• Capitolo 38. •

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Non ebbi il tempo di chiedere spiegazioni che le sue labbra furono sulle mie.
Il mio cuore venne travolto da un uragano e batteva sempre più forte affannandosi per inseguire la danza che avevano intrapreso le nostre labbra, che si rincorrevano e si scontravano instancabili, che si sfioravano e si mordevano senza sosta. C'era disperazione in quel bacio, una disperazione così travolgente da annebbiarmi la mente di rosso.
Quando provai ad avvicinare le mie mani al suo volto lui repentino mi blocco i polsi, impedendomi qualsiasi movimento, e lentamente mi sovrastò facendomi stendere sul marmo freddo del bordo della fontana, a quel contatto ebbi un leggero brivido. Quel gesto mi sorprese, come mi sorprese anche lo scoprire di aver atteso quel bacio per un tempo indefinito, ma sicuramente lungo, nonostante stessi baciando un perfetto sconosciuto.
Avevo gli occhi chiusi godendomi quel momento che speravo non finisse mai, nonostante sentissi le tempie pulsare sempre più forte.
- Perdonami. - sussurrò il ragazzo soffiandomi sul collo, facendomi rabbrividire. Si staccò da me e si allontanò - Aspetta! Dove credi di... - provai ad alzarmi ma la testa girò vorticosamente facendomi perdere l'equilibrio e cadere rovinosamente sull'erba ai piedi della fontana, inciampando nel vestito. Allungai il braccio - Aspetta... - la testa girava sempre più forte ed il ragazzo si allontanava sempre più velocemente - Ehi... - la mia voce ormai non era che un sussurro, era tutto sfocato e lo sconosciuto era una macchia indistinta, mi stesi sulle fredde pietre sul terreno, cercando sollievo a quella marea che avevo nel cervello, poi svenni.
- Lilith! - sentii urlare in lontananza - Santo cielo Lilith! -
Aprii piano gli occhi.
Una figura indistinta si stava avvicinando rapidamente, probabilmente correndo. La camicia bianca era spiegazzata ed un lembo fuoriusciva dai pantaloni, sul fianco sembrava come strappata, le maniche arrotolate fin sopra i gomiti, la fronte corrugata - El... - sorrisi vedendolo, le immagini si facevano sempre più nitide - Lilith stai bene? Perché sei stesa qui in mezzo al nulla? - si inginocchiò accanto a me spostandomi una delle solite ciocche ribelli dietro l'orecchio - Sto bene. - mi alzai barcollando - Bene, perché dobbiamo andare. - lo guardai, sicuramente non stava oscillando per davvero - Cosa succede? - il suo tono era allarmato - La scuola è stata attaccata dalle Forze Oscure. - avevo ormai ripreso lucidità, ma continuavo a non capire di cosa stesse parlando - Chi? - lui sbuffò - Muoviti ora! Corri, chissà che il vento ti svegli un po'! - mi afferrò per un braccio e mi trascinò verso l'Accademia.

Era completamente in fiamme.

Il fuoco era l'unica fonte di luce, divampava potente e accecante, volate di fumo si ergevano fino a fondersi con le nuvole di quel che era un cielo invernale, si udiva un continuo di rumori metallici e urla strazianti, la porta dalla quale ero uscita poco prima per sgattaiolare in giardino era stata scardinata, come anche le finestre, e non ne rimaneva nemmeno il muro.
Una scia nera mi passò davanti fulminea, inseguita da una ragazza che spruzzava veleno dai polpastrelli.
- Cosa diavolo era quel coso? - chiesi allibita - Un demone ombra, Jinn della peggior specie. - rispose il mio amico prendendo una spada - Lilith, Ellis, sbrigatevi! - sentii Jud urlare - Siamo stati attaccati nel bel mezzo della festa, un'orda di demoni ombra ha fatto irruzione in sala gettando tutti nel panico. - continuò distribuendo a chi passava nuove armi.
Ellis mi prese per le spalle, ero visibilmente confusa - Lil, concentrati. Usa i tuoi poteri e combatti. O muori tu, o muoiono loro. - si voltò e lacerò il busto di un drago bianco dalle squame macere con un colpo secco, un liquido giallastro schizzò ovunque finendoci sui vestiti, sembrava olio bollente - Spero non fosse pura seta. - ironizzò Ellis lanciandomi una spada - Quello era un tipo di Reshaim, ce ne sono a bizzeffe qui, io combatto sulla destra tu occupati di quelli a sinistra, copriamoci le spalle. - e si allontanò.
Sentii un grido d'aquila alle mie spalle, Benu afferrò un altro di quei draghi che mi stava per colpire alle spalle e lo scaraventò lontano - Al vostro servizio Milady. - sorrisi e con un cenno d'assenso iniziammo a combattere.
C'erano ombre ovunque, fatte di ali di pipistrello gigante e artigli affilati d'acciaio, non avevano volto né corpo ma i loro stridii assordavano gli animi e chiunque finisse nelle loro mani cadeva esanime al suolo, pallido e con gli occhi spalancati ma privi di qualsiasi traccia d'anima. Accumulai molta negatività da quegli esseri scaraventandola contro chiunque non fosse dell'Accademia, facendo dissolvere i demoni nel nulla.
Una ragazza fu presa da un Jinn con gambe umane e busto possente, ma con artigli di ossa affilati e tentacoli neri che spuntavano dalla schiena, anche questo non aveva volto ma solo una tripla fila di denti aguzzi. Lei urlò spaventata cercando di divincolarsi dal quell'abominio magico con tutti i suoi poteri. Mi fiondai per salvare quella povera vittima, alzai la mia spada pronta a squarciargli la schiena piena di quei viscidi tentacoli che si muovevano spasmodici ma lui fu più veloce, strinse con forza il corpicino della ragazza che si frantumò sotto gli artigli, poi coi denti le strappò la carne per sputarla in brandelli ricoperti di bava.
Ero sgomenta, mi veniva da vomitare, tutto questo non aveva senso, non potevo accettarlo.
Affondai la lama nella carne del mostro più e più volte, con una ferocia inaudita, lacrime calde mi rigavano il viso.
- Lilith! - una voce mi riscosse da quell'omicidio così brutale. Ekaburat mi stava venendo in contro, i suoi vestiti lindi, non un capello fuori posto. - Mi stia lontano. - puntai la spada alla sua gola senza la minima esitazione - Calma, sono qui per aiutarvi, so cosa fare. - nei suoi occhi c'era un fondo di malvagità - Ho bisogno del sangue di demone presente sulla tua spada. -
Senza lasciarmi il tempo di pensare le sue dita scivolarono sulla lama portandosi via parte del sangue ancora fresco, lo mischiò al suo dopo essersi tagliato il palmo e versò tutto sul terreno, dopo aver pronunciato qualche frase in una lingua a me sconosciuta la terra tremò forte.
Alzai lo sguardo dal pavimento e fissai lo scenario con occhi increduli; ogni demone urlava disperato in preda ai dolori più atroci, accartocciandosi su se stesso con urla stridenti e agghiaccianti, peggiori di quelle sentite fino ad allora. Cercarono di mettersi in salvo ma la terra si apriva sotto i loro piedi facendoli sprofondare, per poi richiudersi compatta come se nulla fosse mai accaduto. Il fuoco si spense improvvisamente e l'Accademia sprofondò nel buio.
- A buon rendere, Light. - sentii sussurrare, ma non seppi individuare chi aveva pronunciato quella frase né tantomeno da dove provenisse quella voce, il buio accecante aveva invaso i miei occhi.
Ogni alunno, munito di torcia, passò la notte a ripulire i segni di una battaglia fulminea e senza una causa o un fine. Dovetti raccogliere i resti di carne di quella povera ragazza morta davanti ai miei occhi. Quella ragazza aveva avuto una vita prima del ballo è sicuramente non si meritava di perderla in un modo così brutale, senza avere colpe, una vita tolta ingiustamente, cosa aveva fatto di sbagliato per meritare la morte? Perché il suo cuore ed i suoi organi interni erano esplosi sotto le dita ossute di quel demone? Perché il suo viso era stato fatto in pezzi dai morsi di un mostro?
Piangevo silenziosamente e mi domandavo come era potuto accadere, inerme e spaventata da tanta brutale ed ingiustificata violenza.

- Ci sono domande che non abbiamo il diritto di porci, Milady. - sussurrò Benu passandomi accanto.

- Lilith! - Ellis corse verso di me abbracciandomi, lo sentii rilassarsi non appena affondai il mio viso fra i suoi capelli, una lacrima sfuggì al mio controllo, nonostante le avessi repentinamente asciugate col dorso della mano prima che arrivasse. - Stai bene, ho avuto paura che ti fosse successo qualcosa, non me lo sarei mai perdonato. Sono così felice di vederti sana e salva. - mi accarezzava i capelli velocemente cercando di stabilizzare il respiro affannoso, come fossi un amuleto capace di scacciare le ansie e le paure.
- È stato tuo zio. - dissi, lui mi osservò in attesa che continuassi - Ha fatto una sorta di magia o incantesimo, non saprei dirtelo al momento. Ha mischiato il suo sangue con quello di un demone e ha versato tutto sul terreno, qualche goccia è bastata a far sparire tutto e la terra ha risucchiato i demoni. - mentre rivivevo quella scena mi resi conto di quanto suonasse assurda.
Lui mi baciò la fronte dolcemente - Continua a dare una mano, torno subito. - e sparì nel caos post-apocalittico che fino ad un paio d'ore addietro era stato il ballo invernale dell'Accademia.

***

Vorrei dedicare questo capitolo alle più di 120 persone che nella notte tra il 13 ed il 14 novembre hanno perso la vita nei sette attentati di Parigi.
Uccidere non è mai una cosa buona e non serve a niente.
E così come Lilith piangeva lacrime calde nel pensare al corpo di quella ragazza sconosciuta dilaniato dalla brutalità del demone, così le mie nel pensare a chi è dovuto morire stanotte senza aver commesso nulla, preso in ostaggio da coloro che vogliono imporre forzatamente una mentalità a tratti malsana.
#prayforparis e impariamo una buona volta dal passato, che non siano morti invano.

L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora