PMi svegliai con un forte mal di testa, distesa su un materasso che odorava di morte. Il buio mi avvolgeva, e per un momento, non ricordavo dove fossi. Poi, come un incubo che non voleva svanire, il ricordo di Negan tornò a colpirmi. La violenza. Il dolore. Mi resi conto che il mio corpo non era più mio, che tutto quello che avevo conosciuto prima, la mia vita, sembrava svanito, distrutto.
La porta si aprì, e Negan comparve sulla soglia. Il suo sorriso malvagio era come una promessa di ulteriori tormenti. Mi guardò, e la sua voce risuonò nella stanza, carica di soddisfazione. "Finalmente sei mia."
Mi strappò fuori dalla stanza, la sua forza spingendomi contro la sua volontà, come se fossi solo un oggetto nelle sue mani. Non avevo la forza di ribellarmi, ma nel profondo, sentivo che non avrei ceduto. Avevo resistito fino a quel momento. Non potevo permettergli di vincere.
Mi costrinse a entrare sotto la doccia, l'acqua calda che scivolava sulla mia pelle, ma la mente era un campo di battaglia. Mi concentrai su un pensiero: dovevo sopravvivere, dovevo trovare un modo per sfuggire. Ogni minuto che passava in quel luogo era un minuto in più che mi allontanava da chi ero davvero. La parte di me che non avrebbe mai ceduto, che lottava con tutte le sue forze per non essere schiacciata dalla sua brutalità, ancora c'era.
"Ho fatto," dissi a bassa voce, uscendo dalla doccia. L'asciugamano mi copriva il corpo, ma la mia mente era altrove. "Ho bisogno dei miei vestiti."
Negan si divertiva a vedermi sotto la sua dittatura, ma io non avrei mai accettato di arrendermi del tutto. Non c'era nulla di più prezioso della mia dignità, e l'avrei combattuta fino alla fine.
Il giorno dopo, mi ritrovai nuovamente accasciata sul letto, il corpo e l'anima pieni di cicatrici invisibili. Ogni giorno sembrava più difficile alzarsi, ma sapevo che dovevo farlo. Non per lui, ma per me stessa. Per la speranza di vedere un giorno la libertà.
Nel frattempo, Negan continuava a trattarmi come se fossi sua proprietà, come se avesse il diritto di dominarmi completamente. Ma la mia mente non era più sua. Non era possibile.
"Sei bellissima, Rose," disse un giorno, con un sorriso che cercava di mascherare la sua crudeltà. Ma io non lo sentivo. Non più. Il suo sguardo non mi feriva più come una volta. Non era nulla in confronto al fuoco che bruciava dentro di me, alla forza che, seppur indebolita, non mi aveva mai abbandonato.
Alla fine, dopo un altro dei suoi abusi verbali, risposi con fermezza, "Sono di Daryl. Lo amo. E tu non sarai mai nessuno per me."
La sua reazione fu violenta, ma io non avevo paura. In quel momento, non ero più la stessa. La paura che provavo non era per lui, ma per me stessa, per ciò che stavo diventando, per quello che avevo dovuto sopportare per così tanto tempo. Non c'era più spazio per il rimorso, per il pianto.
"Tu sei mia," mi disse con rabbia, mentre mi sbatté contro il pavimento, ma dentro di me una forza nuova cominciava a farsi largo. Non sarei più un oggetto. Non sarei mai stata sua. Non ero perduta.
Il giorno seguente, la mia mente si era ormai chiusa in un angolo buio, ma c'era ancora una scintilla dentro di me. Qualcosa che non voleva morire. Mi sdraiai sul letto, coperta di lividi, ma con un fuoco dentro che nessuno avrebbe potuto spegnere. Non avrei mai smesso di sperare, anche se in quel momento sembrava l'unica cosa impossibile.
La porta si aprì, e un uomo mi prese con forza, portandomi via. Mi sentivo vuota, ma c'era ancora quella piccola parte di me che sperava che qualcuno sarebbe venuto a salvarmi.
Mi svegliai in una piccola stanza. Sentii un dolore lancinante al corpo, ma sentii anche una voce. Non era Negan. Un altro uomo mi guardò, con sguardo triste. "Ci sei andato pesante con lei," disse, e per un attimo pensai che forse, in fondo, c'era ancora una possibilità.
Lì, nel buio della disperazione, c'era una piccola speranza. La speranza che qualcuno venisse a cercarmi. La speranza che, nonostante tutto, la mia vita non fosse ancora finita.

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RIGHT HERE IN MY ARMS
FanfictionErano passati troppi anni da tutta questa situazione, avevo paura e non vi mentirò che ho passato tutto questo tempo a pensare alla mia vita prima degli altri. Quando incontrai i suoi occhi azzurri, riuscì a percepire tutto il dolore che aveva avut...