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Hazel era tutta presa a ripulire la cucina con uno straccetto lindo dagli sbuffi di panna che erano partiti qui e là quando si era messa a montarla con mano un po' troppo energica, tanto che il suo cervello registrò quel chiassoso baccano che pareva aver preso piede appena varcati i cancelli di ingresso di Tremorvoren, solo dopo un bel po'. Tra le voci concitate, il suo orecchio allenato aveva individuato quella del marito, facendole accelerare i battiti del cuore con un'agitazione che la fece correre sul pavimento in pietra della cucina verso le finestre che si affacciavano al giardino davanti.

Dovette sbattere più volte gli occhi per mettere a fuoco Ross, in quanto circondato da un piccolo capannello di teste, alcune dagli altrettanto fiammanti capelli rossi, in uno scintillare di vermiglio e oro nel primo pomeriggio cornico. Con un piccolo vuoto allo stomaco, si rese conto che il fatidico momento di fare la conoscenza della sua nuova famiglia scozzese era finalmente arrivato: si fece un frettoloso segno della croce, borbottando una preghiera all'anima dolce di suo fratello Zacky di starle vicina e non farle fare nulla di sconveniente davanti ai suoceri e i cognati, poi si tolse veloce il grembiule da cucina e uscì a passo sicuro dalla porta di servizio verso il gruppetto.

Le voci che arrivavano erano animate, tra tutte quella bassa e roboante di Ross vibrava sopra le altre, in un primo momento Hazel credette fosse alterata per l'emozione come gli capitava spesso quando era contento e alzava il volume parlottando concitato con gli occhi che scintillavano felici, ma pian piano che si avvicinava, superando i due massicci leoni in pietra accucciati con espressione feroce ai lati del vialetto d'ingresso, capì che il marito stava imprecando in gaelico. Riconobbe una serie di insulti, tra i più noti, poi altri, una variante più colorita e arricchita, con il viso, seminascosto dalle teste dei parenti, a macchie paonazze mentre indicava sdegnato quello che pareva un cavallino pezzato dal pelo corto e lucente, che sbatteva nervoso uno zoccolo nel terreno friabile e scuro.

A debita distanza, stavano Deirdre e Tom Lyon osservando la scena, entrambi con vivo interesse, quando al notarla Dee le sorrise raggiante e lei non poté che ricambiare: le pareva che, da quando avevano messo piede in Cornovaglia, Mrs Lockhart avesse recuperato con gli interessi quella gioia calda e contagiosa che la rendeva tanto cara a chi le stesse attorno dopo mesi di cupa disperazione in cui Hazel aveva fatto fatica a riconoscerla. «Ti conviene aspettare un attimo, piccina» le sussurrò premurosa, attirandola piano a sé, e l'altra accettò volentieri l'abbraccio caldo e confortevole, aspirando il suo piacevole profumo di sapone, lavanda e olio di argan mentre con espressione accigliata osservava quelle molteplici teste rosse che si agitavano, gridando in gaelico una sopra l'altra come al mercato del pesce.

«Tu capisci qualcosa?» si azzardò a chiedere a Dee che annuì solenne, guardando Ross MacLeod che ruggiva insulti a un uomo alto e ben piazzato dalla folta zazzera rossiccia e una candida barba che conservava ancora i riflessi dorati, il viso schiacciato dai lineamenti grezzi che parevano appena scolpiti nella pietra, ora altrettanto paonazzo quanto quello del figlio.

«Da quel che ho capito, Ross aveva mandato loro dei soldi per il viaggio in carrozza fino alla Cornovaglia e loro... Ah, ecco, li hanno spesi per prendersi il cavallo, scusa ma in Irlanda lo chiamiamo capall mentre loro usano each, e mi ero un po' persa parte della discussione.»

Attorno a loro due, lunghe chiome rosse e bionde si libravano nel vento, visi piccoli e graziosi dai grandi occhi chiari ed espressivi che con strilli acuti da aquila provavano a dire la propria, cercando di sovrastare le grida roche dei due uomini. Dopo aver letto di loro nelle ultime missive ricevute da Ross, Hazel provò a capire chi fossero le gemelle Ava ed Eleanor e chi Caoimhe, la cugina cresciuta dai MacLeod al pari di una figlia; più facile da indovinare furono quello che doveva essere Kenneth, dai grandi occhi verdi dal taglio felino e il fiero naso dritto che si agitava al fianco del padre, mentre il donnone alto e sgraziato dai lunghi capelli stopposi e le forme allargate dall'età nonché le numerose gravidanze era Aileas MacLeod, che pareva indirizzare le sue urla veementi prima al marito e poi al figlio maggiore, e la giovane non fu certa di capire se stesse provando a placarli o ad aizzarli l'un l'altro per l'intensità delle sue espressioni nel volto che, nonostante fosse piatto e largo, mostrava profondi occhi magnetici di un azzurro tanto intenso da sembrare lavanda.

Of Seamen and Maidens - LUNA NUOVA E ALTA MAREADove le storie prendono vita. Scoprilo ora