Il vento era forte, non si riusciva a fare dei passi veloci prima di essere travolti da una potenza naturale che ti faceva cadere. Rick fece segno con la mano per indicare quale capannone fosse, e senza rendermi conto, mi lanciai verso quello che rimaneva della struttura, sperando che i due stessero bene.
Forse erano morti.
Mi bloccai a quel pensiero, iniziando a sentire una stretta allo stomaco che mi provocò un forte senso di nausea, ma fu velocemente distratto da un rumore metallico.
— Rick, ho sentito un rumore! —
Fu solo una questione di istanti prima che mi ritrovassi con gli altri, cercando di spostare le rovine con tutta la forza che avevo. Solo l'idea che Daryl non fosse più vivo mi metteva in uno stato di ansia e panico che mi stava letteralmente distruggendo.
Trovai del sangue ancora fresco, pur avendo piovuto poco prima. Rick stava davanti a me, seguendo le scie fino a fermarsi.
— Non dirmelo... —
Mi spostai sulla destra per capire perché si fosse fermato, e la scena fu devastante.
Sotto delle lastre di metallo arrugginito, c'era Daryl sopra un altro uomo, cercando di rialzarsi e salvare il suo collega. La schiena era in uno stato orribile, ma non ebbi tempo di fermarmi a controllare. Insieme agli altri, cercammo di sollevare le lastre una dopo l'altra, evitando di fare danni maggiori a quelli che c'erano già.
Alzando la prima, poi la seconda e così via, finalmente sollevammo l'ultima lastra e potetti vedere per bene i danni sul corpo di Daryl.
Ero così felice di sapere che era ancora vivo che non mi resi conto di quanto fosse grave la sua situazione.
Aiutati due uomini a sollevarlo, il compagno di Daryl aveva la gamba distrutta e qualche segno sul viso. Rick lo prese in braccio e lo portò all'interno, cercando di non cadere per colpa del vento che non accennava a fermarsi.
— Rose, per favore, occupati di Daryl con Abraham. —
Con cautela, mi avvicinai a Daryl, che mi guardava con aria sofferente. Aiutandolo ad alzarsi, l'uomo mi baciò sulla guancia, ringraziandomi, mentre Abraham prese il suo braccio sinistro per alzarlo anche lui.Mi ritrovai in infermeria insieme a Siddiq, che era rimasto lì fin dall'inizio della tempesta cercando di aiutare il massimo delle persone.
La sua espressione, vedendo Daryl, non era affatto rassicurante, anzi, era più che preoccupata.
Entrati in infermeria, Daryl svenne subito, sicuramente a causa della mancanza di adrenalina che lo teneva sveglio fuori.
Mi accovacciai accanto a lui, tenendolo per la mano. Era così freddo. Dopo tutto quel tempo nella pioggia e nel vento, era normale che fosse in quello stato.Siddiq, con il poco materiale che aveva a disposizione, riuscì a trattare le ferite più pericolose, mettendo Daryl fuori pericolo di vita.
Ma ciò che tutti temevano era il dopo.Rimasi giorno e notte accanto a lui. Maggie passava più volte a controllare se mangiassi o semplicemente se mi alzavo. Ma in tre giorni non riuscì a far scendere niente, tranne qualche biscotto secco e acqua. La ragazza spesso veniva verso di me per porgermi dell'acqua, ma anche quella era difficile da far scendere. Le lacrime mi rigavano il volto, mentre guardavo l'uomo che amavo, sdraiato privo di sensi. Ogni tanto lo vedevo muoversi o aprire leggermente gli occhi, ma durava solo pochi secondi. Quei pochi secondi mi facevano credere che stesse finalmente svegliandosi.
La mattina del terzo giorno, mi accorsi che la sua temperatura stava leggermente salendo. Quello era abbastanza per farmi avere ancora speranza. Baciandolo sulla fronte, uno scatto mi fece spaventare. I suoi occhi si aprirono all'improvviso, fissandomi.
— Chi cazzo sei? —Mi sentii morire.

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RIGHT HERE IN MY ARMS
Fiksi PenggemarErano passati troppi anni da tutta questa situazione, avevo paura e non vi mentirò che ho passato tutto questo tempo a pensare alla mia vita prima degli altri. Quando incontrai i suoi occhi azzurri, riuscì a percepire tutto il dolore che aveva avut...