• Capitolo 45. •

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Cavalcammo veloce lungo la discesa di rami intricati che portava ad Eddawn.
- Ci inseguono, veloci! - urlava il ragazzo biondo facendo andare più veloce il cavallo. Mi aggrappai ad Ellis il più forte che potei, rischiando svariate volte di cadere lungo il sentiero - Sono troppo vicini. - sentii dire ad Aki - Seguitemi. - con una brusca sterzata ci nascondemmo dietro dei grossi massi, sperando che il nemico non ci vedesse.
- Cosa ci fate voi due qui? - chiese Arashi sconvolto una volta riconosciuta la testa riccioluta di Marina, seguita da Jud - Vi abbiamo visti scappare e ci siamo preoccupati. - disse lui guardandomi, Ellis mi si parò davanti - Tornate in Accademia. - sentenziò - Amico, mi conosci, dopo aver detto questo di certo non ci torno. - lo sentii irrigidirsi stringendo più forte le briglie - Bene, se volete venire con noi fate pure, ma sbrigatevi. - disse infine il ragazzo biondo prima di rimettersi sul sentiero e dare ordini all'animale di ricominciare la sua corsa - Dove siamo diretti? - ci chiese Jud - Hai sentito? Sbrigatevi. - mi interruppe Ellis prima di poter dare spiegazioni.
Una volta terminato il sentiero davanti a noi si aprì una stretta stradina di pietre sconnesse con qualche luce qui e lì - Questa strada porta al paese. - disse Aki e proseguì spedita. Alla fine del piccolo sentiero, nascosta tra i cespugli, una piccola insegna in ferro battuto dava il benvenuto ad Eddawn, la città dei Guardiani. - Dopo la guerra hanno preferito sbarazzarsi di tutto ciò che potesse ricordarli. - mi spiegò il ragazzo notando il mio sguardo - Perché non l'hanno gettata via allora? - chiesi senza capire, lui non rispose ed entrammo nel paesino addormentato.
Luci gialle illuminavano le strade del centro, riflettendo strane ombre sui muri di pietra chiara, tutti i negozi erano chiusi e nelle case c'erano pochissime luci ancora accese - Sembra un paese fantasma. - disse Marina guardandosi attorno - Un po' lo è, sono pochi ormai quelli rimasti ad Eddawn dopo la battaglia. - disse Jud.
Legammo i cavalli ad un grosso albero e proseguimmo a piedi verso un'osteria poco lontana, dove a detta del ragazzo biondo ci avrebbero dato le informazioni richieste - Vedi quella casa laggiù? - mi disse indicandomi una casetta abbandonata poco distante che aveva avuto sicuramente un passato glorioso - Avresti abitato lì se non fosse per Ekaburat. - rabbrividii a quel nome senza un'apparente motivo - Hai freddo? - chiese Jud porgendomi la sua sciarpa, abbastanza grande da sembrare un mantello - Ti ringrazio, ma dev'essere solo stanchezza. - notai lo sguardo di disappunto di Ellis, ma in fondo era solo una sciarpa.
- Salve, cerchiamo Bor. - disse il ragazzo biondo una volta entrati nell'osteria dai colori accoglienti. Tutti avevano qualcosa nei loro boccali che bevevano lentamente parlottando fra loro, solo due donne sedute lontano ridevano sguaiatamente, ma nessuno sembrava farci caso - Benvenuti nella taverna dei giocattoli dimenticati, io sono il Bor che cercate? - chiese un ragazzino lentigginoso dalla pelle quasi trasparente - Smettila di importunare i clienti Fanon. - brontolò un uomo sulla cinquantina, robusto e praticamente pelato. Indossava un grembiule da oste e portava sulla spalla uno straccio sporco - Cosa vuoi, Ettelen? - chiese brusco - Il mio nome è Syver, non sono uno straniero. Sono qui per delle informazioni circa il castello del Nord. - l'uomo ci guardò accigliato - Chi vi manda? - chiese - Elizabeth. - rispose minacciosamente il ragazzo che era con noi.
- Mpf - sbuffò ancora l'uomo - Va bene, ma sappi che non mi stai affatto simpatico, Ettelen. - marcò l'ultima parola come fosse il peggiore degli insulti, cosa che probabilmente era.
