...ma prima di riuscire a bussare, la porta venne aperta e la persona che cercava era proprio di fronte a lui
【𝐓𝐨𝐠𝐞𝐭𝐡𝐞𝐫】
«Credevo non saresti mai arrivato» fu la prima cosa che disse Hyunjae che spinse Taehyung a mordersi il labbro, sentendosi in colpa.
"Non sentirti così, Tae. Hai deciso di uscire dalla tua stanza e questo dimostra che non hai lasciato vincere le tue paure. Non essere così duro con te stesso".
Sorrise internamente per la premura del suo lupo.
«Ci ho messo un po' di tempo a riordinare i pensieri».
Hyunjae annuì semplicemente, non sapendo come continuare la conversazione. Per Taehyung era lo stesso. Notava la fatica che ci stesse impiegando suo figlio nel tentare di avvicinarsi a lui e a quella visione sorrise di tenerezza. Neanche per Taehyung era semplice, per niente. Erano stati allontanati bruscamente l'uno dall'altro. Hyunjae era cresciuto con la consapevolezza di essere stato abbandonato, mentre Taehyung si sentiva l'unico colpevole. Nessuno gli avrebbe tolto dalla mente l'idea che avrebbe potuto lottare anche a costo di morire pur di restare ancora con suo figlio, abbracciarlo per l'ultima volta, mantenere la promessa della buonanotte e scusarsi per il dolore che aveva inflitto alla sua famiglia. Forse sarebbe andato tutto diversamente. Forse entrambi non avrebbero avuto così paura di parlarsi e quei muri che si erano costruiti intorno, sarebbe stato molto più semplici da crepare fino a distruggerli e quell'abbraccio tanto agognato sarebbe finalmente avvenuto.
Notando l'esitazione di suo figlio, decise di prendere parola per primo.
«Vuoi fare una passeggiata?» accompagnò la sua domanda con un sorriso, che contagiò Hyunjae, nonostante non lo diede a vedere.
Il principino annuì, seguendo Taehyung ovunque lo stesse conducendo.
«Preferisci vedere qualcosa in particolare?».
«No, decidi tu».
Taehyung sapeva dove andare.
La piccola passeggiata fu silenziosa, ma non era opprimente, anzi. Seppur l'intera situazione avrebbe dovuto agitare Hyunjae, così con fu. Accanto a Taehyung si sentiva al sicuro. Accanto al suo appa. Ricordava come si fosse sentito mentre suonavano il pianoforte insieme. Ricordava ogni singolo momento, da quando lo aveva volutamente trascinato al suo fianco, fino a che non si era avvicinato al suo corpo per essergli il più vicino possibile. Lo aveva tenuto per mano e l'aveva osservato suonare il loro spartito. Non esagerava quando l'aveva definito il miglior regalo che avesse ricevuto. Fin dalla prima volta che l'aveva scoperto e aveva deciso di suonare fino a quando gli poté, aveva avvertito una sorta di legame verso quell'insignificante pezzo di pagina e non era mai riuscito a darsi una spiegazione. Quello che per lui era stato uno sconosciuto fino a poco tempo prima aveva fatto il dono migliore che potesse desiderare. Non negò di essersi sentito estremamente arrabbiato prima di ricevere quel regalo, ma quello spartito aveva sancito una sorta di tregua. Ci avrebbe provato, eccome se lo avrebbe fatto. Si meritava di vivere suo padre, anche se per pochi attimi.
Aveva sofferto per l'abbandono, ma si meritava di essere felice. Dopo avergli parlato nel giardino del palazzo, molti dubbi erano iniziati ad affiorare e uno di questi in particolar non lasciava la sua mente: "È veramente colpevole?". Quando aveva conosciuto Jin era uscito di casa per osservare le rose, per poi rientrare accorgendosi di suo padre con gli occhi chiusi.
«Sta vedendo il passato» gli spiegò criptico Jin. Quale passato? Perché non gli veniva mai detto niente? All'improvviso suo padre si svegliò piangendo e aveva rivolto al mixer uno sguardo che non riuscì a decifrare, ma entrambi si erano capiti. Qualcosa gli suggeriva che c'entrasse Taehyung e quel "Perdonami per averti strappato tuo padre" lo confermò.
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Better in three ❘ Kookv
Fanfiction𝐎𝐍 𝐆𝐎𝐈𝐍𝐆 Erano passati dieci anni senza notizie dell'Omega, oramai erano solo Jungkook e Hyunjae che aveva compiuto 15 anni. Avevano raggiuto il loro nuovo equilibrio, nulla avrebbe potuto distruggerlo...tranne l'arrivo della stessa persona c...