Sempre e solo per colpa sua
【𝐓𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐞𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐭𝐫𝐞𝐞】
«Principe, ha solo bisogno di riposo, ma in generale le sue condizioni sono perfette. Probabilmente è stato un calo di zuccheri»
La signora Do e Taehyung ringraziarono il medico e una volta soli, gli prese la mano e grazie a quel contatto Taehyung si sentiva al sicuro.
«Cosa è successo, Tae? Appeno ti ho visto entrare, non ho fatto neanche in tempo a salutarti come si deve che sei crollato» ricordò tristemente ciò che era accaduto poco prima.
«Non ho ascoltato i consigli del medico di rimanere a riposo e ho deciso di andarmene dal palazzo di Jungkook»
«Medico? Hai avuto bisogno di un dottore anche lì?»
Taehyung annuì. «Ho aiutato Jungkook con il suo rut e ciò mi ha privato di molte energie»
La signora Do non fece domande o commenti sulla questione 'rut' piuttosto si concentrò su quello che aveva detto precedentemente Taehyung.
«Perché hai deciso di andartene dal palazzo di Jungkook?»
Taehyung si rese conto di essersi lasciato sfuggire quel dettaglio, ma ormai non poteva tornare indietro ed evitare di rispondere non gli sembrò una scelta così appetibile, ma proprio non riusciva a mentire. Avvertiva quel bisogno immane di tirare fuori tutto ciò che sentiva e che lo stava mangiando dentro. Quel senso di inadeguatezza che aveva iniziato a provare nell'esatto momento in cui era venuto a patti con il passato che voleva dimenticare, ma che non avrebbe mai potuto farlo completamente. In fondo il filo che lo legava a Jungkook, legava anche coloro che non voleva più incontrare.
Dopo essere stato insultato per la milionesima volta, aver mentito prima a se stesso e poi a Jungkook, aveva discusso con Jin, trattandolo di merda e si sentiva esattamente in quel modo e non solo per la questione "Jin". Stava male, dentro e fuori e ciò lo stava disintegrando.
Aveva lasciato che Jungkook lo odiasse, che suo figlio lo odiasse, che tutti lo odiassero. Gli rimaneva solo la signora Do. Nessuno al suo castello gli voleva bene. I suoi genitori l'avevano ripudiato e suo fratello non poteva definirsi tale.
Voleva parlare, voleva esternare tutti i sentimenti orribili che provava, i suoi dubbi, le sue paure...ma non fece nulla di tutto questo.
Ignorò il groppo in gola a causa delle parole trattenute. Invertì il loro ordine e creò una frase completamente nuova che gli sembrò la più giusta pur di non parlare:
«Sono venuto qui per capire un po' di cose» inventò al momento. «A proposito, dov'è Woojin? Non l'ho visto»
Non aveva nessuna voglia di ricevere altre occhiate deluse a causa della sua decisione sbagliata perché sapeva che quello che aveva fatto a Jungkook e a suo figlio fosse la mossa più ingiusta ed errata che potesse fare, ma allo stesso tempo era la più giusta. Un paradosso non è vero?
Taehyung non capiva i suoi pensieri. Non riusciva a metterli in ordine. Si sentiva maledettamente in colpa ma allo stesso tempo era convinto che la decisione presa avrebbe fatto solo che bene. Certo, l'aveva fatto in malo modo, ma non sapeva che altro fare pur tenere Jungkook lontano da lui.
La signora Do gli rivolse un'occhiata piena di significato:
"So che non era questo ciò che volevi dirmi".
Poggiò il suo palmo sulla mano di Taehyung e a quel contatto, Taehyung percepì fiducia. Ne avrebbe parlato quando si sarebbe sentito pronto. Forse non lo sarebbe mai stato, nonostante le parole premessero per essere esternate.
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Better in three ❘ Kookv
Fanfiction𝐎𝐍 𝐆𝐎𝐈𝐍𝐆 Erano passati dieci anni senza notizie dell'Omega, oramai erano solo Jungkook e Hyunjae che aveva compiuto 15 anni. Avevano raggiuto il loro nuovo equilibrio, nulla avrebbe potuto distruggerlo...tranne l'arrivo della stessa persona c...