- Nel caso te lo stessi chiedendo - mi sussurrò Jud raggiungendomi mentre salivamo delle strette scale a chiocciola - Ettelen significa straniero nella loro lingua, l'elfico. - disse anticipando ancora una volta i miei pensieri - Ma come fai? - sorrisi - Anticipi sempre ciò che sto per pensare o ciò che sto per chiedermi. - lui fece spallucce ricambiando il sorriso e proseguimmo verso la fine dei gradini, dopo i quali si apriva una stanza tonda con qualche branda sparsa - Ma è una soffitta. - storse il naso Ellis - Beh principino di certo non avrai una reggia, data la nostra situazione. - lo apostrofò il biondo, che stando alla sua presentazione si chiamava Syver.
- Bene - l'uomo attirò su di sé l'attenzione aprendo su un tavolo di legno malfermo una mappa - Noi siamo qui. Dovrete attraversare il paese e arrivare fino alla galleria nella montagna, non è molto lunga ma vi consiglio ugualmente di percorrerla di giorno. Superata quella sarete fuori dal circondario e da qualsiasi protezione magica la vostra Accademia possa offrirvi, quindi ve la dovrete cavare da soli. -
- Quanto è stimato il percorso fino al castello? - Syver indicò un punto sulla mappa cerchiato di rosso - Qualche giorno, dipende tutto dalle pause e dalla velocità. Siete davvero strani voi ricconi, in una missione in cui non si deve dare nell'occhio partite con un plotone. -
- Diciamo che ci sono state delle aggiunte lungo il percorso. - il ragazzo guardò torvo i miei compagni, facendo arrossire Marina - Eravamo rimasti alla fine della grotta, voglio ripartire il prima possibile con le idee chiare. - mi intromisi io facendomi spazio tra i due - Tu devi essere Lilith. - disse Bor sorridendomi, io ricambiai gioviale - Dovrete attraversare il bosco, state attenti nella parte dove non batte il sole, lì si annidano spesso i demoni delle montagne o i guardiani delle colline, nessuno dei due può essere considerato particolarmente simpatico. Per quanto riguarda l'alloggio ci sono le case degli altri ignoti, bussate tre volte, basterà che la ragazza pronunci il suo nome e vi daranno ospitalità. Badate però, non tutti dicono la verità, ormai molti per paura di ripercussioni sono passati dalla parte delle Forze Oscure. -
- Perché voi non l'avete fatto? Avete a carico l'osteria del paese, chissà quanti oscuri sono venuti qui ad alloggiare la notte. - chiese Aki insospettita - Io sono un oste, signorina. Il mio compito è dare qualcosa di caldo e un letto ai miei ospiti e non m'interesso molto se questi la pensano come me o meno, l'importante è che paghino alla fine del servizio. - rispose lui guardandola fisso in maniera arcigna - La ringrazio per le informazioni, ora se è possibile preferiremmo riposare, domani si partirà all'alba. - decisi.
- Se fossero tutti come te Lilith - disse Bor andandosene - Questo mondo vivrebbe sul serio in armonia. -
Sistemammo tutto il necessario per il giorno dopo e ci preparammo per la notte - Ma cosa stiamo cercando, esattamente? - sentii chiedere Marina - Te lo spiegherò più avanti. - rispose semplicemente Arashi - Dovremmo mettere anche loro due al corrente di tutto. - sussurrai a Syver, che mi passava accanto proprio in quel momento - Non sono ancora sicuro di potermi fidare di loro, il ragazzo è molto astuto avrà sicuramente già compreso, la ragazza ha solo bisogno delle sue conferme. Buonanotte. - e mi passò avanti - Non prendertela, non è mai stato un tipo dalle molte parole. - disse Ellis facendomi voltare verso di lui - Vi conoscete? - chiesi - Quando sei il pupillo di una delle professoresse più temute della tua scuola, tutti ti conoscono. - rispose ridendo.
Quella notte, per quanto mi girassi e mi rigirassi nel letto a molle, non riuscivo a prender sonno, e anzi quel rumore metallico non faceva che peggiorare le cose, così decisi di scendere di sotto, magari dell'acqua fresca mi avrebbe aiutata.
- Ciao. - salutai il bambino che ci aveva accolti quella sera stessa - Dov'è Bor? -
- Papà Bor riposa, io sono qui finché non si sveglia, con tutti questi clienti alcune volte è costretto a lavorare tutto il giorno e anche tutta la notte, così io faccio la guardia per qualche ora, così può dormire. - rispose lui sorridendomi, era seduto a cavalcioni sul bancone dondolando le gambe magre avanti e indietro - La guardia potrebbe per caso darmi un bicchier d'acqua? - lui mi squadrò - Tu sei tipo da acqua minerale naturale, senza nemmeno una bollicina, ho indovinato? - chiese sorridendo, notai che aveva perso i denti davanti, doveva essere davvero piccolo seppur l'altezza fosse quella di un ragazzino delle medie - Indovinato. - risposi. Lui mi preparò con tutta cura un bicchiere di vetro colmo fino all'orlo di acqua - Forse ho esagerato. - disse porgendomelo delicatamente - Non fa niente, avevo davvero sete. - dissi bevendo lunghe sorsate - Non riesci a dormire? - chiese lui mentre mi sedevo sul bancone imitando la sua posizione - Già. -
- Io quando non voglio dormire invento delle storie, peccato che non riesca mai ad arrivare al finale. - risi a quelle parole - Scommetto che sono molto belle. -
- Papà Bor dice che i miei genitori sarebbero fieri delle belle storie che invento. - mi sorrise - Bor non è tuo padre? -
- Oh no, certo che no. Lui mi va dalla cintola, come potrebbe essere mio padre? - mi indicò il suo fianco orgoglioso della sua altezza - Il mio papà era altissimo e la mia mamma aveva le lentiggini e i capelli rossi come i miei, Bor dice che era bellissima e che lui era fiero di essere loro amico. Poi quando il signore che guida i mostri neri si è messo a fare la guerra, loro sono partiti con papà Bor e tanti altri per combatterlo, ma non sono tornati. - abbassò lo sguardo - Papà Bor mi trovò in una culla mentre piangevo, sul ciglio della strada, così decise di prendermi con sé, per evitare che il signore nero mi facesse del male. - gli accarezzai la testolina rossa piena di capelli soffici - Sono sicura che la tua mamma sarebbe fiera di sapere che sei così simile a lei. - lui mi guardò accigliato - Gli altri bambini non dicono che sono bello come lei, perché lei e papà erano entrambi cattivi, perché non erano dalla parte del signore nero, quindi non erano nemmeno belli e nemmeno io. -
- Tu sei il bambino più bello che io abbia mai visto, non credere alle cattiverie che ti dicono gli altri. - lo abbracciai d'istinto e sentii la mia maglia bagnarsi - Mi mancano tanto, ma è strano perché non li ho mai conosciuti. - gli asciugai le lacrime alzandogli il viso - Loro vivono qui. - dissi indicando il suo petto - Se sei tu quella che metterà in punizione il signore nero per quello che ha fatto, sono felice di averti conosciuta. - sorrisi a quelle parole - Che ci fai tu in piedi? - chiese Bor entrando dalle cucine - Ti eri addormentato così ho pensato di fare la guardia. - lui si passò una mano sulla nuca lucida - Fila a letto. - poi mi guardò - Devi perdonarlo, ama parlare con gli sconosciuti. -
- E' vera la storia che mi ha raccontato sui suoi genitori? - lui sgranò gli occhi - Di solito non ne parla, fa finta che sia io suo padre. -
Mi congedai e andai a dormire, se Ekaburat era stato capace di togliere la vita a così tante persone, stroncando anche quella di un povero innocente quale era quel bambino, avrebbe pagato.
E col prezzo più alto.

***

- Come sono carini, mi vien voglia di vomitare. Alioth, spero tu abbia delle novità. -
- Certo Signore Oscuro Illustrissimo, abbiamo la loro posizione, possiamo attaccarli in ogni momento. -
- Sì! E schiacciarli come vermi. -
- Taci Mizar, noi non li schiacceremo affatto, noi li faremo arrivare qui credendo di aver già la vittoria in pugno, e poi... -
- E poi li schiacceremo come vermi! -
- Taci Mizar! -
- Sì Mizar, taci. -
- Vale anche per te, Alkaid. Noi li faremo arrivare qui e poi io prenderò i suoi poteri e allora finalmente tutto potrà compiersi e nessuno potrà fermarmi, la mia vittoria è vicina miei piccoli stupidi seguaci, la vittoria è vicinissima. -

L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora