Momento

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Erano passati ben 10 giorni da quello che era successo in bagno e io non riuscivo ancora a guardare l'uomo negli occhi.
Mi ero mostrata fragile, possibilmente pronta per essere spezzata in due da questo nuovo mondo e io non riuscivo ad accettarlo. Non ho mai avuto bisogno di nessuno, perché ora il mio corpo si stava comporta di così.

In questi giorni avevo capito il modo di fare della popolazione della prigione. Ogni persona aveva uno scopo e quasi tutti erano pronti a salvare il prossimo.
Ovviamente c'erano i casi umani, distrutti dal terrore, che preferivano pensare prima a loro e poi agli altri. Come poterli dare torto.

- Rose, domani alle 16:00 riunione in mensa-
Eccolo, l'unico uomo che in questi anni mi aveva visto vulnerabile. Stranamente dall'ora il suo approccio era meno severo verso me. Ovviamente non eravamo migliori amici i semplicemente amici, ma la mia compagnia non li creava nessun disturbo.
Guardai l'arciere e feci cenno con la testa.

Uscendo di casa mi ritrovai ancora nei miei pensieri estremamente duri contro me stessa.

-

Quella notte avrei iniziato dei turni di ronda, non come cecchino ma vicino al portale del cancello. Era la prima il mio "primo giorno di lavoro" ed finalmente dopo l'accordo di Siddiq potevo rimanere ore e ore in piedi.
Mi legai i capelli in una coda e indossai dei vestiti puliti. Era l'ora, dalle 2:00 fino le 6:00 dovevo stare là a controllare e proteggere chi stesse dormendo, con la supervisione da cecchino di Daryl.

Mi piazzai vicino al cancello con un arma a fuoco tra le mani e la mia katana recuperata l'altro giorno prima della missione.
Ora c'era da pregare che niente di grave potesse succedere in quelle ore.

RIGHT HERE IN MY ARMSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora