Daryl rientrò in casa verso le due del mattino. Non ero riuscita a dormire e passai ore a girarmi nel letto, i pensieri che mi tormentavano senza sosta.
Cosa succederà durante la missione con Nathan? Andrà tutto bene? E Daryl?
Respirai ancora una volta, cercando di calmarmi, ma era sempre più difficile gestire questi momenti. Mi sembrava che non finissero mai. Ormai ero schiava di questi pensieri intrusivi.I passi pesanti di Daryl si fermarono davanti alla mia porta per qualche secondo, finché, con cautela, la porta si aprì. Per fortuna avevo la schiena rivolta all'entrata, cercando di non far vedere che ero ancora sveglia.
— Rose, so che sei sveglia. Il tuo respiro è molto più accelerato. —
Mi alzai di colpo, guardandolo.
— Sì. —
— Stai bene? —
Esitai.
— No. —
L'arciere si avvicinò al letto e si sedette all'angolo.
— Che succede? —
— Non riesco a respirare. — Una valanga di rocce sembrava distruggermi in quel momento, come se il peso del mondo fosse sopra di me.
— Respira, inspira. Andrà tutto bene, sono qui accanto a te. —
Con rabbia tolsi la sua presa e mi diressi in bagno, chiudendomi a chiave. Non riuscivo a fare finta di niente. Stavo soffrendo troppo.
— Rose, apri la porta. —
La sua presenza, anche solo dietro quella porta, era insopportabile. Mi faceva mancare l'aria a ogni sua parola.
— Rose, dovrò buttare giù la porta se continui così. —
— Daryl, ho bisogno di pensare. Lasciami un attimo. —
Non avevo mai visto questo lato di lui nei miei confronti. Era tutto così strano.Dopo un lungo silenzio, sembrava che Daryl fosse finalmente andato via. Calmata, aprii la porta e lo trovai seduto sul mio letto, con le mani tra i capelli.
— Vai a dormire, per favore. —
L'uomo non rispose, ma mi degnò di uno sguardo, e mi sembrò di vedere negli occhi una scintilla di tristezza, quasi come se avesse pianto.
Si alzò e se ne andò senza dire una parola.Era l'ora. Dopo qualche minuto di sonno e l'adrenalina che ancora circolava nel corpo, mi trovai su un camion con accanto Nathan, pronti per essere lasciati a qualche chilometro per controllare la zona e verificare la presenza di zombie.
— Bene, fra 5 minuti Rose e Nathan scenderanno e rimarranno per 2 giorni negli intorni. Il 16 ottobre ci ritroviamo alle 15:00 nel punto esatto dove fra poco vi lasceremo, — intervenne Rick, rompendo il silenzio che si era creato da quando eravamo partiti.
Daryl non mi guardò neanche una volta, come se quello che era successo ieri non fosse mai accaduto. Mentirei se dicessi che non avevo paura.
— Se c'è un pericolo, usate la radiolina che sarà funzionale. Domande? —
Negai con la testa.
— Bene, siamo arrivati. —
Scesi dal camion subito dopo Nathan.
— Ma siamo già venuti qua. —
Era una piazza con negozi e case abbandonate. Più volte, nelle spedizioni precedenti, avevamo rovistato per cercare qualcosa di utile.
— Ragazzi, dopo la storia di Negan sappiamo che gli umani possono essere più cattivi degli zombie. Quindi state attenti. —
— Negan? Cos'è successo? — Daryl finalmente parlò, facendomi capire che non ricordava davvero nulla.
Un silenzio calò su di noi, e sentii gli occhi degli altri componenti della squadra su di me.
— Daryl, non ora. Ti spiegherò durante il viaggio. —
— Ci vediamo fra 2 giorni, allora, — intervenni.
Senza guardarlo, gli diedi le spalle e mi allontanai con Nathan. Mi sarebbe mancato.— Siamo già a mezza giornata, Rose, e non ho visto ancora nessuno, — mi svegliò Nathan dai miei pensieri mentre frugavo in un cassetto di vestiti abbandonati.
— Guarda, meglio così. Vuol dire che la voce che gira è vera. Oh, guarda che bel maglione! Della mia taglia! —
— E te invece, come stai? Non volevo chiedertelo subito, ma con Daryl... —
Alzai il materasso per controllare se ci fosse qualche arma nascosta, ignorando quasi la domanda.
— Bene, grazie. —
— Non state più insieme? —
Feci cadere quello che avevo in mano, girandomi verso Nathan.
— Non ne ho idea. Ma Nathan, per favore, non voglio parlarne. —
Fece segno con la testa e continuò a frugare nella sua parte.Altre ore passarono, e pur avendo girato una buona parte della zona, non trovammo alcun segno di vita o di morte. Con la stanchezza che pesava su di me, decisi che era l'ora di sistemarci.
Optammo per una casa che avevamo visitato la mattina, barricandoci dentro.
— Fagioli o ceci in scatola? —
— Fagioli. —
Aprì la scatola con un coltello, e con la luce della candela che illuminava la stanza, mi sembrò di rivivere una delle prime notti da sola quando l'epidemia era arrivata.
Mi addormentai con un'arma tra le mani nella camera matrimoniale, sola. Dopo mesi, non ero più abituata a sentirmi così in pericolo, notte dopo notte.La luce del sole riscaldò il mio viso, svegliandomi di colpo. I pensieri del mio risveglio con Daryl alla prigione mi strinsero il cuore. Chissà come stavano andando le cose per loro.
— Ancora oggi e domani ritorno a casa, — mormorai tra me e me.
Scesi dal secondo piano trovando Nathan piantato davanti alla finestra.
— Che succede? —
— Abbassati! —
Feci come mi disse senza fare domande e recuperai l'arma che tenevo nel taschino destro.
— Ci sono uomini vivi all'esterno. —
Sentii il cuore battere a mille, sperando che fossero persone civili.
— Sappiamo che siete nelle vicinanze! Le provviste non scompaiono così per magia! — Un uomo nella strada iniziò a urlarci, facendomi guardare Nathan negli occhi con una paura terribile.
— Che facciamo? —
Nathan stava iniziando a sudare.
— Aspettiamo e vediamo che fanno. —
I secondi sembravano ore, e non riuscivo a smettere di tremare. Dopo quello che era successo con Negan, non potevo rivivere qualcosa di simile.
Un botto ci fece saltare per terra dallo spavento. Stavano lanciando bombe nelle vicinanze.
— Nathan, andiamo di sopra. Ho visto un'entrata sopra l'armadio che porta nel sottotetto. —
Senza fiatare, con il minimo rumore, ci muovemmo. Dopo qualche minuto, riuscimmo a nasconderci sopra, chiudendo l'entrata e mettendo del peso sopra nel caso avessero provato a forzarla.
— Casa ovest, sono Nathan. Pericolo. Bisogno di soccorso subito, — sussurrò il ragazzo alla radiolina, ma non ricevemmo alcuna risposta.
— Mi sentite? Rick? Daryl? Michonne... —
— Cazzo! —
Un altro botto, questa volta sulla casa.
Iniziai a tremare, strappando la radiolina dalle mani di Nathan.
— Daryl, aiutami! —

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RIGHT HERE IN MY ARMS
FanfictionErano passati troppi anni da tutta questa situazione, avevo paura e non vi mentirò che ho passato tutto questo tempo a pensare alla mia vita prima degli altri. Quando incontrai i suoi occhi azzurri, riuscì a percepire tutto il dolore che aveva avut...