• Capitolo 35. •

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Non sentii rientrare Benu, preceduto dalle braccia di Morfeo che mi avevano caldamente accolta.
Al mio risveglio lo rividi tutto intento a scribacchiare su un foglio giallo di block notes, strappato da uno dei miei blocchetti che giaceva violato sulla scrivania.
- Dove sei stato ieri? - chiesi inquisitoria - Purtroppo la parola d'onore m'impedisce di rispondervi, seppur con la mia voglia di dirvi tutto si contenda il primo posto. - sbuffai e mi avvicinai per sbirciare i suoi appunti - Questi - disse nascondendo prontamente il foglio fra le sue ali - Sono parte fondamentale di ciò che non posso rivelare. - sbuffai ancora - Ma Benu, io ti dico sempre tutto, non vale così! - protestai imbronciata, lui si tolse dal becco gli occhialetti tondi, che ero sempre più convinta portasse per bellezza, e disse - Milady, non può capire la voglia sfrenata che ho di aprir becco e dirvi tutto, ma la parola d'onore mi è d'impedimento e dovessi morire piuttosto che barattarla per delle informazioni. -
Sbuffai per la terza volta ed andai in bagno per prepararmi. Quando chiusi il rubinetto della doccia sentii la porta chiudersi, segno che Benu fosse nuovamente uscito.

Due giorni prima del ballo, quando tutti i preparativi erano ormai ultimati, il preside ci diede la grande notizia, ed ebbi la netta sensazione che l'ultimo a scoprirla fosse stato lui - Cari ragazzi, non ho voluto mettervi prima al corrente di questa grande notizia poiché non volevo che tra voi si scatenasse il panico dovuto all'ansia da prestazione, ma la mattina del ballo insieme a voi tutti cari ragazzi ci sarà anche un illustre ospite che assisterà allo spettacolo organizzato da Fabrice e dai nostri migliori alunni, con noi ci sarà... - fece un gesto con le mani come a voler imitare delle percussioni, ma dimenticandosi di riprodurne il suono - ...Ahriman Ekaburat! - ci fu qualche applauso, uno o due colpi di tosse. In realtà avevano tutti paura dello zio di Ellis, io non avendolo mai visto non potevo giudicare ma, stando alle solite voci di corridoio non doveva essere un tipo dolce e sensibile.

La mattina del ballo arrivò e per le otto eravamo già tutti pronti per lo spettacolo, chi in platea chi dietro le quinte, noi con i nostri nuovissimi costumi disegnati e realizzati da Coco - Sono stupendi. - mi complimentai con la sarta vedendola comparire un sorriso compiaciuto sul volto - Voi due - arrivò Fabrice con grandi falcate indicando me ed Ellis - Voglio la stessa passione delle prove, anzi, ne voglio ancora di più! -
Poco prima di entrare in scena Ellis mi portò fra i vari cavi delle luci, lontano da occhi indiscreti e, prendendomi per i fianchi, mi sussurrò - Stai davvero bene vestita tutta di rosso. - io sorrisi abbassando lo sguardo per guardare la mia tuta rosso fiammante - Sembro la piccola aiutante di Babbo Natale, mentre tu con questi complimenti sembri Jud. - il suo sguardo diventò improvvisamente serio - Ma non lo sono. - sorrisi ancora, questa volta guardandolo dritto negli occhi - Lo so. -
Dopo pochissimi secondi il sipario si aprì e tutti prendemmo posizione entrando in scena come un'armata decisa a fare una carneficina.
I colori sfuggivano dalle dita dei miei compagni che si rincorrevano in furiose battaglie viola e verdi combattendo abilmente, mentre io ed Ellis eravamo sospesi a mezz'aria guardandoci con fare torvo, attendendo il segnale. Jud fece esplodere tuoni e lampi ricreando una tempesta degna di essere chiamata tale, quello era il segnale.

Era il nostro momento.

Io ed Ellis iniziammo a girare vorticosamente e a lanciarci piccoli incantesimi di fuoco, ci scontravamo e venivamo sbalzati nelle direzioni opposte, le nostre braccia si muovevano incessantemente ogni volta cariche di nuovi attacchi, era una lotta sfrenata di cui avevamo provato e riprovato ogni singolo particolare ma, nel momento finale, qualcosa andò storto e forse complice l'adrenalina, scagliai una palla di fuoco molto più potente e accecante di quella che avrei dovuto lanciare rischiando di far incendiare l'intero teatro e di colpire il mio compagno in pieno petto. Ellis mi guardò severo non appena riuscì a toccare terra, fortunatamente illeso, mentre il resto della scuola fissava a bocca aperta il buco che avevo creato nel muro candido difronte al palco.
Si sentii applaudire lentamente, quasi a scandire i secondi e a rendere ancora più strana l'aria che si era venuta a creare - Che splendido spettacolo, quest'anno potrò finalmente dire di non essermi quasi reciso le vene dei polsi pur di non sentire lo straziante spettacolino di Natale che propinate ogni dannato anno. - Un uomo vestito elegantemente ed avvolto in una pelliccia candida in netto contrasto col nero senza riflessi dei capelli camminava a passo lento e sicuro verso di me, il volto coperto da una maschera argentea.
I movimenti erano eleganti e sensuali, sembravano quasi studiati per attirare l'attenzione, riuscendo nell'intento. La voce era calda e sensuale, in contrasto con le parole taglienti che aveva appena pronunciato, chiunque si sarebbe voltato accorgendosi della sua presenza. Tutti gli studenti ed i professori si voltarono seguendo la sua camminata che si concluse a pochi passi da me. Mi porse la mano e, quando accettai titubante, mi sfiorò le nocche con le labbra gelide e senza mai staccare i suoi profondissimi occhi neri dai miei, disse - Non so chi voi siate, ma ho tutta l'intenzione di scoprirlo. -

L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora