Il mio petto nudo contro il corpo di Daryl mi trasmetteva un calore inaspettato. Da quando ero rientrata nella prigione, non mi sentivo affatto bene. Avevo freddo, dolori ovunque... una sensazione insopportabile.
— Rose, ho un piano per scappare. Devi solo stare al gioco. —
Non ebbi nemmeno il tempo di chiedergli cosa intendesse. Daryl si alzò di scatto, lasciandomi sola nel buio totale. Un istante dopo, la porta si aprì con un rumore sinistro.
— Brutta stronza! — urlò un uomo, la sua voce colma di rabbia. — Come osi pensare che dire a questi coglioni dove si trova la nostra base sia più importante della tua patetica vita?! —
Che diavolo stava succedendo?
All'improvviso, Daryl mi colpì con un calcio, facendomi sbattere violentemente contro il muro. Sputai sangue. Il dolore era lancinante.
— Daryl, che cazzo... —
— Ehi, tu! Ci serve la ragazza viva! — Un altro uomo entrò nella stanza, avanzando verso Daryl con aria minacciosa.
Ma in un attimo, l'arciere gli si scagliò contro, colpendolo con forza. L'uomo crollò a terra svenuto. Daryl recuperò un mazzo di chiavi dalla sua tasca e si riprese anche le sue armi.
Mi afferrò per un braccio e mi aiutò ad alzarmi. Cominciammo a correre. Una corsa frenetica, senza sosta. L'adrenalina mi permetteva di resistere, ma sapevo bene che in quello stato ero un peso.
Tre, quattro, cinque colpi di pistola esplosero nell'aria, facendoci strada verso l'uscita.
La luce esterna mi colpì con violenza. Caddi a terra, sfinita.
— Rose, manca poco! La moto è là in fondo! —
Mi prese in braccio e mi portò fino al veicolo. Mi sistemò davanti a lui, sul sellino. Era più basso di me, ma riusciva comunque a vedere meglio la strada. Da lì in poi, tutto si fece nero.
Un odore strano di caffè mi svegliò.
Dove mi trovavo?
Provai ad alzarmi dal divano, ma un dolore acuto all'addome mi fece ricadere con un gemito.
— Non sforzarti, arrivo con il caffè. —
Riconobbi la voce di Daryl. Era in fondo alla stanza, vicino a una cucina.
— Ma dove siamo? — chiesi, cercando di tenere gli occhi aperti.
Zoppicando, si avvicinò e mi porse una tazza fumante.
— Quando siamo scappati, sei svenuta. Dopo un'ora ho trovato questa casa. Per ora siamo al sicuro. Solo il tempo di riprendere le forze. —
Il suo sguardo intenso mi fece venire i brividi.
— Grazie... per tutto quello che stai facendo per me. —
Fece una smorfia, poi rispose secco:
— Lo sto facendo per salvarci entrambi e stare al sicuro. Non per te, in particolare. —
Quelle parole mi colpirono come un pugno allo stomaco. Una fitta improvvisa mi trafisse il petto.
— Capisco... —
Daryl tornò in cucina, mentre io sorseggiavo lentamente il caffè. Era dolce, caldo... confortante. Mi diede la forza di alzarmi, almeno per posare la tazza nel lavandino. Ma dentro mi sentivo vuota. Perché mi sentivo così abbattuta? Avevo sentito chiaramente le sue parole, ma facevano più male del dovuto.
Mi rifugiai in una camera da letto. Non avevo più niente. Avevo perso tutto.
E poi, come un fulmine a ciel sereno, mi ricordai: il peluche. Quel piccolo peluche che mia nonna mi aveva dato quando ero nata.
Scoppiai in un pianto silenzioso, rannicchiata in un angolo della stanza.
Fu allora che Daryl apparve sulla soglia.
— Che succede? Non stai bene? —
Mi girai di scatto. Il suo arrivo mi colse di sorpresa. Forse avevo esagerato a provare ad alzarmi. Caddi di nuovo, le lacrime scendevano copiose sul mio viso.
— Ho perso l'unica cosa che mi legava alla mia vita di prima... il peluche... non riesco a stare senza. —
Daryl si avvicinò e, con una dolcezza che non mi aspettavo, si inginocchiò accanto a me e mi strinse tra le braccia.
— Mi dispiace tantissimo. —
Rimasi lì, tra le sue braccia, per lunghi minuti. Confusa, scossa. Il suo respiro sulla mia fronte mi dava una strana sensazione di benessere. Era qualcosa che non provavo da tempo. In quel momento, il dolore sembrava più sopportabile. La sua presenza, il suo calore... mi facevano sentire meno sola.

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RIGHT HERE IN MY ARMS
FanfictionErano passati troppi anni da tutta questa situazione, avevo paura e non vi mentirò che ho passato tutto questo tempo a pensare alla mia vita prima degli altri. Quando incontrai i suoi occhi azzurri, riuscì a percepire tutto il dolore che aveva avut...