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Dal momento in cui Colin aveva chiesto la sua mano a Ian MacLeod, Eleanor aveva vissuto come in un sogno, camminando a un metro da terra. Le era sembrato che quelle settimane fino all'arrivo della data fissata per le nozze trascorressero sia troppo lentamente che troppo in fretta. Lo aveva rivelato anche a Colin la sera prima del ventisei ottobre, il giorno in cui finalmente sarebbero diventati marito e moglie davanti a Dio e a tutti.

Da quando O'Leary aveva regalato al futuro suocero il vitello, era stato più difficile per loro incontrarsi nella stalla, ora sia più affollata che frequentata proprio da Ian MacLeod. Per fortuna, però, per quanto lo scozzese fosse attaccato alla bestia, che chiamava affettuosamente Balach, "ragazzo" in gaelico, nemmeno lui si sarebbe aggirato da quelle parti di notte. Così, grazie all'aiuto di Ava, stando attente a non farsi scoprire da quell'impicciona di Caoimhe, Eleanor era riuscita a sgattaiolare via per poter incontrare il suo amato e trascorrere le ultime ore da non sposati insieme. I rapporti con la gemella erano tornati più affiatati da quando entrambe si erano confidate sulle rispettive relazioni amorose e, vedendo la speranza che accendeva gli occhi di Ava ogni volta che nominava Ben Thomas, Els sperava che quel teatrante girovago rimediasse alla sua avventatezza quando sarebbe tornato a Porthrose in vista di Allantide, salvando la giovane da una vita da esclusa in quanto madre di un bambino senza padre.

«Raccontami ancora una volta della Giamaica, mo chridhe» mormorò Ellie a Colin, mentre, stesi sotto una coperta per tenersi più al caldo in quella notte autunnale, l'uomo la spogliava con delicatezza degli strati di vestiti pesanti, per poter ammirare, alla luce della pallida lanterna messa al sicuro in modo da non provocare incidenti indesiderati, la sua pelle candida costellata di lentiggini e carezzare quel corpo capace di fargli perdere il senno.

«La casa che posseggo attualmente non è poi così grande, ma una volta che ti avrò portata là ne comprerò una con ben tre camere da letto. Una per noi e due per i nostri cinque figli. Avremo una cucina, una grande sala da pranzo e una domestica che ti aiuterà nelle faccende.»

«Cinque figli?» Ellie sospirò quando le mani di Colin si posarono a coppa sui suoi seni e cincischiò con i bottoni della sua camicia, slacciandoglieli con una lentezza che lei trovò quasi esasperante. Ma Eleanor era fatta così e lui in fondo amava giocare con lei. Si erano toccati molte volte in quelle settimane e si erano dati piacere a vicenda, ma non avevano ancora fatto l'amore; per quello, pur se con un sacrificio enorme da parte di entrambi, avrebbero aspettato dopo il matrimonio, perché era una cosa a cui Ellie teneva in modo particolare.

«Aye, asthore. Tre maschi e due femmine. Che dici?» le domandò, tormentandole la mandibola con baci e morsi lenti che si spostarono man mano sul collo e sul petto della ragazza.

«Dico che non vedo l'ora di diventare tua moglie. A tutti gli effetti» ribatté lei con tono suadente, andando a sfiorargli con la mano l'erezione calda e vibrante. Colin trasalì, stupito da come il tocco della sua fidanzata si fosse fatto sempre più esperto con il passare delle ore insieme e, intimamente, il fatto che lei avesse perfezionato le sue arti amatorie con lui lo eccitava quasi quanto avere quel corpo nudo tra le braccia.

«Anche io non vedo l'ora, mia bella Eleanor. La mia dolce, splendida, moglie.»

Il cuore di Ellie prese a battere all'impazzata al sentirsi chiamare così da lui per la prima volta. Lo amava con tutta l'anima e Colin le aveva dimostrato di ricambiare i suoi sentimenti con lo stesso ardore, eppure sapeva che, finché non avesse sentito lo zio Don che li univa in matrimonio con la formula religiosa, non ci avrebbe creduto fino in fondo.

