa valere un po', vendendolo alle persone giuste» approvò.

Lockhart, che cercava non visto di massaggiarsi le tempie con piccoli movimenti circolari, scorgendo lo scozzese al suo fianco riprese le redini con attenta noncuranza e gli fece eco: «Blackie?»

«Oh, aye, a mio fratello Ken è sempre piaciuto un sacco dare i nomi ai cavalli. Un po' come mia moglie con le vacche».

James sollevò un sopracciglio ed emise un verso con la bocca chiusa, segno che era già a conoscenza di quell'abitudine del giovane MacLeod, poi inclinò il collo di lato come se fosse sul punto di dire qualcosa ma rimase zitto, assottigliando gli occhi su un dettaglio davanti a sé, e incuriosito lo scozzese seguì la direzione verso cui puntavano quelle iridi di ghiaccio.

«Una nave?»

«Sta per naufragare» precisò Lockhart, il vento che gli sferzava nel viso ciocche di ricci scuri sfuggiti al codino.

Da quella distanza era poco più che un puntino scuro sballottato tra le onde che cercava in ogni modo di rimanere lontano dalla spiaggia.

«Sarà un veliero diretto a Falmouth. Si incaglierà a momenti, un'ora o due al massimo, con la bassa marea è difficile navigare lungo la costa, con questo maltempo.»

Rimasero come incantati a guardare la danza del mare plumbeo i cui flutti continuavano a spingere la nave verso la spiaggia, e a una folata impetuosa di vento carica di minuscole goccioline di pioggia sottile si riscossero. «Non sarà una bella visione quando arriverà la gente dai paesi attorno per accaparrarsi quanto rilasciato dal naufragio» concluse James punzecchiando i fianchi di Dash per spronarlo a riprendere il galoppo.

Sulla strada del ritorno, Ross si concentrò a seguire l'andatura rapida del Capitano Lockhart, ma all'altezza di Penzance, percorrendo la strada che fiancheggiava la costa, riuscì a vedere con chiarezza il veliero che gli era parso tanto distante, le vele sbatacchiate dal vento e l'equipaggio che come formiche sciamava agitato sul ponte lottando contro il mare gonfio e iracondo: nonostante gli evidenti sforzi del suo capitano, la prua stava puntando verso quelle che erano le spiagge e calette tra Newlyn e Porthrose.

Varcarono le soglie di Tremorvoren che la nave si era già arenata proprio davanti a Morvoren Bay gremita di persone. James dedicò solo uno sguardo fugace a quella scena di una bellezza crudele sotto il cielo livoroso tra gli spruzzi delle onde d'acciaio e, quando arrivò Kenneth a prendere i cavalli, si limitò giusto a un cenno legnoso del capo, minimizzando ogni possibile movimento che gli potesse amplificare il mal di testa che aveva iniziato a stringergli con morsa di ferro il cranio da che erano entrati nel soffocante appartamento di Sir Cardew. Ma le sue emicranie avrebbero ben potuto aspettare in quanto preferiva togliersi il pensiero di comunicare della vendita del cavallo a Deirdre che però non era in camera, e dopo essere sceso a passo pesante in cucina trovò le donne MacLeod intente a sciamare avanti e indietro dalla sala da pranzo per preparare la cena.

«Perdonatemi, Mrs MacLeod, dov'è mia moglie?» chiese quanto più gentilmente possibile, liquidando con un movimento della mano il saluto che Aileas gli stava rivolgendo.

La più grande registrò la sua redingote mattone scura di pioggia e i leggeri stivali marroni schizzati di fango, che, uniti all'espressione cupa, le fecero intuire che Lockhart era più che di pessimo umore, così con deferenza spiegò: «Milady è andata a Morvoren Bay per assistere al naufragio.»

Il volto pallido di James perse quel poco colorito che gli era rimasto. «Mia moglie è alla spiaggia?»

*N.d.A.*

Buongiorno!

A quanto pare mentre James tratta un possibile affare con Cardew, Deirdre potrebbe trovarsi in una situazione pericolosa.

Alla prossima!

CC


Of Seamen and Maidens - LUNA NUOVA E ALTA MAREADove le storie prendono vita. Scoprilo ora