Piano

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In che senso sono in pericolo, Daryl?

Passarono alcuni minuti prima che Lori arrivasse accanto a noi. — Rose, per favore, vieni con me.

Senza dire una parola, accettai la sua proposta e la seguii, sentendo lo sguardo preoccupato di Daryl che mi seguiva a distanza.

Lori, ma che succede? Non sto capendo.

Lori mi condusse da parte, cercando di abbassare il tono per non farci sentire dagli altri. — Negan e i suoi Salvatori, come saprai, o forse no, hanno una tendenza a fare violenza sulle donne.

Il mio respiro diventò più affannato. — Quando Negan vuole qualcosa, l'avrà, con le buone o con le cattive.

Quindi non posso fare niente? — chiesi, l'ansia che cresceva dentro di me. — Quindi devo stare qui ad aspettare che quel pazzo venga a cercarmi? Stiamo scherzando, per caso?

Proprio in quel momento, vidi lo sceriffo avvicinarsi con passo deciso. — Rose, con me in ufficio, subito.

Senza aggiungere altro, mi feci condurre nella stanza, notando che Daryl era già lì, seduto.

Bene, ci siamo tutti, — iniziò Rick, con un'espressione grave. — Voi due ora andate in missione per qualche giorno, finché la situazione non si calma qui.

Non voglio andarmene! — esplosi, sentendo un'ondata di rabbia montarmi dentro. — Quindi, appena c'è un problema, bisogna scappare? — continuai, ormai isterica.

Daryl si alzò e mi afferrò il polso con fermezza. — Vuoi davvero che quello che è successo ieri diventi ancora più grave?

La sua presa era solida, e non sembrava intenzionato a lasciarmi andare.

Daryl mi ha spiegato quello che è successo ieri e con l'annuncio di Negan, sappiamo tutti come andranno le cose. Finché loro sono qui, tu devi andare via.

Rick si strofinò gli occhi per la stanchezza. — Ancora una settimana e se ne vanno, Daryl rimarrà al tuo fianco.

Finalmente, riuscì a liberarmi dalla presa di Daryl, e uscii dalla stanza senza aggiungere altro.

Prendi le tue cose, partiamo fra qualche ora, Rose.

Mi devi seguire ovunque? — chiesi, un filo di incredulità nella voce.

Sì.

Ero spaventata, il peso di tutto ciò che stava succedendo mi schiacciava. Ma, in un certo senso, sentivo anche una sorta di sollievo sapendo che Daryl sarebbe stato al mio fianco. Tuttavia, ero consapevole che lui, proteggendomi, stava rischiando la sua stessa vita.

Recuperai in casa tutto quello che avevo, ma onestamente non avevo molta roba a cui tenere. L'unica cosa che avevo portato con me dalla mia vecchia vita era un orsacchiotto che mia nonna mi aveva regalato quando ero nata. Mi dava sicurezza, e da allora non l'avevo mai perso di vista.

Hai tutto? — mi chiese Daryl, con uno sguardo curioso.

Sì, Daryl, possiamo partire.

L'uomo si appoggiò stancamente sul divano. — Glenn è passato prima. Dobbiamo partire durante la notte, per non farci vedere dai Salvatori e, soprattutto, da Negan. Per ora, restiamo in casa.

Buttai lo zaino per terra e mi diressi verso la cucina. Il nervosismo mi consumava, e non sapevo quanto avrei ancora potuto sopportare.

Cazzo, Daryl, io non ce la faccio! — urlai, con la testa bassa e le mani appoggiate sul tavolo. — Perché io? Perché doveva succedere tutto questo?

Stavo perdendo il controllo, e il pianto minacciava di sopraffarmi, ma sapevo che farlo non mi avrebbe servito a niente.

Daryl si alzò dal divano e si avvicinò, sentendo la mia disperazione. — Rose, calmati. Abbiamo la situazione sotto controllo.

Sotto controllo? — replicai, con rabbia crescente. — Se questi ci beccano, ti picchiano a sangue o peggio ti uccidono, mentre Negan si fa un giro dentro di me! Come puoi essere così tranquillo?

Daryl, colpito dalla mia reazione, diede un pugno al muro, facendomi congelare sul posto. — Ma secondo te sono tranquillo, Rose? — la sua voce tremava di rabbia, e nel suo sguardo c'era una paura che non riuscivo a ignorare. — Secondo te questa situazione mi fa stare calmo? Avrei picchiato a sangue quel Salvatore per divertimento questa mattina? — Si tolse una ciocca di capelli dal viso, il suo respiro irregolare. — Non sono tranquillo, ho paura per te, paura che ti possa succedere qualcosa, cazzo!

Abbassai lo sguardo, comprendendo finalmente la sua sofferenza. Aveva ragione, e io avevo torto per come lo avevo trattato. Lui stava cercando di aprirsi, di confidarsi con me, e io non riuscivo a capirlo. Si stava affezionando, e io mi sentivo in colpa, soprattutto per ciò che aveva vissuto con Beth.

Calmandomi, decisi di aspettare la notte, seduta accanto a Daryl sul divano, che aveva deciso di fare lo stesso. Con il passare del tempo, l'adrenalina svanì, lasciando spazio a una stanchezza immensa. Mi addormentai, il mio corpo cedeva, appoggiata alla sua spalla sinistra, sentendomi più al sicuro di quanto avessi mai immaginato.

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