«Mrs O'Leary. Suona bene, sai?» Affondò le dita tra i capelli scuri di Colin e mugolò di piacere quando le mordicchiò un capezzolo.

Lui riemerse e la fece mettere su un lato, in modo che il fondoschiena di Ellie gli aderisse al bassoventre, poi la carezzò tra le cosce, tra i petali umidi e rigonfi d'eccitazione.

«Colin... amore mio...» gemette Ellie quando sentì la punta del suo pene rigido insinuarsi tra le cosce per accarezzarla all'ingresso della propria fessura pulsante, solo per stuzzicarla.

Sentirono un tonfo e capirono all'istante che non si trattava né di Dash, né di Dust che battibeccavano alla loro maniera sbuffando e sbattendo gli zoccoli, tantomeno di Balach che si agitava. Quel rumore veniva dall'esterno della stalla, ciò poteva significare solo una cosa: qualcuno li avrebbe presto scoperti.

Eleanor si coprì alla bell'e meglio, avvolgendosi la coperta attorno al corpo, e Colin uscì senza neanche aver finito di infilarsi i pantaloni.

«Chi va là?» domandò all'oscurità, sicuro che, se si fosse trattato di Ross o Ian MacLeod che lo scoprivano con Ellie prima delle nozze, nessuno dei due si sarebbe nascosto ma l'avrebbe affrontato a muso duro.

«Di là!» esclamò Ellie, trasalendo, cogliendo di sfuggita quella che gli apparve come una figura alta e allampanata, che portava un cappotto di ottima fattura, sparire tra la vegetazione.

«Ehi tu!» chiamò O'Leary aguzzando la vista, il chiarore dello spicchio di luna nel cielo che non gli fu però d'aiuto perché della sagoma misteriosa non c'era già più traccia. Fece per gettarsi all'inseguimento ma Ellie lo trattenne per un braccio. «Ti prego, Colin, non agire in maniera avventata. È buio e sei disarmato.»

Il nostromo annuì e la prese per mano, tornando nella stalla in modo che si potessero entrambi rivestire. Notando l'espressione spaventata della fidanzata, le baciò delicatamente le labbra. «Stai tranquilla, a chuisle, non permetterò che ti faccia del male.»

«Lo so» ribatté lei, stringendogli le mani tra le proprie in maniera quasi spasmodica. «Solo che dopo che Ross è stato aggredito... sono successe tante cose strane nell'ultimo periodo e quel cappotto...»

«Per caso conosci quell'uomo?» sbottò O'Leary spalancando gli occhi scuri, attirandola contro di sé.

«Oh, Colin, è buio e potrei sbagliarmi. Eppure quel cappotto era nell'armadio della nursery tra le cose stipate che Mrs Lockhart ha controllato di recente, apparteneva al nonno di Mr Lockhart, il signore del quadro, e...» Fece una pausa perché la voce le tremava troppo. «L'altro giorno mi ha mandata a prenderglielo e non c'era più. Era come se fosse sparito nel nulla.»

«Può anche darsi che Mrs D lo abbia messo da qualche altra parte e se ne sia scordata.»

Gli occhi color fiordaliso di Eleanor non si staccavano da quelli del suo futuro marito che le posò una mano ruvida sulla guancia, sussurrandole, con tono conciliante: «Sta' tranquilla, probabilmente era solo un vagabondo che si era perso e si è spaventato appena ci ha sentiti.»

Eleanor annuì, lasciandosi cullare per un attimo dall'abbraccio di Colin, mentre la sua mente non poteva far a meno di pensare all'eventualità più agghiacciante: il fantasma di Edward Nightingale si aggirava nella tenuta in cerca di qualcosa.

*N.d.A.*

Buongiorno, il matrimonio tra Colin ed Ellie è ormai prossimo, ma il loro ultimo momento di intimità pre-matrimoniale viene interrotto da qualcosa (o qualcuno?) che si aggira nella notte...

A domani, con le tanto attese nozze!

CC

Of Seamen and Maidens - LUNA NUOVA E ALTA MAREADove le storie prendono vita. Scoprilo ora