• Capitolo 7. •

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Durante il tragitto Benu sprofondò in un felice sonno, lasciandomi sola allaricerca della mia stanza.
Arrivati nella sala di raccoglimento principale una donna molto anziana ci consegnò le chiavi delle nostre stanze, la mia era numerata 341. Su ogni muro antistante i corridoi che portavano ai dormitori c'erano piccole mappe per facilitare la ricerca, ogni corridoio aveva un nome e conteneva, oltre le camere degli alunni, anche varie strutture. La mia ala si chiamava "Ala diamante" e aveva svariate sale per lo svago e un piccolo cinema privato.
Ero così stanca che l'unica cosa a cui pensavo era gettarmi sul mio nuovo letto e vegetare lì fino a cena, così allungai il passo per arrivare il prima possibile alla stanza numero 341.
Arrivata, notai che sotto la targhetta laccata in oro col numero di stanza ce n'era un'altra con su scritto "Ai nostri meriti".
Aprii la porta e nella penombra notai due letti e subito i miei occhi si illuminarono, non sarei stata sola e avrei finalmente stretto amicizia con qualcuno. Accesi la luce e sussultai, zia Beth era vicino alla porta finestra e mi sorrideva impaziente. Riuscii a malapena a posare Benu ancora dormiente su uno dei due letti che fui stritolata da un abbraccio.
- Piccola mia, ma quanto sei cresciuta! L'ultima volta che ti ho visto eri uno scricciolo alto così e guardati ora, che donna! Sono così fiera che tu sia passata e così felice che i tuoi te l'abbiano permesso, ma ne ero certa, ne ero sicurissima! E come hai tenuto testa a quell'Ellis! Degna discendente di Zefiro, ma ero sicura anche di questo! Oh come sono felice! -
Zia parlava a raffica quando era felice, e data la mole di parole appena pronunciate, doveva esserlo parecchio, così la abbracciai di rimando.
Mi guardò sorridendo per qualche secondo - Vai con le domande. - Disse infine.
- Partiamo dalla più banale : chi sarà la mia compagna di stanza? - Chiesi speranzosa indicando il letto vuoto.
- Nessuno. In questa stanza ci sono da sempre due letti nell'eventualità che i meriti siano più di uno, ma quest'anno ci sei solo tu. -
- Ah. - I miei occhi si spensero - Altra domanda, stavolta su di te : Come mai sei sparita dopo il tuo viaggio in Asia? E poi, se posso permettenti, come mai... - Farfugliai indicandola da capo a piedi.
- Come mai sembra che non sia invecchiata di un giorno? - Mi sorrise - Semplice, perché io non posso invecchiare. E se fossi tornata dopo il viaggio in Asia tutti vi sareste accorti di questa mia particolarità, non potevo rischiare, soprattutto con te e tuo fratello che eravate all'oscuro di tutto. -
- Come non puoi invecchiare?! Sei una fata e mia madre invecchia eccome! Non prendermi in giro! - Ero incredula, pensavo alla tristezza che avrebbe provato zia Beth quando tutti i suoi affetti sarebbero spariti e lei sarebbe rimasta col suo bell'aspetto e nient'altro.
- Oh, piccola Lilith. - Si sedette sul letto e fece cenno di imitarla, mi mise un braccio attorno alla vita abbracciandomi e proseguì - Ogni essere magico ha un proprio potere, che lo rende unico e diverso da tutti gli altri. Lo si scopre durante i primi periodi alle scuole di magia, quindi più o meno alla tua età. Io ad esempio potevo guarire qualsiasi ferita, che fosse del corpo o dell'animo, nessuno sarebbe mai stato triste con me nei dintorni. Ma se un essere magico compie azioni inusuali o ribellione  e viene scoperto, la nuova istituzione del Consiglio Magico può decidere di punire chi ha commesso il crimine privandolo del proprio personalissimo potere e assegnandone uno nuovo, ma non sempre questo è un potere positivo. - Il suo volto era infinitamente triste, aveva gli occhi bassi e si guardava le mani.
- Ma è ingiusto! - Sbottai alzandomi - Ti privano della tua natura solo perché sei in disaccordo con loro? Che razza di logica è questa?! - Ero adirata, sentivo in me ardere un fuoco potentissimo, pronto ad esplodere da un momento all'altro. Non ero mai stata una ragazza calma e posata, anche quando mi sforzavo di esserlo il mio sorriso tirava falso ed i miei pugni si chiudevano pronti ad attaccare l'avversario, sulla Terra venivo spesso definita testa calda, chissà qui come li chiamavano quelli come me.
Zia Beth posò una mano sulla mia guancia, era gelida in confronto alla mia pelle calda e ribollente d'ira.
- Altre domande? - Chiese fingendo un sorriso ed allontanado altre possibili domande circa la questione.
Respirai profondamente per calmarmi e chiesi a mia volta - Chi sono i Guardiani? -
La sua mano scivolò lungo il suo fianco e il suo viso si fece serio - È una vecchia leggenda, non darci peso. -
- Ma tutti la conoscono tranne me! - Mi lamentai
Lei sospirò arresa - In biblioteca potresti trovare qualcosa. - Mi guardò intensamente e poi, come se si fosse ricordata di un impegno impellente si alzò di scatto e andrò verso la porta finestra - Ora scusami ma devo andare. -
Si sentì il click d'apertura, al che chiesi - Esci dal balcone? -
- Non vorrai che ti vedano fraternizzare con una professoressa, vero? - Chiese strizzandomi l'occhio, poi si librò in aria e sparì.
Lasciai che la brezza del tramonto mi accarezzasse il volto finché non sentii degli schiamazzi provenire dal corridoio.
Aprii la porta timidamente e notai un gruppetto di sirene affannarsi attorno al proprietario della camera difronte alla mia chiedendo disperatamente attenzioni e flirtando malamente.
Roteai gli occhi stizzita quando capii a chi apparteneva la camera.
- Terrestre, ma quale spiacevole sorpresa. - Ridacchiò Ellis seguito dal suo gruppetto di oche giulive che mi guardavano inviperite, ero riuscita ad ottenere più attenzioni io in una manciata di secondi che loro in chissà quanto tempo.
- Principe, ti chiamano così giusto? Potrei dire la stessa cosa. - Risposi acida.
Una delle sirene venne verso di me a passo di marcia quasi a volermi pestare con lo sguardo, aveva i capelli rosso fuoco che le arrivavano al sedere, era bellissima finché non notai la doppia fila di denti bianchissimi e più appuntiti di quelli di uno squalo.
- Senti carina, lascia in pace Elly e non ronzargli attorno sono stata chiara? - Si avvicinò fino a sussurrarmi all'orecchio - Lui è mio. -
- Senti pesciolino, il tuo Elly - Calcai su quel diminutivo ridicolo - È tutto tuo, non provo alcun interesse verso i bambinelli viziati. Tanti saluti e buona serata. - Non sapevo da dove provenisse tutta quella stizza, se dalle domande lasciate a metà da zia Beth o più semplicemente dall'espressione arrogante di quel biondo viziato e ricco che mi sarebbe capitato fra i piedi più spesso di quanto avrei voluto. Mi voltai e rientrai nella mia stanza sbattendo la porta, facendo svegliare Benu che mugolò un po' per poi riaddormentarsi.

L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora