Non mi ero mai accorta che il profumo di Daryl fosse un misto di sapone di Marsiglia e tabacco. Stranamente, quel mix di odori mi faceva sentire al sicuro e protetta, come se bastasse semplicemente respirarlo per dimenticare tutto il resto.
Con il collo addolorante a causa della posizione, mi svegliai delicatamente quando sentii una mano sulla mia spalla. — Forza, è l'ora. —
Presi lo zaino senza dire una parola e seguii Daryl nel capannone dove teneva la sua moto. Era meglio nasconderla durante quella settimana. Facendo un cenno a Rick, che stava controllando i dintorni, i cancelli si aprirono. Daryl spinse la moto senza accenderla, consapevole che non solo Negan fosse un pericolo, ma anche gli zombie, che non dormono mai.
— A qualche chilometro da qui c'è un posto dove possiamo dormire. È stato controllato nel pomeriggio. Domani mattina ci sposteremo a est in un'altra struttura. Continueremo così fino a giovedì prossimo. —
Era un piano ben pensato. Con una torcia potente, riuscivamo a vedere tutto intorno a noi. Forse ce l'avremmo fatta.
Dopo circa un'ora, tra qualche uccisione di zombie con la mia katana, Daryl prese il tempo di nascondere la moto mentre io entrai in quella specie di capanna. Come mi aspettavo, all'interno era tutto distrutto, ma l'importante era restare al sicuro per quelle poche ore che rimanevano di notte.
— Bene, ho nascosto la moto. Puoi dormire nel letto mentre io faccio da guardia. — Daryl si piazzò con l'arco in mano davanti all'entrata principale.
— Daryl, devi riposarti anche tu, altrimenti domani non reggerai un altro viaggio. Sei tu che guiderai la moto. —
Lui mi ignorò e si sedette su una poltrona, mettendola in direzione della porta. — Andrà bene così, non preoccuparti. —
— Fai come ti pare. —
Mi girai verso di lui e, con un tono scherzoso, feci finta di chiudere la porta e mi sdraiavo sul letto, mimando di accendere la tv. — Che bello, stasera mi guardo una bella puntata di Friends! —
Iniziammo a ridere, ed era una sensazione di sollievo in mezzo a tutta quella tensione. — Ragazzina, te sei tutta matta. Mi piace. —
Avvampai immediatamente dopo quella frase. Mi piaceva il fatto che a lui piacesse il mio modo di fare.
— Buona notte, Daryl. Se c'è bisogno, svegliami. —
— Notte. —
Un rumore mi svegliò di soprassalto. Il sole era già sorto da un po' e nella baracca non c'era nessuno.
— Daryl? —
Un altro rumore.
Mi alzai dal letto e uscì all'esterno, trovando l'uomo che stava accendendo la sua moto. — Ti ho svegliata? — mi chiese con un sorriso.
Feci cenno di sì con la testa, poi lui aggiunse, con tono più serio. — Vieni, mangiamo qualcosa e partiamo. —
Daryl era sporco ovunque, come se avesse toccato la meccanica della moto, ma a quel punto non avevo nemmeno il coraggio di chiedergli se fosse riuscito a riposarsi.
— Sei riuscito a riposarti un po'? —
— Non più di tanto. — Rispose, scuotendo la testa. — Mamma mia, mangiare fagioli in scatola di prima mattina... non credo che mi ci abituerò mai. —
Era strano vivere con lui, scoprire che anche lui aveva bisogno delle stesse cose di tutti noi. Mi stava piacendo stare con lui in questo modo, perché non avevo mai avuto modo di conoscerlo così, non nella prigione. Stare insieme come in quei giorni, con il mondo fuori che crollava, era un'esperienza nuova e confusa.
— Bene, finito? — gli chiesi, cercando di non pensarci troppo.
— Sì. —
— Partiamo allora. —
Salì sulla sua moto, e un momento di esitazione mi fece fermare per qualche istante prima di abbracciarlo, cercando di tenermi ferma. Quando lo feci, i suoi muscoli si irrigidirono immediatamente sotto il mio tocco. Era evidente che non era abituato a quel genere di contatto.
Era da tanto che non salivo su una moto, ma la sensazione del vento nei capelli mi fece sentire viva, e il semplice gesto di abbracciarlo per tenermi ferma mi procurò una sensazione che non avevo mai provato.
Quella mattina era calda, ma non tanto da costringermi a togliere la giacca. Andava bene così. Non avevo il casco, e i capelli di Daryl mi sfioravano il viso. Erano cresciuti da quando l'avevo incontrato nel bosco. Sembrava passato solo qualche giorno, eppure il tempo sembrava essersi allungato in modo strano. La paura, la lotta, il vivere di giorno in giorno, tutto sembrava dilatato in un unico respiro.

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RIGHT HERE IN MY ARMS
FanfictionErano passati troppi anni da tutta questa situazione, avevo paura e non vi mentirò che ho passato tutto questo tempo a pensare alla mia vita prima degli altri. Quando incontrai i suoi occhi azzurri, riuscì a percepire tutto il dolore che aveva avut...