Non riuscivo a respirare, il mio corpo sembrava bruciare. Ogni fibra di me tremava, ma non sapevo come reagire. Stavo per morire? Perché non riuscivo a respirare? Perché tremavo così tanto?
"Non riesco..." cercai di parlare, ma la voce mi si spezzava. "Non riesco a respirare, Daryl..."
Le mie mani non si fermavano, il cuore batteva così forte da sembrare stesse per esplodere. Volevo solo svenire, sfuggire a quel dolore.
"Rose, respira. Non stai per morire, è solo un attacco di panico. Non si muore per questo."
Lo guardai, le lacrime agli occhi, incapace di credere che fosse così semplice. "E se non fosse un attacco di panico?"
"Respira," mi disse, con calma. "Devi respirare."
Daryl mi strinse in un abbraccio, cercando di tranquillizzarmi. Il suo tocco mi agitava, ma mi teneva lì, e pian piano il mio corpo cominciò a rilassarsi. Il tremore diminuì, le lacrime si fermarono, lasciando posto a una stanchezza che non sentivo da tanto.
Mi sollevò e mi portò nella mia vecchia camera. Mi sdraiò delicatamente sul letto e mi accarezzò i capelli.
"Devi riposarti, ci vediamo dopo," disse, ma quando si alzò, presi la sua mano.
"Rimani," dissi con voce fragile.
Sorridendo, si sdraiò accanto a me. Mi accoccolai su di lui, come un animale che aveva bisogno di conforto, e finalmente caddi in un sonno profondo.
Il calore che sentivo sul viso proveniva da un raggio di sole che filtrava dalla finestra. Aprii gli occhi, rendendomi conto che avevo dormito un giorno intero. Daryl era ancora lì, accanto a me. Era rimasto tutto il tempo, vegliando su di me.
Mi sentivo al sicuro, ma anche fragile. Appoggiai la mano sul suo viso, ma un ricordo doloroso mi fece dubitare. Un altro pensiero legato a Negan mi fece ritirare la mano, e per un attimo mi bloccai.
Daryl sembrava sveglio, i suoi occhi azzurri si erano fissati su di me.
"Puoi rimanere a letto, Rose. Prenditi tutto il tempo che ti serve," disse con voce gentile.
Potevo davvero riposarmi? Potevo permettermi di lasciare andare la paura, anche solo per un po'?
Mi appoggiai al cuscino, sentendo il suo respiro contro la mia nuca. La sua presenza mi dava una strana sensazione di pace. Potevo andare avanti? Potevo imparare di nuovo a vivere? Avevo bisogno di lui, ma anche di tempo per guarire. Dovevo imparare di nuovo a fidarmi.
"Mi sei mancata, Rose," disse, cercando di baciarmi sulla fronte. Ma il mio istinto mi spinse a evitare quel contatto. Pensavo troppo, ero troppo fragile.
"Scusami," mormorai, sentendo la tristezza crescere dentro di me.
"Non preoccuparti," rispose, con un sorriso rassicurante. "Capisco. Prenditi tutto il tempo che ti serve. Sono qui per te."
Lacrime amare scivolarono giù per le mie guance.
"Daryl..." La voce mi tremò, e un'ondata di emozioni mi travolse. Una tristezza profonda, mescolata a un amore che sembrava voler esplodere dentro di me. "Grazie."
Perché mi sentivo così turbata? Volevo così tanto baciarti, Daryl, ma il mio corpo non me lo permetteva. Sembravano esserci catene invisibili che mi tenevano prigioniera, intrappolata nel mio stesso dolore.
L'unica cosa che riuscì a fare fu appoggiare la testa sul suo petto, cercando il conforto del suo battito. E mi addormentai di nuovo, sentendo che, forse, la speranza di guarire c'era ancora.

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RIGHT HERE IN MY ARMS
Hayran KurguErano passati troppi anni da tutta questa situazione, avevo paura e non vi mentirò che ho passato tutto questo tempo a pensare alla mia vita prima degli altri. Quando incontrai i suoi occhi azzurri, riuscì a percepire tutto il dolore che aveva avut...